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L’ITALIA CHE NON CRESCE

Pil a prezzi costanti.  Dati destagionalizzati. Variazione percentuale sul trimestre precedente.  I trimestre 2008 = 100. Fonte Eurostat

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

16 commenti

  1. Gilberto

    E allora su che dati si basano le affermazioni del governo e di alcune organizzazioni internazionali che dicono che stiamo andando meglio di tutti gli altri paesi europei?

  2. giancarlo c

    Come al solito, data la struttura socioeconomica del nostro Paese, sarebbe interessante avere i dati della ripresa per regione o almeno per macroripartizione geografica.

  3. BOLLI PASQUALE

    L’economia italiana è strozzata dalla politica o, per meglio dire, dalla non politica: il cappio si sta chiudendo, la respirazione è affannosa ed i responsabili imperterriti attendono le ultime esalazioni. L’irresponsabile paralisi politica ci ha condotto in fondo alla classifica perchè non produciamo reddito. L’economia reale del Paese soffre una crisi irreversibile: le imprese chiudono per mancanza di ordini per un mercato interno sempre più asfittico, sempre più al palo e sempre più gravato di costi vecchi e nuovi. Tutti pretendono: Stato, Regioni, Provincie e Comuni; tutti hanno necessità di risorse, ma non si rendono, ancora conto, che non c’è più sangue da succhiare. Questo ha incrementato la dispoccupazione ed i drammi delle famiglie che sono sempre più costrette a ridurre i consumi. Che dovrebbe fare la Politica che è sempre più invasiva e vorace? Ridurre i suoi spaventosi costi e privilegi, fare più fatti per il popolo, meno per sè ed affrontare le non più dilazionabili riforme strutturali. Se, però, l’economia reale non riceve sostegno, se non saranno meno le imposizioni sul reddito fisso e più su quello parassitario rischiamo seriamente la pace sociale.

  4. Marco Spampinato

    Indagare le ragioni della capacità di resilience dell’economia tedesca è interessante. Lo fa parzialmente il New York Times in un lungo articolo recente, rintracciabile on line. Ci sono ragioni strutturali (settori produttivi, capacità esportativa) e di regolamentazione: per questo secondo aspetto si fa riferimento sia a riforme dell’era Shroeder, sia a programmi di riduzione provvisoria di salari e tempi di lavoro nelle imprese, per limitare la crescita della disoccupazione durante la fase più critica. Su El Pais di oggi invece una bella pagina presenta due grafici che uniscono l’Europa (variazioni del pil europeo dal ’97), e una carta geografica con le variazioni dell’ultimo anno, e trimestre, utile a comprendere le molte velocità della ripresa, e dove la recessione è ancora di scena: la Grecia ha un -4,8% nell’ultimo anno, nonostante un +0,8 finalmente nell’ultimo trimestre; il Portogallo e l’ Irlanda sono ancora in recessione.

  5. luciano fedi

    Le cifre fortunatamente non mentono, bisogna "farle mentire", pratica nella quale il governo italiano è maestro. Perché la Germania ha già recuperato la perdita del 2009? Perché in Germania c’è una maggiore intelligenza sociale, la capcità cioè di capire quali sono le cose che contano, dividerle dalle chiacchiere e concentrarsi sulla loro realizzazione. A noi italiani questa capacità manca e con una classe politica che gioca su questa mancanza per restare al potere si resta…ultimi.

  6. giancarlo

    "Ne usciremo prima e meglio degli altri". Già…

  7. luca

    Siete male informati, dalla TV apprendo continuamente che "Noi meglio di altri". Forse siete anche un po’ faziosi: avreste dovuto confrontare l’Italia con paesi più facili (Portogallo, Grecia, Libia…)

  8. Marco Spampinato

    Il senso del precedente intervento è che un’informazione troppo incompleta rischia di distrarre dalla ricerca delle cause di lungo termine del fenomeno mostrato: la capacità di tornare ai livelli produttivi pre-crisi. Una semplificazione brutale: se un paese produce solo motori ecologici per frigoriferi, che esporta sui mercati mondiali, quando arriva la crisi sui mercati di destinazione subirà una pesantissima frenata nel suo export, e quindi nel Pil. Ma poiché la crisi ha rallentato una domanda di frigoriferi ecologici, se quel paese non dismette la sua capacità produttiva di motori per frigoriferi, potrà beneficiare a pieno e immediatamente della ripresa. Un caso opposto sarebbe un paese che produce solamente turismo, o seconde case: difficilmente potrebbe beneficiare subito della ripresa. Questo paese dovrebbe attendere che i produttori di frigoriferi ecologici (e i consumatori di questo nuovo bene), abbiano abbastanza soldi da spendere per andare in vacanza, o per comprarsi una seconda casa. Un paese grande, specializzato solo in turismo, dovrebbe anche rassegnarsi ad avere sempre più concorrenti, quando sempre più paesi diventano mete turistiche e produttori di seconde case.

  9. Roberto

    Amico Gilberto, continua ad ascoltare le notizie "fasulle" che in alcuni telegiornali d Stato si sentono giornalmente e fatti un resoconto reale di come questo governo ci porta sempre di più nel baratro.

