Continua l’analisi del sistema scolastico inglese, uno dei modelli per la proposta di riforma della scuola italiana. Il meccanismo decisionale vede al vertice un governing body elettivo, che sceglie preside e insegnanti e i loro stipendi. Le risorse dai ministeri sulla base del numero di iscritti.
Tag: scuola Pagina 16 di 17
Una piccola-media impresa su cinque di quelle esistenti prima della Grande recessione non è sopravvissuta alla lunga crisi. Tra le altre e le nuove nate sul mercato, un quarto sono ad alto rischio d’insolvenza. Ma non poche si sono rafforzate patrimonialmente e possono agganciare la ripresa se il quadro macroeconomico migliorerà.
Ferrovie e Poste: si annuncia una nuova grande ondata di privatizzazioni. Vere? No, finte. Con il controllo che rimarrà allo Stato e nessun beneficio per la concorrenza e per i consumatori. Un’operazione per fare cassa e accontentare l’Europa, mettendo una pietra tombale sulla ristrutturazione di questi settori che ne avrebbero tanto bisogno.
La legge di Stabilità riduce il cofinanziamento nazionale alla spesa di fondi strutturali europei. Che cosa vuol dire? Meno investimenti e rinuncia alle risorse comunitarie? In realtà il Governo cerca in questo modo di sfruttare quanto più possibile le decine di miliardi di euro messi a disposizione da Bruxelles che rimangono inutilizzati. Vediamo come e dove si annidano i rischi di insuccesso di questo tentativo.
Si parla spesso dei sistemi scolastici di altri paesi senza sapere bene come funzionano. Ecco com’è organizzata l’istruzione primaria e secondaria inglese, uno dei modelli di riferimento in Europa.
Mentre la lentezza della giustizia non riesce far pagare i responsabili della strage provocata dall’amianto, il Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro nel suo ultimo aggiornamento di 315 articoli e 53 allegati perpetua su questo tema l’ipertrofia normativa. Costosa e difficile da rispettare, formale e poco sostanziale.
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Si è appena conclusa la consultazione pubblica su la “buona scuola”. Un confronto con il sistema inglese, di cui il Governo vuole mutuare alcuni aspetti, appare dunque utile. Le differenze con la nostra scuola restano comunque significative, a partire dal concetto di classe fino agli esami.
Il documento del Governo su “la buona scuola” si fa apprezzare per molti motivi. Manca, però, una proposta di ordinamento complessivo del sistema, in particolare di quello secondario. Necessaria una scelta tra modello comprensivo e duale. E un effettivo rispetto dell’obbligo scolastico e formativo.
I massive online open courses sono piattaforme digitali che offrono gratuitamente corsi universitari e materiale didattico per la scuola secondaria. La riforma della scuola presentata dal Governo non li prende neanche in considerazione. Una rivoluzione simile a quella avvenuta nell’informazione.
Nella scuola italiana l’insegnamento dell’economia non ha oggi molto spazio. D’altra parte non sono solo i ragazzi a essere ignoranti in materia, anche gli adulti hanno molte lacune. L’educazione finanziaria dovrebbe partire fin dai primi anni di scuola. EconoMia e gli altri progetti pilota.
A Renzi piace stabilire scadenze precise agli impegni che prende con il paese. Ma quante ne rispetta? In una tabella i lettori troveranno sempre aggiornato lo stato delle promesse del Governo.
Dopo il fallimento della riforma dell’apprendistato del Governo Berlusconi, ora ci riprova Renzi. Ma il nuovo contratto rischia di perdere la componente più formativa. Il modello tedesco dell’università professionale sarebbe l’occasione per rilanciare gli istituti secondari.
In attesa del nuovo presidente, rimangono aperti gli interrogativi sulla possibilità che l’Invalsi riesca a continuare nell’importante opera di misurazione degli apprendimenti, diventando il perno del sistema nazionale di valutazione. Il nodo del potenziamento di personale e strumenti.
Perché la “scuola per avvocati” non può funzionare
Di Stefano Liebman
il 01/10/2013
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