Con una crescita a meno 2,2 per cento, il Pil 2012 dell’Italia torna a 6,5 punti in meno rispetto a prima della crisi. Il quarto trimestre è il peggiore dei sei trimestri di recessione. Per colpa della peggiore congiuntura internazionale ed europea. Ma anche del fisco e delle mancate liberalizzazioni.
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Governare una Regione richiede grandi capacità e molto tempo, è quindi ragionevole attendersi una remunerazione relativamente generosa. Ma dai dati emerge una relazione negativa tra stipendi della politica locale, benessere economico e andamento del mercato del lavoro nel territorio. Tutte le Regioni hanno abolito i vitalizi, anche se a partire dalla prossima legislatura. Necessario imporre un tetto alle spese della politica regionale, e ammettere gli sforamenti solo se coperti da aumenti delle imposte nella Regione stessa.
Ripetere che l’economia, le banche e le famiglie italiane se la sono passata meglio degli altri durante la crisi è una litania che non aiuta a capire perché l’economia italiana, nonostante tutto, fatichi a ritrovare la strada di una crescita più robusta. Se il mercato del lavoro non riparte, la buona salute patrimoniale delle famiglie e delle imprese non ci consente niente di diverso da una crescita anemica.
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