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Spendere nella sanità, ma con saggezza

Il deficit della sanità italiana si è molto ridotto in un decennio di difficoltà finanziarie. Ora arriverà una montagna di soldi. Che però andrà spesa pensando al finanziamento del nostro Ssn non solo nell’immediato, ma anche nel futuro.

Davvero l’Italia spende poco per la sanità?

La spesa sanitaria pubblica di un paese dipende dal suo Pil. L’Italia non cresce, ma pur con meno risorse il nostro sistema sanitario nazionale ottiene comunque risultati migliori di altri. Un suo piano di rilancio richiede però scelte politiche precise.

Voltiamo pagina sull’assistenza agli anziani in casa

Il dl “Rilancio” raddoppia nel secondo semestre del 2020 i finanziamenti per l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti. Si può e si deve rendere strutturale questo aumento. Ma serve un profondo ripensamento dell’intero sistema.

Vittime dell’epidemia: tempi lunghi per un quadro definitivo

Istat e Istituto superiore di sanità hanno pubblicato un rapporto sulla mortalità totale in Italia nel primo trimestre del 2020. Per le aree più colpite, è interessante il confronto tra i dati dell’Anagrafe nazionale e quelli della Sorveglianza Covid-19.

Sugli ospedali l’Italia dà il buon esempio?

L’Italia ha meno posti letto negli ospedali di Francia e Germania? Non dipende da costi più alti, ma da scelte di politica sanitaria. Tanto che il nostro paese è un esempio per efficienza, efficacia e appropriatezza del suo sistema ospedaliero.

Se la pandemia accentua le disuguaglianze di salute

Le classi sociali più basse sono più esposte al coronavirus e ne subiscono le conseguenze più gravi. È una disuguaglianza di salute socialmente determinata e, finita l’emergenza, si dovrà pensare a risolverla. Chiamando in causa il Servizio sanitario.

Il Punto

L’8 Marzo che cade nel mezzo della chiusura delle scuole per arginare l’epidemia del coronavirus mette ancor più in evidenza la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. Senza un cambio culturale e politico le donne che diventano madri continueranno a guadagnare e lavorare meno di quanto potrebbero. I divari di genere – appena illustrati dai dati Eurostat – cominciano già al nido dove, secondo ricerche recenti, i bambini sembrano avvantaggiarsi dell’apprendimento più delle bambine.
La necessità di fronteggiare il Covid-19 riguarda anche i banchieri centrali che – partendo da tassi a zero o poco sopra – devono combattere il calo della domanda causato dall’incertezza. Per sbloccare il sistema è cruciale garantire alle banche la liquidità da indirizzare alle imprese strozzate dall’emergenza. L’epidemia fa anche ripensare al ruolo della sanità privata. Nel nostro sistema sanitario, strutture pubbliche e private accreditate – entrambe oggetto di tagli di budget negli scorsi anni – sono ora chiamate a garantire cure intensive e posti letto per pazienti infettivi. Mostrando che sanno collaborare.
Davanti alla tragedia dei profughi respinti alla frontiera greca, la Ue di Ursula von der Leyen sceglie una realpolitik che di fatto ammaina la bandiera dei diritti umani. E appare al traino delle decisioni del presidente turco Erdogan che usa migliaia di disperati d’ogni età come una minacciosa bomba umana contro l’Europa.
Dopo il super martedì – con primarie in 14 stati – la corsa alla candidatura democratica contro Trump si è ristretta a due: Bernie Sanders e Joe Biden. Il secondo ha recuperato abbondantemente il ritardo accumulato, ma è possibile che alla convention di luglio nessuno arrivi con la maggioranza in tasca.

Il Punto

Forte del mandato popolare, Boris Johnson può ora dimenticarsi dell’elettorato che lo ha votato emotivamente e impostare una Brexit più razionale possibile, dando voce agli oppositori della Ue – vista come mostro regolatorio che vuole annullare le diversità – e quelli che chiedono di controllare l’immigrazione senza bloccarla.
Due recenti rapporti fanno il check-up al nostro Servizio sanitario. Di buono c’è il suo equilibrio finanziario e la sua efficacia nell’aiutare gli italiani a vivere più della media Ue. Ma si fanno sentire le ricadute delle recenti crisi economiche: spesa sotto la media Ocse e troppi tagli ai posti letto in ospedale. Anche il mercato del lavoro non è tornato al periodo pre-crisi in termini di ore lavorate. In parte perché i lavoratori part time involontari – soprattutto giovani e donne – sono oramai più di 1 milione e mezzo.
C’era una volta in America la concorrenza pietra angolare del sistema. Con servizi telefonici, voli aerei, elettronica, accesso a internet meno cari che in Europa. Poi con gli anni Duemila tutto cambia: più competizione da noi e più concentrazione nei mercati Usa. Un libro ne trova le cause nello strapotere delle lobby. In Francia gli scioperi contro la riforma delle pensioni di Macron paralizzano il paese anche perché – dietro ai sindacati – gli scontenti sono molti. Da quelli che perderanno i privilegi di 42 regimi speciali, alla generalità dei lavoratori che diffidano del “sistema a punti” e vogliono tenere l’età pensionabile a 62 anni.
Nella legge di bilancio 2020 c’’è il programma di rinascita urbana per riqualificare e incrementare l’edilizia sociale, rigenerare il tessuto socio-economico, aumentare la sicurezza di spazi e immobili pubblici. Programma ambizioso da 854 milioni di stanziamento. Con un “piccolo” neo: tutto diluito in soli 13 anni.

Come di consueto, durante il periodo festivo lavoce.info interrompe l’invio della newsletter. Continueremo ad aggiornare il sito con nuovi articoli. Ai lettori e ai collaboratori la redazione augura buone feste e un felice 2020!

Il podcast de lavoce.info
Doppia puntata de lavoce in capitolo, il nuovo podcast de lavoce.info, a conclusione della prima stagione. Parliamo di “Riformare le istituzioni politiche” con Guido Tabellini e di “Abolire quota 100” con Tito Boeri.

Si fa presto a dire “più risorse per la salute”. Dove trovarle?

Appena insediato, il nuovo ministro della Salute ha rilanciato l’idea di abolire il super-ticket e di aumentare il finanziamento della sanità pubblica. Un’idea condivisibile. Da valutare con attenzione, invece, le conseguenze delle coperture proposte.

Pochi medici in corsia e troppi sui libri

Molti i pensionamenti dovuti a quota 100 nel nostro Servizio sanitario nazionale. Viceversa, sono pochi i medici pronti a sostituire coloro che se ne vanno. Risultato di una scarsa programmazione e, forse, di troppi ostacoli per diventare medico.

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