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IL DECLINO DEL DIPLOMATO AMERICANO*

Secondo le statistiche ufficiali le scuole degli Stati Uniti diplomano oggi circa l’88 per cento degli studenti e negli ultimi quaranta anni il tasso di diplomati fra i neri ha registrato una tendenza a convergere verso quello dei bianchi. Dati che però sono ribaltati da studi più approfonditi: le percentuali di chi completa gli studi superiori sono in calo, soprattutto per le minoranze. Un fenomeno che ha ripercussioni sul livello di qualificazione della forza lavoro. E che rischia di ridurre la produttività e di favorire la disuguaglianza nell’America di domani.

Il diploma di scuola superiore è un barometro della salute della società americana e del livello di specializzazione della sua forza lavoro. Per tutta la prima metà del ventesimo secolo ogni nuova coorte di americani ha avuto più probabilità della precedente di conseguire il diploma di scuola superiore. Il trend di crescita dell’educazione secondaria ha accresciuto la produttività dei lavoratori e ha alimentato lo sviluppo dell’economia americana. (1)
Negli ultimi venticinque anni la crescita dei differenziali salariali tra diplomati e non diplomati ha incrementato gli incentivi economici a diplomarsi. Dai primi anni Settanta, i salari reali di chi ha abbandonato la scuola superiore hanno continuato a scendere, mentre quelli dei lavoratori qualificati sono nettamente saliti. (2)
In questi anni, il tasso di rendimento interno del diploma rispetto all’abbandono scolastico è salito notevolmente, ed è oggi sopra il 50 per cento. (3)
È perciò sorprendente, e allarmante, che in un periodo in cui il premio per la qualificazione cresce e il rendimento del diploma di scuola superiore sale, il tasso di abbandono scolastico in America sia in aumento. Gli Stati Uniti stanno diventando una società polarizzata: un numero di giovani proporzionalmente sempre più alto va al college e si laurea, ma nello stesso tempo un numero proporzionalmente maggiore non riesce a completare la scuola superiore.

DATI UFFICIALI E NUOVI STUDI

L’indice dei diplomati pubblicato dal National Center for Educational Statistics, generalmente considerato il dato ufficiale, mostra che gli studenti americani hanno risposto alla crescente domanda di qualificazione completando la scuola superiore in percentuali sempre più alte. Secondo questa misura, le scuole americane diplomano oggi circa l’88 per cento degli studenti e negli ultimi quaranta anni le percentuali di diplomati fra i neri hanno registrato una tendenza a convergere verso quelle dei bianchi non ispanici.
Tuttavia, numerosi studi hanno di recente messo in discussione la validità delle statistiche ufficiali e hanno cercato di elaborare stime più accurate. (4) Anche la stampa ha dato spazio a dibattiti animati sui livelli e le tendenze del tasso reale dei diplomati della scuola superiore. (5)
A seconda delle fonti e dei dati, delle definizioni e dei metodi utilizzati, la percentuale di diplomati negli Stati Uniti è stata stimata tra il 66 e l’88 per cento negli ultimi anni: un intervallo incredibilmente ampio per una statistica così semplice. Per le minoranze, l’intervallo stimato è ancora più grande, tra il 50 e l’85 per cento.
In un nostro lavoro mostriamo perché quegli studi sono arrivati a tali conclusioni. (6)
Utilizziamo dati e metodi migliori e una più grande varietà di fonti per stimare la percentuale di diplomati negli Stati Uniti. Quando si utilizzano misure comparabili per campioni comparabili, si ottengono risultati simili con tutte le fonti. Dopo gli aggiustamenti per le molteplici cause di distorsione e per le differenze nella costruzione dei campioni, otteniamo che 1) la percentuale dei diplomati nella scuola superiore americana ha raggiunto il picco dell’80 per cento circa alla fine degli anni Sessanta e da allora è scesa di 4-5 punti percentuali; 2) la percentuale reale di diplomati è sostanzialmente più bassa dell’88 per cento indicato dalla stima ufficiale; 3) circa il 65 per cento dei neri e degli ispanici esce dalla scuola superiore con un diploma: nelle minoranze la percentuale dei diplomati è ancora sostanzialmente al di sotto di quella dei bianchi non ispanici. Contrariamente a quanto si dice sulla base delle statistiche ufficiali, non abbiamo trovato alcuna evidenza di una convergenza delle percentuali di diplomati tra minoranze e maggioranza bianca negli ultimi 35 anni. 4) Per i neri l’esclusione della popolazione carceraria dalle statistiche ufficiali distorce notevolmente il tasso di diplomati nella scuola superiore.
Sono tendenze per persone nate negli Stati Uniti, restano esclusi gli immigrati. Il recente aumento di immigrazione non qualificata incrementa la proporzione di americani non qualificati nella forza lavoro a prescindere dall’aumento dovuto a un tasso di abbandono scolastico in crescita.

