Dopo la pubblicazione del secondo “Rapporto sul benessere equo e sostenibile” in Italia, uno studio sulle diverse dimensioni del benessere mostra che le Regioni italiane sono divenute progressivamente più simili tra loro, ma la loro posizione relativa rimane sostanzialmente immutata nel tempo.
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Nel 2013, diciotto milioni di stranieri sono arrivati in Italia perché attratti dalla nostra cultura. Ma come riuscire a trasformare il grande patrimonio artistico-culturale italiano in una risorsa in termini di Pil e occupazione? Alcuni suggerimenti per ottenere un maggior utile con poca spesa.
Il secondo intervento della guida alle regole europee in materia di bilancio si concentra sull’Obiettivo di medio termine. Si calcola attraverso una formula complessa e ben poco intuiva. Per uscire dal vicolo cieco, l’Europa ha bisogno invece di semplificare e rendere trasparenti i suoi parametri.
Nell’ultimo decennio, l’Italia è rimasta il fanalino di coda in Europa per quantità, qualità e creazione di capitale fisso. Il nostro sistema economico non perde solo produttività, ma anche un altro fondamentale fattore produttivo. La qualità degli investimenti di medio e lungo termine.
Andiamo a vedere i numeri della Rai a confronto con la Bbc. Il gruppo italiano fattura la metà di quello britannico ma ha 573 dirigenti contro i 444 inglesi. Rai come “Retribuzioni altamente ingiustificate” e poco trasparenti. Va riformata da cima a fondo, come spiegano un articolo e un nuovo e-book de lavoce.info.
Il nuovo sistema europeo di contabilizzazione prevede di inserire nei dati nazionali anche stime del fatturato prodotto da traffico di sostanze stupefacenti, prostituzione e contrabbando. Per l’Italia significa un miglioramento nei rapporti tra debito e Pil e deficit e Pil. Investimenti in R&D.
L’ultimo libro di Bini Smaghi contiene molte verità su Europa ed euro. E qualche discutibile tesi. La principale riguarda gli obiettivi assegnati alla politica monetaria, volti soltanto a mantenere un obiettivo d’inflazione senza considerare la situazione economica più generale.
Il problema dell’Italia è l’elevato livello di debito pubblico, sopra il 130 per cento del Pil. Pensare che uscire dall’euro apra una strada facile per ridurne l’onere è illusorio. Sia il default sia la monetizzazione avrebbero pesanti conseguenze sull’economia reale.
Le banche europee dovranno presto affrontare nuovi stress test. L’Eba chiede di applicare perdite di valore alle posizioni in titoli di Stato, particolarmente penalizzanti per quelli italiani. Con conseguenze negative per l’economia italiana e per il nostro sistema bancario e industriale.