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La Russia nel “Mondo al Contrario”

Tra i molti rilievi mossi a Roberto Vannacci per le affermazioni contenute nel suo libro, c’è anche l’accusa di filo-putinismo, che l’interessato respinge. Eppure, l’analisi del testo rimanda un’immagine molto positiva della Russia guidata da Putin.

La domanda 

Il recente libro di Roberto Vannacci intitolato Il mondo al contrario ha avuto grande impatto mediatico e suscitato grandi discussioni sulle tematiche toccate nei vari capitoli. Al di là dei contenuti del libro, il dibattito si è focalizzato anche sulle relazioni tra l’autore e la Russia, con accuse di filo-putinismo negate dall’autore, che ha ricordato di essere stato “cacciato” da Vladimir Putin e Sergej Lavrov poco dopo l’invasione dell’Ucraina. Alla luce di queste discussioni può essere interessante chiedersi quale sia l’immagine della Russia che emerge da Il mondo al contrario

La metodologia e i risultati

Una risposta alla domanda può essere trovata facendo un’analisi di testo, ricercando le parole “Russia” e “Mosca” nel libro e soffermandosi sulle frasi in cui queste sono contenute per derivare un “indice di sentimento” nei confronti della Russia. 

L’analisi rivela che le parole ricercate ricorrono circa venti volte. Riportiamo qui di seguito il testo del libro vicino alle ricorrenze.

Pagina 32 – capitolo “L’ambientalismo”“(…) Le proteste sono sostenute dal Climate Emergency Fund, con sede nella ricchissima ed esclusiva Beverly Hills, in California. L’organizzazione elargisce mazzette di bigliettoni per mobilitare gli attivisti soprattutto nel Vecchio Continente e nel civilizzato “Occidente”, perché in Cina, Russia e India tali espedienti non funzionano. (…)”.

Pagina 35 – capitolo “L’ambientalismo” “(…) a causa dell’assenza di una possibile alternativa nucleare per sopperire alle carenze di gas imposte dalle tensioni geopolitiche tra Russia e Occidente si è ritornati al carbone, che è la fonte di energia acclaratamente più inquinante e più letale che esista nel globo. (…)”. 

Pagina 70 – capitolo “L’energia”“(…) Lo abbiamo visto con la crisi scaturita dalla guerra tra Ucraina e Russia: chi si è trovato in maggiore difficoltà sono quei Paesi, come l’Italia e la Germania (…)”.

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Pagina 72 – capitolo “L’energia”“(….) Nazioni intere come Iraq, Iran, Qatar, Nigeria, Russia, Emirati Arabi, Libia, Azerbaijan e molti altri, basano essenzialmente la sopravvivenza sull’estrazione di combustibili fossili ed è semplicemente impensabile che i rispettivi governi rinuncino a questa unica ricchezza per perorare le cause dei seguaci di Greta. (…)”.

Pagina 104 – capitolo “La società multiculturale e multietnica” “(…) Guardate il Brasile, il tanto enfatizzato Canada, la Cina, il Giappone, la Svezia, la Russia, ma anche gli stati africani come la Nigeria, il Congo, il Sudafrica e chi più ne ha più ne metta. In nessuna di queste realtà il multiculturalismo ha attecchito! (…)”.

Pagina 116 – capitolo “La società multiculturale e multietnica”“(…) In Russia c’è lavoro, e ce n’è anche tanto. Rispetto a molti posti del mondo, vi si vive anche abbastanza bene. A Mosca quasi tutti i tassisti sono kirghisi, uzbechi o tagichi come quasi tutti gli operai che manutengono le strade, che sgomberano le città dalla neve nel lungo inverno e che lavorano nelle costruzioni e nell’agricoltura. (…)”.

Pagina 117 – capitolo “La società multiculturale e multietnica”“(….) Ma in Russia, nonostante l’incredibile estensione del territorio e l’impossibilità di gestirne e controllarne le frontiere, l’immigrazione clandestina non esiste o è un fenomeno relegato alle popolazioni nomadi delle steppe asiatiche. Il clandestino in Russia non lo vai a fare perché sai che non avrai vita facile. Per immigrare in Russia le candidature dei potenziali lavoratori sono vagliate nel paese di origine e, a chi viene accettato, è garantito il contratto di lavoro ed il contratto per la casa prima ancora dell’ingresso nella terra degli Zar. (…)”.