TUTTA COLPA DEL GED

La causa di distorsione più significativa nelle statistiche ufficiali è l’inclusione tra i diplomati di scuola superiore di coloro che sono in possesso di Ged – General Educational Development.
I Ged sono coloro che dopo aver abbandonato la scuola superiore hanno in seguito ottenuto un certificato equiparato al normale diploma attraverso il superamento di un esame. Oggi, il 20 per cento di tutti i nuovi attestati di scuola superiore rilasciati ogni anno sono Ged. Negli ultimi anni l’inclusione dei Ged tra i diplomati di scuola superiore ha spostato verso l’alto i tassi di diplomati di 6-7 punti percentuali. Una importante letteratura mostra però che il programma Ged non comporta alcun beneficio per la maggior parte dei partecipanti e che la loro performance sul mercato del lavoro è equivalente a quella dei dropout. (7) Il programma Ged nasconde problemi gravissimi della società americana.
Il calo dei diplomati nella scuola superiore è interessante di per sé, in quanto misura dell’attività delle scuole americane, ma ha importanti ricadute sull’interpretazione di un gran numero di statistiche relative all’educazione. Il rallentamento nel tasso dei diplomati di scuola superiore spiega una parte importante della recente frenata della crescita dei lavoratori laureati nella forza lavoro americana. (8) La frenata non è dovuta a un calo dei tassi di frequenza dell’università tra coloro che si diplomano alla scuola superiore.
La tabella 1 presenta sistemi standard di scomposizione del tasso di crescita dei laureati mostrando la parte attribuibile al cambiamento intervenuto nel numero di diplomati di scuola superiore, in quello di chi frequenta il college una volta ottenuto il diploma di scuola superiore e quello di chi consegue la laurea una volta iscritto al college. Se ne ricava che l’aumento degli iscritti al college e dei laureati nelle coorti dei nati prima del 1950 è stato alimentato dalla crescita dei diplomati di scuola superiore: un contributo che diminuisce e diventa negativo per le coorti di americani degli anni più recenti.
Il declino di diplomati nelle scuole superiori è maggiore tra i maschi: oggi i ragazzi conseguono il diploma di scuola superiore a tassi significativamente inferiori rispetto alle ragazze. Per le coorti più giovani, il divario di iscritti al college tra maschi e femmine è di circa il 10 per cento. Tuttavia, lo scarto si riduce al 5 per cento per i diplomati. Metà del crescente divario di genere nella frequenza del college può essere spiegato dal calo della percentuale di diplomati. (9)
Particolarmente illuminanti sono i confronti tra i tassi di diplomati delle minoranze e dei bianchi. Secondo le nostre stime, il tasso di diplomati fra i neri è di 15 punti percentuali più alto del 50 per cento indicato da alcuni studi, ma è anche 15 punti percentuali più basso del dato ufficiale. Circa il 65 per cento dei neri e degli ispanici esce dalla scuola secondaria con un diploma. Un altro 5 per cento ottiene un regolare diploma attraverso una serie di programmi di qualificazione professionale o di educazione nell’età adulta. Le statistiche ufficiali mostrano che dai primi anni Settanta i tassi di completamento del percorso scolastico tra bianchi e minoranze sono andati convergendo. Tuttavia, le statistiche ufficiali escludono i carcerati. Noi mostriamo che quando si considerano tra i dropout anche coloro che hanno ottenuto un Ged (in carcere o meno), negli ultimi trentacinque anni la convergenza è stata ben scarsa. Una parte significativa della convergenza rilevata dalle statistiche ufficiali è dovuta ai maschi neri che hanno ottenuto un certificato Ged in prigione. Diversi studi mostrano che una volta uscito dal carcere, chi ha conseguito il Ged in prigione guadagna quanto chi lo ha conseguito in libertà e che il Ged non riduce la recidività. (10)
Nella prima metà del ventesimo secolo, l’aumento del numero di diplomati della scuola superiore è stato il motore trainante dietro la crescita delle iscrizioni al college. Il declino nel numero dei diplomati registrato dagli anni Settanta (per le coorti dei nati dopo il 1950) ha appiattito i tassi di iscrizione e di completamento del college, così come la crescita del livello di qualificazione della forza lavoro negli Stati Uniti. Per incrementare i livelli di qualificazione della sua futura forza lavoro, l’America deve affrontare il grave e crescente fenomeno dei dropout.
Le cause dell’abbandono scolastico devono ancora essere studiate a fondo. L’evidenza empirica suggerisce un importante ruolo della famiglia nel delineare i risultati scolastici e della vita adulta. Una percentuale in aumento di bambini americani cresce in famiglie svantaggiate. È una tendenza che promette di ridurre la produttività e di favorire la disuguaglianza nell’America di domani.

