Le grandi opere non solo costano tanto, ma sono spesso inutili. Per giustificarle ci si affida a previsioni di aumento del traffico poco realistiche. Sono necessarie analisi costi-benefici terze, indipendenti e interamente riproducibili.
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Gli investimenti in infrastrutture pubbliche sono un banco di prova importante per il Governo. Che, dalle prime mosse, non sembra aver “cambiato verso”. Occorrono strategie di programmazione e valutazioni che dimostrino quanto i benefici sono superiori ai costi.
La programmazione delle reti trans-europee è stata rivista di recente. Soprattutto, sono calate le risorse a disposizione dall’Unione. I finanziamenti che restano saranno in buona parte destinati alle infrastrutture ferroviarie. L’Italia e i quattro corridoi.
Da sindaco, Matteo Renzi ha dimostrato di essere capace di prendere decisioni controcorrente su infrastrutture e trasporti. Da candidato alle Primarie, ha dato giudizi negativi sulle grandi opere come la Tav Torino-Lione. Ora che è presidente del Consiglio saprà passare dalle parole ai fatti?
Sembra incredibile che il cocciuto rifiuto di una decisione politica legittima, ancorché sbagliata, possa spingere qualcuno ad agire come la mafia (bruciando i “mezzi di produzione” delle imprese), a mettere in pericolo la sicurezza dei lavoratori, costringendo alla mobilitazione di centinaia di agenti di polizia e addirittura a resuscitare le velleità “egemoniche” delle (nuove?) brigate rosse (basta una imbarazzata presa di distanza ex post?). Eppure è accaduto in Val di Susa, per la tormentata e tormentosa TAV.