I patti di non concorrenza fatti firmare ai lavoratori dipendenti sono diffusi in Italia più di quanto si pensi, e non riguardano solo le posizioni manageriali. È un fenomeno che rischia di limitare la già bassa mobilità del lavoro nel nostro paese. Benché la fase più acuta della crisi innescata da Silicon Valley Bank sia superata, sulle banche regionali Usa continuano a pesare tre problemi: il calo dei depositi, le perdite sui titoli in portafoglio e la probabile minore reddittività a seguito di una regolamentazione che si farà più severa. Anche le banche centrali dovranno muoversi con molta prudenza. Archiviato il Superbonus 110 per cento per palese insostenibilità finanziaria, resta la questione di come migliorare l’efficienza energetica degli edifici, un passaggio essenziale per la transizione ecologica. La strada da seguire è indicata dalla direttiva approvata dal Parlamento europeo, che prevede un piano selettivo su obiettivi e beneficiari. L’attuazione dell’autonomia differenziata solleva questioni di grande rilievo per la gestione delle politiche pubbliche e la sostenibilità finanziaria. Nel Ddl presentato dal governo manca però uno schema di riferimento per il finanziamento delle funzioni aggiuntive. E prima ancora andrebbe delineato un sistema di perequazione adeguato sulle materie già assegnate alle regioni. Le difficoltà incontrate nell’attuazione del Pnrr derivano da un iniziale difetto di metodo: non si è costruita una visione condivisa degli obiettivi da raggiungere. C’è ancora tempo per rimediare e definire un “patto per lo sviluppo” con i territori, ascoltando le loro priorità. Seguendo l’esempio di altri stati, anche il nostro paese dovrebbe istituire un comitato per la produttività. Permetterebbe di individuarne i fattori trainanti e darebbe indicazioni sulle politiche per rafforzarne la crescita. Il “triangolo del litio”, con metà delle risorse mondiali, si trova tra Argentina, Bolivia e Cile. Eppure, i tre paesi producono solo un terzo dell’offerta del metallo, perché vari ostacoli normativi e tecnici, oltre a una certa instabilità politica, frenano lo sviluppo dell’industria estrattiva in quei territori.
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