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Se per il Pd un Parlamento senza governo è uno spreco di denaro

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Michele Anzaldi, deputato del Pd, sul costo del Parlamento. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.

Il peccato originale della legge elettorale

Con le elezioni del 4 marzo i cittadini hanno eletto un parlamento che rischia di rimanere senza maggioranza. L’intransigenza di partiti e gruppi parlamentari potrebbe dipendere dalle rigidità della legge elettorale e in particolare dalle liste bloccate.

Non c’è Rosatellum senza spine

Formare un governo con i numeri del Parlamento uscito dal voto del 4 marzo è veramente difficile. La responsabilità è anche della legge elettorale. Che andrebbe rivista. Con un doppio turno che segua le linee indicate dalla Corte costituzionale.

Truffe rosa in Parlamento

La nuova legge elettorale prevede esplicitamente la parità di genere per i candidati in lista. Ma l’uso sapiente dei collegi elettorali “sicuri” e le candidature multiple permette ai partiti di aggirare la norma sulle quote rosa. Chi ne esce peggio.

Il vecchio vizio di garantirsi il seggio in Parlamento

Anche la nuova legge elettorale permette di candidarsi in più collegi diversi. Rispetto al passato, ci sono più vincoli alla discrezionalità, ma resta il fatto che un candidato bocciato all’uninominale dagli elettori può essere ripescato nel proporzionale.

Camera e Senato, così uguali e così diversi

Camera e Senato non hanno mai avuto leggi elettorali identiche. Con quali effetti sui risultati? Il proporzionale ha minimizzato le possibili differenze, il premio di maggioranza su un impianto proporzionale le ha esasperate. Quando è nato il problema delle maggioranze diverse tra le due camere.

Ecco l’iter della legge di bilancio

Al via il processo di approvazione della legge di Bilancio. Quella che prima si chiamava Finanziaria e fino allo scorso anno legge di Stabilità adesso ha assunto un nuovo nome e una nuova veste. Ma non si tratta solamente di forma, perché cambiano anche le tempistiche.

Il Punto

Si è detto che gli elettori pro e contro Brexit si differenziano per età, istruzione e territorio. A ben guardare però la discriminante più profonda è tra chi ha valori ostili all’inclusione e chi ha una concezione del mondo libertaria. I primi, i sostenitori del “Leave”, somigliano molto ai supporter americani di Trump. Proprio la Brexit sembra l’aggancio per costituire un governo in Spagna. Dove le recenti elezioni hanno confermato la frammentazione in partiti che non vogliono né possono allearsi. Eppure se popolari e socialisti si accordano sulla gestione dei drammatici problemi europei, una “grosse koalition” è possibile. In Italia, nelle animate discussioni sul referendum che potrebbe sancire la fine del bicameralismo perfetto si è parlato poco di come cambierebbe il potere d’influenza delle lobby. Che, con procedure legislative più spedite, avrebbero meno possibilità di insabbiare i provvedimenti.
Con il decreto banche appena diventato legge si mette una pezza tardiva alle perdite degli obbligazionisti delle quattro banche “salvate” a fine 2015. Un’autorità a difesa dei risparmiatori – separata dai controllori Consob e Bankitalia – potrebbe evitare il ripetersi di questi episodi.
Ce lo ricorda spesso la Commissione europea: siamo il paese che negli ultimi due anni ha più beneficiato della flessibilità nei conti pubblici. Ma quanto durerà il trattamento di favore? E ne stiamo facendo buon uso?
Con la voluntary disclosure di quasi 130 mila contribuenti italiani, le attività mobiliari e immobiliari riemerse e domiciliate all’estero possono essere rintracciate nel database dei beni pignorabili. E diventa più facile la rivalsa per il creditore con un titolo esecutivo.
All’Ocse li chiamano studenti resilienti. Sono quel 6,4 per cento di alunni che superano situazioni socio-economiche di svantaggio ottenendo buoni risultati scolastici. Ce ne sono meno nel Mezzogiorno dove la sfida è più difficile. Mettere più soldi per aumentare il numero di questi ragazzi è un buon uso del denaro pubblico.

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Gli italiani preferiscono un Parlamento di eletti

La legge elettorale frutto dell’accordo Renzi-Berlusconi può restituire agli elettori il diritto di esprimere una preferenza senza ricadere nelle esperienze del passato. E poi per anni si è parlato della necessità di un Parlamento di eletti al posto degli attuali nominati.

Il taglio possibile sui sussidi alle energie rinnovabili

I sussidi alle energie rinnovabili pesano oggi sulle bollette elettriche per circa 12 miliardi l’anno. Si possono ridurre prendendo decisioni impopolari, ma inevitabili viste le difficoltà economiche e finanziarie del paese.

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