  10. Emilio Odescalchi

    Vorrei ben vedere! Un paese trasformatore senza risorse naturali, dipendente da terzi per tutto l’indispensabile, dovrebbe crescere? La nostra crescita dipende dagli altri. Sudditi fummo, siamo e saremo. Poi dove sta scritto che la crescita deve esserci? Qualche economista me lo spieghi per piacere. Mi occupo di Entropia dei sistemi economici, e le leggi della termodinamica classica funzionano benissimo. Facili, semplici e ignorate dalla Klepto-Krazia. D’altra parte non puoi aspettarti altro da un popolo che ha processato e condannato Galileo! Auguri a chi s’informa.

  11. maurizio sbrana - lucca

    E’ tutto normale: l’Italia non può più crescere: ha un’economia ‘bloccata’ da anni; ha un sistema fiscale antiquato ed ingiusto; ha una classe politica vecchia ed ormai del tutto lontana dalla realtà; ha un sistema imprenditoriale pure esso vecchio e che manca di coraggio e visione a medio-lungo termine… Per cui: o si comprendono queste cose o non ci sarà più niente da fare, e l’Italia sarà condannata inevitabilmente ad un progressivo e certo declino (come peraltro sta già avvenendo da almeno 15-20 anni…).

  12. alberto bazzan

    La Grecia sta’ fallendo perche’ il 60% dei greci lavorano per lo stato. Nientaltro! LA soluzione ai problemi italiani e’: -pre-pensionare il 40% dei dipendenti pubblici che sono inutili, in quanto imboscati e dannosi , in quanto hanno tempo e soldi per inventare persecuzioni ai danni dei cittadini che li pagano. – Cosi’ facendo si ottiene un taglio della spesa pubblica del 18-20% immediato, in quanto non si pagano piu’ i loro contributi pensionistici e si liberano palazzi interi (spese di gestione), che possono essere venduti. – Si ottiene una esplosione di imprenditorialita’. I dipendenti pre-pensionati (senza piu’ aumenti di pensione, quindi a scendere verso lo zero in 12-15 anni , si dedicherebbero a quello che fanno gia’ bene, fare piccola imprenditoria. Solo dopo un anno si potrebbero abbassare le tasse del 10-15% facendo ripartire l’economia vera. Non costa niente, si guadagna da subito, e si rendono migliaia di "ex-"statali felici! Perche’ no?

  13. Fulvio Giulio Visigalli

    Dati alla mano: dai dati del Fondo Monetario Internazionale (World Economic Outlook Database – Aprile 2011) è evidente che il Pil, a prezzi costanti, dell’Italia cresce (un numero positivo è pur sempre una soddisfazione). Eppure cresce meno di tanti paesi del continente africano. Per facilitare il compito, i dati sono disposti in ordine decrescente: i numeri hanno parlato. Paese (2008 / 2009 / 2010): Zimbabwe -17,669 / 5,984 / 9,006; Botswana 3,119 / -3,655 / 8,562; Nigeria 5,984 / 6,96 / 8,394; Ethiopia 11,187 / 10,03 / 8,008; Congo 6,155 / 2,834 / 7,245; Mozambique 6,831 / 6,334 / 7,009; Rwanda 11,192 / 4,142 / 6,5; Ghana 8,431 / 4,658 / 5,735; Uganda 8,709 / 7,247 / 5,182; Egypt 7,156 / 4,674 / 5,147; Sudan 6,841 / 5,981 / 5,067; Chad -0,361 / 0,279 / 5,055; Kenya 1,553 / 2,592 / 4,983; Namibia 4,288 / -0,811 / 4,379; Senegal 3,242 / 2,195 / 4,244; Libya 2,348 / -2,312 / 4,164; Tunisia 4,521 / 3,097 / 3,693; Algeria 2,4 / 2,375 / 3,333; Morocco 5,587 / 4,949 / 3,15; Lesotho 4,669 / 3,049 / 2,444; Eritrea -9,783 / 3,877 / 2,194; Swaziland 3,063 / 1,173 / 1,986; Italy -1,323 / -5,217 / 1,296.

  14. ale

    Se anche l’italia per un qualunque strano motivo dovesse crescere soprattutto al sud, ad esempio es: agganciandosi ai paesi più forti Germania – Francia – ecc, e con le capacita individuali… ma senza un mutamento socio/culturale e dell’apparato di governo in senso lato (esecutivo – legislativo – giudiziario) ebbene, andremmo a finire in mano alla criminalità organizzata (ufficiale cioè mafia e non ufficiale deputati corrotti e dirigenti di enti pubblici), con conseguenti scempi edilizi, e via dicendo.Quindi allo stato attuale preferisco una crescita 0. Prima Regole, cambiamento socio/culturale e poi economia.

  15. Matteo Bertamini

    Non è possibile comparare il dato italiano a quello spagnolo, se uno dei due paesi è fortemente influenzato da attività economica mafiosa.

  16. Francesco Maria Toscano

    L’Italia produce poca ricchezza, ma quella che produce la divide in modo troppo diseguale.

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