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Un’esplosione di visitatori mette a dura prova le destinazioni

I numeri degli arrivi turistici sono destinati superare i livelli pre-pandemici. Ne derivano affollamento e perdita delle culture locali. In Europa e in Italia, il turismo di massa è un fenomeno ormai fuori controllo che ha bisogno di essere amministrato.

Il problema del turismo di massa

Il turismo di massa è una delle sfide più pressanti e complesse affrontate dalle destinazioni turistiche in tutto il mondo. Negli ultimi decenni, il settore ha registrato una crescita esplosiva, spinto da una combinazione di fattori come l’aumento dei redditi, l’abbassamento dei costi dei viaggi e una maggiore accessibilità alle destinazioni. Il boom ha portato a una democratizzazione delle vacanze e a un aumento senza precedenti del numero di viaggiatori in tutto il pianeta.

Sebbene questa forma di turismo popolare possa portare notevoli vantaggi economici alle destinazioni, con un significativo apporto di entrate e creazione di posti di lavoro, la sua crescita incontrollata può generare una serie di gravi problemi sia per l’ambiente che per le comunità locali.

Tra le principali preoccupazioni associate al turismo di massa ci sono l’over-tourism, la degradazione del patrimonio culturale, l’inquinamento ambientale, l’eccessivo consumo di risorse, lo sfruttamento del lavoro e l’omologazione delle destinazioni. Le attrazioni turistiche più famose e icone mondiali che un tempo erano gioielli nascosti rischiano oggi di essere travolte da un flusso inarrestabile di visitatori, compromettendo la qualità dell’esperienza per i turisti stessi e mettendo a repentaglio la sostenibilità della destinazione.

Il turismo di massa può anche portare a un aumento dei prezzi degli alloggi e dei servizi, costringendo i residenti a lasciare le loro case e le loro attività tradizionali per fare spazio a strutture alberghiere e infrastrutture turistiche. Il fenomeno può causare una perdita della cultura locale e la creazione di quartieri incentrati esclusivamente sul turismo, privi di autenticità e vitalità.

Mai così tanti turisti

Tra il 1994 e il 2019, il numero ufficiale di turisti a livello mondiale ha registrato una crescita strabiliante, arrivando a toccare la cifra di 2,4 miliardi di visitatori all’anno, con un aumento di 1,32 miliardi nel giro di 25 anni.

Il notevole aumento è stato stimolato principalmente dalle industrie turistiche locali e dalle incisive campagne promozionali degli stati interessati. I residenti locali hanno avuto poco controllo su questo afflusso massiccio di turisti con un peggioramento drastico della qualità della vita e il relativo abbandono delle zone centrali delle città a vocazione prevalentemente turistica.

L’espansione del settore turistico è stata particolarmente preoccupante in alcune città europee. A partire dagli anni Novanta, molte di queste destinazioni hanno effettuato miglioramenti significativi in termini di sicurezza e servizi, e con la proliferazione dei voli a basso costo e dei treni internazionali, i viaggi brevi sono diventati una pratica comune.

Nel corso del 2023, l’Italia vive un vero e proprio boom del turismo, registrando un afflusso record di visitatori. Secondo le statistiche dell’Istat, l’incremento rispetto al 2022 è stato del 43 per cento, superando di quasi il doppio le cifre di Spagna e Francia, con un aumento di circa un milione di turisti stranieri al mese. Se la tendenza dovesse proseguire, il nostro paese potrebbe presto superare i livelli di turismo del 2019.

Nel primo trimestre del 2023, sono stati registrati numeri eccezionali, ma c’è un aspetto importante da considerare: l’aumento degli arrivi di turisti (il numero di persone che arrivano) sta crescendo a un ritmo molto più veloce rispetto alle presenze (il numero totale di pernottamenti). In altre parole, cresce il numero di turisti che scelgono di fermarsi solo per una o due notti. Questo tipo di turismo rapido invade le vie del centro, riempiendole di bar e hotel, ma non contribuisce a creare quei ritmi “lenti” e più sostenibili di cui ci sarebbe bisogno per un impatto positivo sulle comunità locali.

L’Europa continua a essere la principale destinazione turistica a livello mondiale, con Francia e Italia in testa: attraggono rispettivamente 323.317 mila turisti e 159.720 ogni 100 mila abitanti. I governi hanno investito pesantemente nel settore, inizialmente puntando sugli americani e, più di recente, sui turisti cinesi e indiani. Questa vasta platea di circa due miliardi di persone, con una borghesia in crescita, si affaccia sempre più verso l’Europa per le proprie vacanze, guidata da uno stile di vita consumistico.

