Già dal 2012 aumenta l’Irpef per i contribuenti con reddito superiore a 15mila euro e che dichiarano oneri deducibili o detraibili: si introduce una franchigia di 250 euro per molti oneri deducibili e detraibili, compresa la spesa sanitaria, e si fissa un tetto di 3mila euro all’ammontare complessivo delle spese detraibili (in questo caso con l’esclusione delle spese sanitarie). L’aumento di gettito derivante da questo intervento sulle agevolazioni Irpef vale a regime 1,4 miliardi (1,2 secondo la relazione tecnica del dipartimento delle Finanze). Dal 2013 si applica la riduzione delle prime due aliquote marginali Irpef che passano dal 23 al 22 per cento e dal 27 al 26 per cento: in questo caso la perdita di gettito è pari a 5,8 miliardi. A partire da luglio 2013, infine, ci sarà l’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva, che passa dall’attuale 21 al 22 per cento e dell’aliquota intermedia, che cresce dal 10 all’11 per cento. Il maggior gettito è pari a 6,5 miliardi a regime, di cui, secondo le nostre elaborazioni, 3,6 a carico delle famiglie. Nel 2014 dunque il tax shift da Irpef a Iva troverà piena applicazione. Nel comparto delle famiglie si dovrebbe dunque avere una riduzione di gettito di circa un miliardo.
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Professore ordinario di Scienza delle finanze nell'Università di Bologna. Attualmente è componente del -Comitato scientifico per le attività inerenti alla revisione della spesa pubblica istituito presso il MEF. Durante il 2022 è stato presidente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard presso il MEF e tra il 2014 e il 2022 componente del Consiglio direttivo dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Nel passato ho fatto parte della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale e della Commissione tecnica per la finanza pubblica presso il MEF.
Professore di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia "Marco Biagi" dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Membro del Capp, Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche, dello stesso dipartimento, del comitato scientifico della Fondazione Gorrieri e del comitato editoriale di Politica Economica - Journal of Economic Policy. Fa parte della redazione de lavoce.info.
Simone Pellegrino è professore associato di Scienza delle finanze presso il Dipartimento di Scienze Economico-sociali e Matematico-statistiche (ESOMAS) dell’Università di Torino. In precedenza è stato ricercatore presso la medesima Università. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in finanza pubblica presso l’Università di Pavia e il Master in public economics presso la University of York (UK). I suoi interessi di ricerca vertono prevalentemente su tematiche relative all’imposizione fiscale, alla costruzione di modelli di micro-simulazione tax-benefit e all’analisi dell’effetto redistributivo delle imposte.
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