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Il Punto

Ci sono in Italia 6 milioni di poveri assoluti, quasi il doppio rispetto al 2007. I quattro governi che si sono succeduti in questa lunghissima crisi hanno fatto poco o nulla per contrastare questo fenomeno. Passiamo in rassegna tre loro importanti provvedimenti fiscali: uno non cambia nulla per i meno abbienti, uno addirittura li penalizza, un altro contiene solo un timido passo verso di loro.

Se la politica economica non aiuta i più poveri

I dati Istat certificano l’aumento della povertà in Italia. E la politica come risponde? L’analisi delle conseguenze di alcune scelte dei Governi Letta e Renzi mostra che la capacità del sistema di tax-benefit di sostenere i redditi nei momenti di crisi è bassa. Il reddito di inclusione sociale.

Come la crisi colpisce i redditi più bassi

I dati mostrano che la crisi ha colpito tutti i redditi, ma in misura maggiore quelli più bassi. L’aumento della disuguaglianza si registra a partire dal 2008. Così come accade per la povertà. La necessità di tornare a crescere e la riforma degli schemi di contrasto all’esclusione sociale.

Con il nuovo Isee un aiuto alle famiglie più fragili

La riforma dell’Isee è stata completata. Il nuovo indicatore dovrebbe avvantaggiare le famiglie numerose e quelle in cui sono presenti i disabili più gravi e più poveri. Se i controlli saranno effettivi, dovrebbe contribuire a migliorare la scarsa efficacia redistributiva del welfare italiano.

Il “Sia” non è vecchia politica*

L’intervento di Chiara Saraceno  sull’azione del Governo in materia di povertà plaude al significativo incremento delle risorse per il contrasto alla povertà, ma critica il fatto che ad esso continui ad accompagnarsi un intervento non solo frammentario, articolato cioè su più istituti, ma anche fortemente categoriale.

Un aiuto ai più poveri che sa di vecchia politica

Finalmente arriva uno stanziamento sufficiente alla sperimentazione di una misura universale di contrasto alla povertà. Tuttavia ancora una volta c’è il rischio che i fondi siano utilizzati in modo frammentario, riservandoli a categorie molto ristrette di beneficiari. Dubbi e incertezze da fugare.

Pensioni d’oro: il diavolo sta nei dettagli

Si continua a discutere di un prelievo sulle pensioni più alte. Da calcolare non solo sull’ammontare, ma considerando anche il rendimento dei contributi versati. Il gettito sarebbe limitato. Tuttavia garantirebbe un flusso annuo di risorse utili per interventi di welfare.

Tante proposte per il reddito minimo: ecco le differenze

Non c’è solo la differenza di costi tra le diverse proposte di reddito minimo. Per M5S e Sel i beneficiari sono gli adulti potenziali lavoratori. Si sottovalutano così i bisogni specifici dei minori. Ma anche dei giovani adulti senza qualifica. I problemi che nascono dalla titolarità individuale.

Reddito minimo a 5 stelle: può funzionare?

Il M5S ha proposto l’istituzione di un “reddito di cittadinanza”. In realtà si tratta di un reddito minimo. Costerebbe attorno a 19 miliardi, quattro volte di più del “sostegno di inclusione attiva”. Perché relativamente generoso e perché alcuni dettagli aumentano gli oneri amministrativi e i costi.

Un sostegno contro la povertà

Il Sia è un nuovo schema contro la povertà, proposto dal ministero del Lavoro. È universale e selettivo in base alle condizioni economiche. Ha l’obiettivo di favorire un percorso di inclusione dei componenti del nucleo familiare. I costi e le ragioni per cui andrebbe introdotto gradualmente.

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