(1) Vedi Goldin, Claudia e Lawrence F. Katz, "The ‘Virtues’ of the Past: Education in the First Hundred Years of the New Republic" Nber Working Papers 9958, (Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, Inc., 2003)
(2) Vedi Autor, David H., Lawrence F. Katz e Melissa S. Kearney, "Rising Wage Inequality: The Role of Composition and Prices" Nber Technical Working Paper 11627, (Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, 2005).
(3) Heckman, James J., Lance J. Lochner e Petra E. Todd, “Earnings functions and rates of return” Journal of Human Capital, (2008), Forthcoming.
(4) Vedi Greene, Jay P., "High School Graduation Rates in the United States" Center for Civic Innovation at the Manhattan Institute with Black Alliance for Educational Options Civic Report 31, (New York, 2001). Swanson, Christopher B., Who Graduates? Who Doesn’t? A Statistical Portrait of Public High School Graduation, Class of 2001, (Washington, D.C: Urban Institute Education Policy Center, 2004). Swanson, Christopher B. e Duncan Chaplin, "Counting High School Graduates when Graduates Count: Measuring Graduation Rates Under the High Stakes of NCLB" (Washington, DC: Urban Institute Education Policy Center, 2003). Miao, Jing e Walt Haney, "High School Graduation Rates: Alternative Methods and Implications" Education Policy Analysis Archives, 12 (2004), 1-68. Warren, John R., "State-Level High School Completion Rates: Concepts, Measures, and Trends" Education Policy Analysis Archives, 13 (2005), 1-34.
(5)Ne sono un esempio questi articoli del maggio 2006: www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/05/22/AR2006052201187.html;
www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/05/22/AR2006052201197.html;
www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/05/22/AR2006052201189.html.

(6)Vedi Heckman, James J. e Paul A. LaFontaine, “The American high school graduation rate: Trends and levels” Working Paper 13670, National Bureau of Economic Research, (2007). Download from http://ftp.iza.org/dp3216.pdf.
(7)Una rassegna di questa letteratura si trova in Heckman, James J. e Paul LaFontaine, The GED and the Problem of Noncognitive Skills in America, (Chicago: University of Chicago Press, 2008) Forthcoming.
(8)Card, David e Thomas Lemieux, "Dropout and Enrollment Trends in the Post-War Period: What Went Wrong in the 1970s?" in Risky Behavior among Youths: An Economic Analysis, J. Gruber, ed. (Chicago, IL: University of Chicago Press, 2001). Ellwood, David T. “The sputtering labor force of the twenty-first century: Can social policy help?” In The Roaring Nineties: Can Full Employment Be Sustained? A. Krueger and R. Solow eds., 421-489. (New York: Russell Sage Foundation, 2001).
(9)Il divario è documentato in Goldin, Claudia, Lawrence F. Katz e Ilyana Kuziemko, "The Homecoming of American College Women: The Reversal of the College Gender Gap" Journal of Economic Perspectives, 20 (2006), 133-156.
(10) Tyler, John H. e Jeffrey R. Kling, “Prison-Based Education and Re-entry into the Mainstream Labor Market,” In Barriers to Reentry? The Labor Market for Released Prisoners in Post- Industrial America Shawn Bushway, Michael Stoll e David Weiman eds. (New York, Russell Sage Foundation Press, 2007). Tyler, John H. e Magnus Lofstrom, “Modeling the Signaling Value of the GED With an Application in Texas” Review of Research in Labor Economics. Forthcoming, 2008.

