Nel peggior trimestre di sempre nelle economie occidentali, il Pil dell’Eurozona si contrae più di quello americano. Ma, nonostante il lockdown e l’efficacia solo parziale degli aiuti, l’Italia riesce a contenere il calo a un -12,4 per cento.
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Quello concluso a giugno si conferma il peggior trimestre di sempre per le economie occidentali: l’Eurozona fa peggio degli Usa ma l’Italia non è maglia nera. Nonostante gli aiuti tardivi e non sempre efficaci. Intanto, è tempo di primi bilanci per la cassa integrazione: a marzo e aprile ne ha fatto richiesta un’impresa su due. Non solo nei settori più duramente colpiti. Come procede la ricerca di lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza? I dati Anpal li ritraggono demotivati e poco consapevoli della propria situazione. Serve un cambio di passo.
Quasi inevitabile la scelta della Bce di estendere fino al 1° gennaio 2021 il divieto di pagare dividendi agli azionisti delle banche. A patto che non venga percepito come permanente dai mercati. Tutto politico invece il tema della tassazione dei giganti del web, dopo che la Corte generale Ue ha affermato la legittimità dei ruling rilasciati dal fisco irlandese a favore di Apple.
Qual è l’impatto delle sovvenzioni alle imprese per ricerca e sviluppo? Lo stima uno studio sul primo grande programma europeo di finanziamento per l’innovazione delle Pmi.
Continuano le puntate del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. Parola chiave della settimana: Agenda 2030, con Louisa Parks. Il podcast torna a settembre, continuate a seguirci.
“Un settore pubblico acceleratore di sviluppo”: lavoce.info ha lanciato un concorso di idee, aperto a tutti gli studenti universitari e di dottorato. Per presentare la propria proposta c’è tempo fino al 6 settembre e l’idea vincitrice sarà premiata nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. Tutte le info sul sito.
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La crisi non aiuta i montanti contributivi, già colpiti dalla precarietà del lavoro e dal declino demo‑economico. Vanno corretti gli errori del sistema contributivo, con un calcolo più severo dei coefficienti e l’abbandono dell’indicizzazione ai prezzi.
L’Italia è uno dei pochi paesi a offrire ampie informazioni sull’utilizzo di derivati. Gli effetti delle operazioni sui conti pubblici sono stati relativamente contenuti. E i costi derivano per lo più dal mancato aumento dei tassi di interesse.
Già provate dal lockdown, difficilmente le imprese potranno assumersi i costi aggiuntivi necessari alla riapertura e li riverseranno sui consumatori. E anche l’aumento dell’offerta monetaria potrebbe tradursi in un incremento dei prezzi. Per l’Italia potrebbe non essere un male.
I dati preliminari di giugno mostrano che quello appena concluso è per la crescita il peggior trimestre da quando esiste questo genere di rilevazioni. Ma attestano anche che i germogli di ripresa sono presenti dappertutto. Un po’ meno in Italia.
I paesi che hanno reagito meglio al coronavirus dal punto di vista sanitario sono anche quelli che subiranno meno gli effetti della crisi economica. La spesa sanitaria è dunque un investimento indispensabile per rendere la nostra economia più sostenibile.
In Italia la quota di spesa pubblica sul Pil non è di molto superiore alla media dell’Eurozona e dei paesi “frugali”. Ma il finanziamento del debito comprime inevitabilmente le risorse disponibili per i servizi ai cittadini, gli investimenti e la ricerca.
Le nuove, peggiori, stime del Fondo monetario internazionale sull’economia mondiale rendono ancora più urgente che i governi europei si mettano d’accordo sul Recovery Fund e che l’Italia faccia subito qualcosa per rilanciare i consumi.
La pandemia di Covid-19 rappresenta un profondo shock per il nostro sistema economico. Ma l’impatto non è lo stesso per tutte le imprese. Fra le quotate, quelle con una struttura proprietaria familiare hanno ottenuto comunque risultati migliori.