Due provvedimenti finiscono per cambiare il valore di Aspi proprio mentre Cassa depositi e prestiti si accinge a presentare l’offerta di acquisto. Ma gli aspetti giudiziari non dovrebbero influenzare il normale funzionamento di un mercato regolato.
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L’epidemia di Covid, che ha quasi azzerato il traffico autostradale, s’inserisce in una situazione già molto delicata nei rapporti tra lo stato e il concessionario. Il pericolo è che il governo utilizzi le misure di sostegno alle imprese per interferire nel loro azionariato.
Revoca della concessione, regolamentazione delle tariffe e manutenzione delle infrastrutture: sono tre questioni che si intersecano e rendono volatile il quadro regolatorio e la redditività del settore. La soluzione è rafforzare l’autorità di settore.
Più volte il governo ha annunciato di voler revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. Intanto, con una decisione dell’Autorità dei trasporti è stato modificato il metodo di determinazione dei pedaggi. Ma il contenzioso sarà lungo e incerto.
Invece di lanciarsi in annunci affrettati, i ministri farebbero bene a elaborare una revisione dell’assetto di regolazione delle concessioni stradali. E dovrebbero investire risorse e professionalità per rafforzare i controlli a garanzia dei cittadini.
La privatizzazione delle autostrade e le loro concessioni sono storie di sistemi per far cassa e di generosità verso le società nel fissare le tariffe. Ma nazionalizzarne la gestione come vuole il ministro Di Maio porterebbe – insegna il passato – a grandi carrozzoni pubblici capaci solo di produrre perdite. Più che di una nuova Iri o di una improvvisata assegnazione a Fincantieri della ricostruzione del ponte Morandi, c’è bisogno di una radicale revisione dell’assetto di regolazione delle concessioni stradali.
Mentre le agenzie di rating – facendo il loro mestiere – tengono d’occhio l’Italia, i dati 2017 dicono che le imprese sopravvissute alla Grande crisi presentano più alta redditività, meno debiti finanziari e più capitale proprio. Da qui si parte nel valutare i prossimi risultati economici del “Governo del cambiamento”.
Il sistema Ets (Emission trading scheme) permette alle imprese europee di scambiare diritti di emettere CO2, con l’idea di incentivare lo spostamento dalle fonti di energia inquinanti alle rinnovabili. Per anni è stato un mercato sonnolento. Ora si è risvegliato. Ed è un buon segno.
Sull’Argentina aleggia il rischio di un default come nel 2002. È vero che il paese ne è ancora lontano grazie alle maggiori riserve valutarie, ma l’inflazione è fuori controllo, gli investitori scappano, la politica non riesce a promuovere la crescita. E gli impegni presi a fronte dell’intervento del Fondo monetario non bastano. Tanti anni di Troika hanno portato la Grecia fuori dalla crisi. A un altissimo prezzo per la popolazione. Una lezione da tener da conto anche per l’Italia.
Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce.info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano, presso l’Università Bocconi. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.
È vero come dicono i politici della maggioranza che la soglia del 3 per cento non ha fondamento logico. Ma non c’è bisogno di rompere le regole Ue e scassare i conti pubblici per ricostruire le infrastrutture.
Il crollo del ponte Morandi a Genova ha riaperto il dibattito su chi debba gestire le infrastrutture. Serve però una discussione trasparente e razionale su costi e benefici delle diverse opzioni, senza farsi condizionare dai pregiudizi ideologici.
Il sistema delle concessioni autostradali ha garantito grandi profitti ai concessionari. Al di là delle controversie legali, una gestione diretta dello stato potrebbe migliorare le cose su manutenzione e investimenti. E i pedaggi potrebbero diminuire.
La tragedia del ponte di Genova – al di là del necessario accertamento delle responsabilità – ha riaperto il confronto sull’opportunità di mantenere la gestione delle infrastrutture ai privati o di affidarla al pubblico. I primi sono di solito più efficienti, con minori costi di gestione. Ma presentano rischi di cattiva qualità e sicurezza del servizio se il regolatore non vigila o le norme non sono scritte bene. Chi sostiene l’opzione pubblica (gestione Anas) come più vantaggiosa per i cittadini-utenti ricorda i troppi regali fatti ai concessionari nel tempo.
Nell’ultimo mese la lira turca ha perso un terzo del suo valore, mentre l’inflazione saliva al 16 per cento, la borsa bruciava 40 miliardi di dollari, con imprese e banche a rischio di bancarotta. Le sanzioni commerciali di Trump sono il motivo scatenante della crisi ma la sua vera causa è la sfiducia dei mercati verso Erdoğan.
Nel lavoro domestico c’è la più alta incidenza di stranieri, in maggioranza irregolari (58 per cento). Nell’Italia che invecchia ci sarà sempre più bisogno di loro per la cura delle persone, ma i canali di immigrazione legale si sono ristretti. Ci sarebbe da regolarizzare chi non è regolare. Ma non con un’altra sanatoria.
Nelle scorse settimane di agosto, come di consueto, lavoce.info ha sospeso l’invio della newsletter. Abbiamo però aggiornato costantemente il sito con nuovi articoli su: produttività del lavoro al Sud, trasporto aereo, debiti sovrani, rapporti università-industria, dibattito pubblico sulle infrastrutture, disuguaglianze salariali, politiche attive del lavoro, trasparenza delle istituzioni.