Silvio Berlusconi è stato senza dubbio un protagonista della vita economica, sportiva, politica e anche sociale del nostro paese. Ripercorriamo trent’anni di politica italiana attraverso le decisioni più significative dei quattro governi che ha presieduto e come sono state lette sul nostro sito.
Berlusconi, un protagonista della vita italiana
Silvio Berlusconi (1936-2023) è stato indubbio protagonista della vita economica, sportiva, politica e anche sociale del nostro paese. Come spesso accade in questi casi, la sua figura e il suo ruolo sono stati in molte occasioni controversi e divisivi. In questo contributo, ripercorriamo le principali tappe della sua trentennale carriera politica, che possiamo far cominciare il 26 gennaio del 1994, giorno in cui, attraverso un videomessaggio diffuso dalle sue televisioni, annunciò la formazione di un nuovo partito e la sua “discesa in campo”.
Silvio Berlusconi ha guidato quattro governi, per una durata totale di 3.291 giorni non consecutivi; per il momento, detiene il record sia per durata totale di un singolo governo (il Berlusconi bis, 1409 giorni effettivi, cui segue il Berlusconi quater, 1283 giorni effettivi) sia per la durata della sua esperienza come presidente del Consiglio, perlomeno nel periodo repubblicano. I numeri che hanno caratterizzato la sua carriera politica sono difficili da selezionare e ordinare. Silvio Berlusconi ha partecipato a sette elezioni politiche, dal 1994 al 2022 (nel 2018 risultava incandidabile a causa della cosiddetta legge “Severino”), risultando eletto alla Camera in cinque casi (dalla XII alla XVI legislatura) e al Senato negli altri due (XVII e XIX legislatura); ha inoltre partecipato a due elezioni europee (V e IX legislatura). Ha partecipato più volte anche alle elezioni amministrative per il comune di Milano, candidato ed eletto nel ruolo di consigliere comunale.
Berlusconi I
Il primo governo Berlusconi nacque grazie a un’efficace strategia elettorale che vide il suo partito, Forza Italia, stringere un’alleanza al Nord con la Lega di Umberto Bossi e al Centro-Sud con Alleanza nazionale di Gianfranco Fini, partito di destra che aveva sostituito il Movimento sociale italiano. La prima esperienza di governo durò meno di dodici mesi, dal giuramento dell’11 maggio 1994 alle dimissioni del 22 dicembre dello stesso anno (rimase poi in carica fino al 17 gennaio 1995, quando venne sostituito dal governo Dini). La causa della brevità dell’esperienza fu l’uscita della Lega nord dalla maggioranza, principalmente a causa delle forti tensioni autunnali sulla riforma delle pensioni, che portarono anche a uno sciopero generale. Nessun risultato politico di particolare rilievo fu ottenuto da quel governo. Probabilmente, resterà più impressa nella memoria collettiva la consegna al presidente del Consiglio di un avviso a comparire proprio durante una conferenza internazionale sulla criminalità, organizzata a Napoli e presieduta dallo stesso Berlusconi. La consegna fu anticipata dal Corriere della sera. Vale la pena di ricordare che nel 1994 l’Italia stava lentamente uscendo da una rilevante fase giudiziaria che, a partire dal processo Enimont a opera del cosiddetto “pool di Mani pulite”, aveva spazzato via gran parte dei partiti tradizionali, primi tra tutti il Partito socialista italiano (Psi) e la Democrazia cristiana (Dc).
Il passaggio da una legge elettorale proporzionale a una mista proporzionale e maggioritaria, nonché il forte ricambio di personale politico avvenuto in quegli anni, è passato alla storia come transizione verso la “Seconda repubblica”. Diventa quindi chiaro come mai alcuni titoli, proprio in questi giorni, attribuiscono alla morte di Silvio Berlusconi anche la fine della (fantomatica) “Seconda repubblica”.