Tabella 1. Decomposition of the Sources of Change in College Graduation in the Cohorts Born Between 1900 and 1980. Broken Down by Birth Cohorts 1900-1949 vs. Birth Cohorts 1950-1980.
Totals Pre- and Post 1950 Cohort Change in College Graduation Rate due to Change in High School Graduation Rate Change in College Graduation Rates Due to Change in College Attendance Given High School Graduation Change in College Graduation Rate Due to Change in Finishing College Given Enrollment in College Change Due to Interaction
  Totale
Birth Years 1900-1949 8.99% 3.17% 0.81% 0.92%
% of Total Change 64.71% 22.86% 5.80% 6.63%
Birth Years 1950-1980 -1.47% 6.70% 5.20% 0.03%
% of Total Change -14.05% 64.02% 49.75% 0.28%
  Maschi
Birth Years 1900-1949 12.38% 3.81% 0.40% 0.35%
% of Total Change 73.10% 22.49% 2.36% 2.06%
Birth Years 1950-1980 -1.59% 2.90% 0.86% 0.08%
% of Total Change -70.02% 128.26% 38.14% 3.63%
  Femmine
Birth Years 1900-1949 7.06% 3.69% 2.19% 0.78%
% of Total Change 51.44% 26.89% 15.98% 5.68%
Birth Years 1950-1980 -0.94% 9.50% 6.20% 0.65%
% of Total Change -6.13% 61.70% 40.23% 4.20%
Fonte: Heckman e LaFontaine (2007)

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IL VERO NODO DELLA PRECARIETÀ

  1. pietro

    Interessantissimo l’articolo sin dal titolo che ricorda un film di Arcand che faceva riferimento all’impero americano e al suo declino intellettuale. Tuttavia sono ancora loro che primeggiano: le migliori università, i migliori istituti di ricerca, la migliore democrazia. Inoltre vi è un non detto nell’articolo e vale a dire che negli U.S.A. c’è possibilità di lavoro anche con il diploma o suoi surrogati, mentre in Italia ci si laurea sempre in più (invero anche sempre più facilmente dato l’enorme numero di succursali qua e là atte alla concessione di titoli),si cerca di imparare una lingua e si cerca di avere dimestichezze informatiche anche se nessuno te lo ha mai insegnato. Non solo. In Italia le aziende richiedono una laurea con voti ottimi, uno stage già fra le attività svolte, un’esperienza all’estero, un’altra lingua magari il tedesco per poi offrire un contratto in ingresso a 1000,00 euro. Questo sempre che tu non sia apparentato con qualcuno di provata influenza che ti possa spingere come è stato spinto chi siede nei consigli di amministrazione di prestigiose aziende solo con il diploma di ragioniere o come chi è senatore con le sole scuole medie. Vincono ancora loro!!

  2. Silvio Piccinelli

    Vorrei porre l’accento sulle differenze dal nostro del sistema scolastico americano: a parte pochi centri di eccellenza, la differenza tra noi e loro si gioca principalmente sulle università o i centri di ricerca. Se guardiamo agli studi dei licei o delle scuole dell’obbligo, conoscendo amici che hanno studiato là, sono fortemente scettico che la qualità dell’istruzione sia migliore della nostra. Anche perchè hanno una organizzazione didattica molto decentrata, che premia anche attività di dubbia valenza intellettuale, come lo sport che in alcune scuole influisce sul voto finale per circa il 20%.

  3. Davide Prandi

    Non c’e’ dubbio che la preparazione Europea e Italiana in particolare sia largamente superiore alla media USA. E questo gia’ 10 anni fa lo testimoniavano miei compagni di classe che studiarono negli USA per un programma di scambio. Questo sicuramente fino al livello di Master equivalent. Io ho converito la mia laurea specialistica in ing. informatica e qui vale un BS e MS in Computer Science piu’ un MS in computer Engineering. Una misurazione empirica del valore dei nostri titoli di studio si ha anche dalle offerte di lavoro: chi si occupa di risorse umane sa che chi viene da oltre oceano e’ ben preparato e cerca di assumerlo immediatamente. Un punto debole della scuola italiana e’ secondo me quello di non preparare gli studenti per competere in un mercato internazionale del lavoro. In primis non insegnando in modo adeguato l’inglese, ma anche non descrivendo come e’ realmente organizzato il mondo del lavoro in Europa e negli US. Obbiettivi questi, che potrebbero essere raggiunti con ben pochi sforzi e che aiuterebbero i nostri bravi studenti ad imporre la loro maggior preparazione in molti settori.

  4. aris blasetti

    Non vi è dubbio che, in ogni modo, gli Stati Uniti siano ancora all’avanguardia nella ricerca e nella scienza in generale. Speriamo che almeno loro con lo scopo di avere più laureati non finiscano per svilire le lauree al livello di diplomi superiori come sta avvenendo, a poco a poco (?) nella scuola italiana. Todos caballeros. Avanti con il declino!

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