Pagina 147 – capitolo “La sicurezza e la legittima difesa” “(…) Per non parlare della Russia, ed in particolare di Mosca, dove incontravo, ben dopo l’imbrunire nei grandissimi e bellissimi parchi cittadini, donne sole e mamme con bambini che assaporavano il fresco delle sere estive senza il benché minimo timore di essere molestate da qualcuno (…)”.

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Pagina 148 – capitolo “La sicurezza e la legittima difesa”“(…) Parlando di grandi paesi, Cina e Russia hanno un indice di criminalità notevolmente inferiore ai grandi paesi europei, agli Stati Uniti e al Canada (…)”.

Pagina 205 – capitolo “La famiglia”“(…) Nella Cina di Mao e nella Russia di Stalin i bambini erano considerati figli del popolo e dovevano quindi essere affidati, sin dalla più tenera età, a istituzioni statali che diffondessero, senza alcuna interpretazione del caso, la dottrina di regime. (…)”.

Pagina 328 – capitolo “La nuova città” “(…) Quando abitavo a Mosca ho visto decine di vecchie e decrepite strutture cadere sotto le pale dei bulldozer e lasciare il posto a edifici nuovi, moderni, termo e fonoisolati e dotati di ampi garage. (…)”. 

Il sentimento verso la Russia

L’analisi del testo rivela un sentimento fortemente positivo nei confronti della Russia. Nell’unica connotazione non positiva (pagina 205 – Capitolo “La famiglia”) il paese è qualificato come “la Russia di Stalin”.

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  1. Savino

    Personaggio indegno della divisa che indossa. Mazzette di bigliettoni le ha prese lui dal contribuente italiano che gli paga lo stipendio da 30 anni non certo per scrivere queste infamità.

  2. .Scaccabarozzi Umberto

    Quando ero un ragazzo mi piaceva assistere,durante la campagna elettorale,in piazza del Duomo a Milano,alle discussioni che capannelli di persone facevano.Quando qualcuno parlava in maniera critica dell’Unione Sovietica e del modo di vita dei sovietici e di Stalin,si inserivano,sempre,nei dibattiti,personaggi che dicevano di essere appena tornati dall’URSS e raccontavano tutto il bene di quel paese….Roberto Vannacci mi ha ricordato quel tempo passato.Umberto Scaccabarozzi

  3. Barbara Morganti

    Il termine ‘filo-putiniano’ è una fra le tante etichette inutili e superficiali con la quale ultimamente i giornalisti, in seguito al triste evento dell’invasione ucraina da parte della russa amano utilizzare per categorizzare in modo estremamente banale, il pensiero di coloro che si sono espressi e continuano ad esprimersi in favore della pace e della diplomazia.

    Estrarre da un libro , un qualsiasi libro, frasi in cui viene menzionata una parola, in questo caso il nome di un paese, non fa luce e non dimostra assolutamente nulla. Leggendo il suo articolo Sig Favero, l’unica cosa che deduco è che l’autore del libro ha vissuto in Russia ed ha notato, quegli stessi aspetti della Russia che notai io quando lavoravo a Mosca, alcuni dei quali positivi, altri negativi. Cosa che accade a chiunque vada a vivere in un paese straniero. Si fa l’esperienza, si osserva e si traggono conclusioni personali. La cultura russa per chi l’ha studiata o vissuta è indubbiamente affascinante e non ha nulla a che vedere (per fortuna) con la politica o la guerra.

    Nel suo articolo lei stabilisce una relazione che in realtà non esiste tra il ‘filo-putinismo’ (tra l’altro non ‘filo-russo’) nella sua accezione negativa riguardo alla vicenda dello scontro Russia-Ucraina e un’ opinione, un sentire personale da parte dell’autore riguardo alla sua esperienza in Russia.

    Cordiali saluti

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