Berlusconi II e III
Dopo aver perso di misura le elezioni del 1996 contro l’Ulivo di Prodi, nel 2001 Berlusconi riportò il centrodestra (“Casa delle libertà”) al governo, riuscendo a mantenere il potere per l’intera legislatura anche se con due governi differenti. Una delle trovate più celebri di quella campagna elettorale fu la firma del cosiddetto “Contratto con gli italiani” durante la trasmissione “Porta a Porta”. La discontinuità di governo fu principalmente causata dalla sconfitta del centrodestra alle elezioni regionali del 2005. Sono numerosi gli atti legislativi approvati durante la legislatura e indirizzati dai governi Berlusconi II e III. Tra i principali, si ricordano: la riforma della seconda parte della Costituzione, poi bocciata da referendum popolare nel 2006; la riforma della legge elettorale (legge Calderoli), pochi mesi prima delle elezioni del 2006; la riforma delle pensioni (legge Maroni) con l’introduzione del celebre “scalone”; la modifica costituzionale per permettere il voto degli italiani all’estero (legge Tremaglia); la riforma della scuola targata Letizia Moratti; il divieto di fumo nei luoghi pubblici; la legge Bossi-Fini sull’immigrazione; e, infine, la legge Gasparri sulla riforma del sistema radiotelevisivo.
Berlusconi IV
Le elezioni del 2006 videro il ritorno di Romano Prodi alla politica italiana e, di nuovo, la sconfitta di Berlusconi; tuttavia, come nel 1996, quella vittoria durerà ben poco: meno di due anni. Le elezioni del 2008 vennero di nuovo vinte dal centrodestra; la campagna elettorale si ricorda soprattutto per la promessa di abolizione dell’Ici sulla prima casa. Il governo Berlusconi IV terminò in maniera abbastanza caotica e ancora poco chiara: dopo aver negato che il Paese fosse in crisi e sotto la pressione dei mercati internazionali, che portarono lo spread tra i titoli di debito pubblico italiano e quelli tedeschi a 575 punti base, il 12 novembre 2011 Berlusconi si dimise, sostituito da Mario Monti, fresco di nomina a senatore a vita da parte dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Tra i principali e discussi risultati di quel governo, ci furono: la predisposizione della legge delega 42/2009, vale a dire la legge Calderoli con cui il Parlamento delegava al governo l’attuazione dell’art. 119 della Costituzione (autonomia finanziaria di regioni ed enti locali); la riforma Gelmini del sistema universitario; l’approvazione del cosiddetto “scudo”, l’ennesimo condono in materia fiscale.
Gli ultimi dieci anni hanno visto Berlusconi sempre più ai margini della vita politica italiana, sia per le note vicende giudiziarie, sia per la perdita di consenso che ha portato il “Popolo della libertà” a sgretolarsi e Forza Italia a livelli minimi di voti. Dal punto di vista personale, la sua rielezione al Senato nel 2022 è stata probabilmente una rivincita, l’ultima, rispetto alla sua esclusione dalla vita pubblica negli anni precedenti.
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paolo
Utile articolo di “ripasso” che ci permette di fare mente locale. Se si analizza quello che hanno fatto gli altri governi tra un governo Berlusconi e l’altro (molti più anni), confrontando il ruolo che hanno avuto (negoziazione e successiva revisione dei trattati dell’UE, riforma delle pensioni, del mercato del lavoro, liberalizzazioni, entrata nell’euro, risposta alla crisi finanziaria e alla crisi dell’eurozona, gestione del COVID e oggi PNRR) i cantori de “Berlusconi ha distrutto l’Italia” non fanno bella figura. Lungi da me difendere Berlusconi e il suo operato, ma è evidente che i passaggi più delicati, importanti e significativi della vita politica ed economica di questo paese NON sono stati affrontati da Berlusconi. Ora che è morto, chissà l’antiberlusconimo che fine farà.
Savino
Se questo pare agli italiani un liberale, allora in molti debbono tornare sui banchi di scuola perchè ignorano il concetto di liberalismo. Gli italiani, se vogliono vedere qualcosa di migliore per il proprio futuro e per quello dei propri figli, debbono imparare di più a pensare con la propria testa ed evitare di prostrarsi con azioni di servilismo puro, come è accaduto in questi 30 anni, rimboccandosi le maniche anzichè vivere di luce altrui senza avere nè arte nè parte.
