Da più di due anni, attraverso vari programmi, l’Unione europea emette Eurobond. Le principali agenzie gli assegnano il rating massimo, ma ciononostante non sono diventati un punto di riferimento per il mercato e soffrono la concorrenza dei titoli emessi dai singoli stati membri. Il problema, più che tecnico-economico, è di natura politica: l’Europa non è ancora una vera federazione. La Bce ha risposto alla crescita repentina dell’inflazione con progressivi rialzi dei tassi di interesse. Per prevederne gli effetti si affida a modelli econometrici. Un esercizio di simulazione mostra che l’impatto sull’economia reale comincia a palesarsi in un periodo successivo alle decisioni, quando probabilmente potrebbe essere troppo tardi per un cambio di rotta, se fosse necessario. A partire dal Fit55 l’Unione europea si è data obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni e, con piani successivi, anche una politica industriale per raggiungerli, puntando sulle fonti rinnovabili. Ora però arriva un passo indietro, in particolare sul fotovoltaico. Con un doppio rischio: dipendere dalla Cina per le componenti e subire la concorrenza Usa sui segmenti tecnologicamente più avanzati. Politiche pensate per ridurre le disuguaglianze territoriali, ad esempio i fondi strutturali europei, possono portare a risultati opposti a quelli desiderati. Come è accaduto in Molise. Per evitarli sono indispensabili scelte accurate e controlli precisi, tanto più ora con le decisioni da prendere sulla destinazione delle risorse del Pnrr. Statistiche che propongono numeri spropositati, riprese acriticamente da giornali importanti, non aiutano l’analisi e la comprensione dei problemi del mercato del lavoro in Italia, come dimostra un caso molto recente sui salari nelle province italiane. Crescono gli attacchi informatici e, in tutto il mondo, cresce vertiginosamente il mercato della sicurezza informatica. In Italia, però, il rapporto tra investimenti per la spesa digitale e Pil ci vede all’ultimo posto tra i paesi del G7.

Nell’ultimo anno lavoce.info si è occupata a lungo della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze, analizzandone gli aspetti economici, politici e sociali. Per offrire ai nostri lettori una visione complessiva delle molte e diverse implicazioni del conflitto, abbiamo raccolto questi interventi nell’e-book “Un anno di guerra in Ucraina”,  disponibile qui.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. 

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