Nel contesto del modello capitalista, non sono solo i beni materiali a essere consumati, ma anche le esperienze. Questo atteggiamento modifica le dinamiche delle attività locali, che tendono a servire principalmente i turisti, a discapito dei servizi per i cittadini. Le mercerie e gli studi dentistici scompaiono, gli autobus sono sempre più affollati. Inoltre, le abitazioni vengono trasformate in alternative agli alberghi grazie a piattaforme come Airbnb, causando una perdita del senso di comunità e la trasformazione dei quartieri storici in parchi a tema, saturati di souvenir.

Con l’aumento dei prezzi e l’incremento dell’inquinamento generato dai flussi di massa di turisti che visitano varie grandi città in poche settimane, non sorprende che chi possa permetterselo scelga di trasferirsi altrove. Un esempio emblematico è Venezia, dove la popolazione si è ridotta di due terzi nell’arco di sessant’anni, a causa degli impatti del turismo di massa sulla città.

Le amministrazioni locali cercano delle soluzioni

Le sfide legate al turismo di massa non conoscono confini e richiedono una collaborazione internazionale per individuare soluzioni efficaci. Organizzazioni internazionali, governi nazionali, autorità locali e il settore privato devono unire le forze per bilanciare gli impatti positivi e negativi del turismo di massa e preservare il patrimonio culturale e naturale del nostro pianeta per le generazioni future.

Per gestire l’afflusso di turisti, molte destinazioni stanno adottando misure come l’installazione di tornelli, il controllo degli accessi alle spiagge e la promozione di alternative meno affollate. Alcuni governi si sono concentrati sul regolamentare gli affitti turistici, introducendo norme e restrizioni per bilanciare la domanda di alloggi tra turisti e residenti locali.

Nel tentativo di affrontare il problema dell’eccessivo afflusso di turisti, vengono adottate diverse strategie nelle destinazioni più colpite. Alcune città, come Venezia, utilizzano tornelli e controlli di accesso per regolare il flusso di visitatori.

Al fine di deviare l’attenzione dalle mete più affollate, le autorità promuovono alternative meno conosciute, ma altrettanto interessanti per i turisti. Questo approccio mira a distribuire più equamente l’afflusso di visitatori tra le diverse destinazioni.

Una questione critica riguarda anche gli affitti turistici, con governi e amministrazioni locali che intervengono per limitare l’impatto sul mercato immobiliare e sulle comunità residenti. Esempi di queste azioni includono il regolamento degli affitti turistici a Londra, Berlino e Barcellona, nonché a giugno di quest’anno l’introduzione di una norma non retroattiva a Firenze per controllare gli affitti brevi nel centro storico riconosciuto dall’Unesco.

Affrontare queste sfide richiede politiche lungimiranti a tutti i livelli, con limitazioni del numero di visitatori, regolamentazioni per le strutture turistiche e tasse finalizzate a finanziare progetti di conservazione ambientale e culturale. Promuovere alternative di viaggio sostenibili è essenziale per garantire un turismo responsabile.

Il viaggio del futuro deve essere guidato dalla consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni e dalla protezione delle peculiarità di ogni destinazione. Le amministrazioni devono collaborare con gli operatori turistici, le organizzazioni ambientali e la comunità locale per costruire un turismo sostenibile ed equo, che assicuri la prosperità senza mettere a rischio il futuro delle prossime generazioni. Solo con un impegno comune possiamo affrontare con successo le sfide del turismo di massa e promuovere un’industria turistica sostenibile e responsabile.

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  1. Giovanni

    La notizia relativa ai “tornelli” a Venezia non corrisponde a realtà veramente. È stata annunciata la misura (nel contesto di un sistema di prenotazione per accedere al centro storico) ma non è ancora stata applicata bensì più volte posticipata. Attualmente l’adozione del sistema è rimandata al 2024 e per un numero limitato di giorni. Recentemente l’UNESCO ha proposto di inserire Venezia nella lista dei siti in pericolo di perdere i requisiti come sito tutelato a causa delle azioni ritenute insufficienti e contraddittorie intraprese da Comune, Regione e Stato per contrastare l’overtourism.

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