Erminio ANFOSSI
Berlusconi, ha certo “servito” l’ Italia, ma principalmente nel dimostrare a tutti
-attraverso esempi quanto mai tangibili- ciò che NON S’ HA DA FARE quando si desidera, disinteressatamente, servire il proprio Paese, e non sfruttarlo come una “Società di comodo”.
Savino
Il servilismo e’ quello degli italiani che quando vedono una persona ricca e potente, indipendentemente dal fatto che agisca nel bene o nel male, subito si genuflettono. E’ accaduto anche con altri personaggi. Ho voluto chiarire perche’ mi pare che la frittata e’ stata girata.
stefano ferrari
Si tralascia nell’articolo che Berlusconi ha riabilitato la destra e l’estrema destra nell’opinione pubblica, ha fatto numerose leggi ad personam, ha impersonificato un conflitto di interessi gigantesco, ha frodato il fisco riportando una condanna definitiva, ha corrotto personaggi privati e pubblici senza alcuna remora, ha fatto regredire il livello civile e culturale dell’Italia in modo forse irreversibile, non ha mostrato alcun interesse per il bene pubblico operando sempre e solo per fini personali. Forse siete anche voi nostalgici di questo personaggio?
bob
..molto spesso si diventa giganti in un mondo di nani….
“Probabilmente, resterà più impressa nella memoria collettiva la consegna al presidente del Consiglio di un avviso a comparire proprio durante una conferenza internazionale sulla criminalità, organizzata a Napoli e presieduta dallo stesso Berlusconi. La consegna fu anticipata dal Corriere della sera.”
A questi “geni” vorrei dire se questa misera patetica iniziativa abbia danneggiato più Berlusconi o l’ intero Paese? Scarsa intelligenza, assenza di lungimiranza, ” gomitata da bar dello sport” , furbizia della comare
Premetto che sono stato sempre molto critico verso il personaggio
B&B
Berlusconi non ha fatto tutto cio’ ch era necessario. Per mille motivi e forse non tutti a lui imputabili.
Pero’ ha messo in evidenza e dimostrato quanto molti, di quelli che vivevano e vivono nel mondo degli appalti, sapevano. Che i ladri erano e sono nella sinistra. In particolare i comunisti. Infatti sono riusciti a non essere mai processati. Ma il tornante della storia è iniziato.
Aldo Mariconda
Quello che non vedo sottolineato nell’articolo che pure è un escursus storico validissimo dell’esperienza berlusconiana è il fatto che all’inizio vi è stata l’illusione del “liberalismo di massa” cui hanno creduto in molti, come Urbani, Martino, Alberoni. E una speranza del NUOVO, che poi non si è realizzata, basti ricordare Tremonti e Calderoli in TV davanti ad una montagna di scartoffie, ad annunciare tagli, semplificazioni della “over-regulation” che è uno dei problemi che frenano lo sviluppo e l’attrattività italiana.
Aggiungo, non è responsabilità del solo Berlusconi ma di tutta la politica italiana e in parte anche dovuta a problemi strutturali, la stagnazione economica, lo sviluppo più lento in momenti favorevoli, tonfi come il 10% del PIL tra il 2008 e il 2013 e la chiusura di un 25% di aziende e la perdita di quasi altrettanto di capacità produttiva. Dal liberalismo di massa l’Italia è passata alla continuità del corporativismo diffuso, con perdita di attrattività, produttività e appeal per chi investe e fa impresa. Vi è un dato sui 20 anni relativo al PIL pro-capite nei 20 anni pre-Covid, da un rapporto OECD dell’Aprile 2019, a mio avviso significativo: tutti i paesi aderenti hanno aumentato il PIL pro-capite, Grecia esclusa, con una punta della Svezia di +28%. L’Italia è andata indietro!
Savino
Condivido in pieno. Nel mio intervento ho solo aggiunto a queste riflessioni la costante presenza negli italiani di una certa genuflessione per chi e’ ricco e potente