La probabilità di ottenere la certificazione IG per un prodotto locale è influenzata dal luogo di nascita dei membri del consiglio regionale. Il rischio è una proliferazione delle IG, accentuato da una recente riforma. I risultati di uno studio.

La valorizzazione dei sistemi locali di produzione

I politici tendono a dare priorità alle aree che li hanno sostenuti nelle elezioni, inclusi i loro territori d’origine e i comuni limitrofi. Il fenomeno è ben documentato nella letteratura di economia pubblica, che illustra come i decisori politici assegnino strategicamente risorse pubbliche a livello territoriale. Lo sviluppo territoriale è, d’altro canto, obiettivo primario delle politiche europee e nazionali, le quali mirano a sostenere la crescita e l’inclusione delle aree più svantaggiate. Il ruolo di fattori di politica locale può manifestarsi pertanto non solo in politiche fiscali, ma anche in altre misure e strumenti a loro supporto.

Per lo sviluppo socioeconomico dei territori sempre più spazio è riservato a strumenti basati sulla valorizzazione dei sistemi locali di produzione. In questo processo, i prodotti agroalimentari, e nello specifico i prodotti vitivinicoli, hanno assunto un ruolo centrale grazie all’inscindibile legame tra prodotto e territorio. Il legame è diventato pertanto strategico sfociando in un sistema complesso di “indicazioni geografiche” (IG – prodotti Dop e Igp).

Nato all’inizio degli anni Novanta in Ue, lo schema delle IG è attualmente la principale politica per la qualità dei prodotti agroalimentari e ha l’obiettivo di preservare e tutelare prodotti la cui reputazione e le cui caratteristiche sono principalmente dovute al territorio di origine e, pertanto, non riproducibili in contesti territoriali differenti.

La letteratura economica ha dimostrato come lo schema delle IG non solo sia efficiente nel raggiungere il suo obiettivo primario, di tutela dei prodotti locali di qualità, ma anche nel trasformarsi in volano di sviluppo economico-sociale. Territori che sono regione di origine di prodotti IG sono stati caratterizzati da più alti tassi di crescita della popolazione e dell’occupazione in settori a più alto valore aggiunto, maggiore attrattività turistica e di investimenti diretti esteri, nonché di maggiore competitività internazionale. Tutto ciò ha attratto l’interesse dei politici locali, con l’obiettivo di promuovere e supportare lo sviluppo socioeconomico dei territori da essi gestiti. Un esempio fra tutti, il prosecco Conegliano Valdobbiadene, riconosciuto Docg nel 2009, le cui colline sono oggi patrimonio Unesco, nonché regione di origine di una delle IG traino del settore vitivinicolo nazionale. Non tutti i prodotti tipici ricevono tuttavia la certificazione, sollevando interrogativi sui fattori che possono influenzare il processo di certificazione e la loro inclusione nel registro europeo.

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Lo studio

Un nostro studio recente indaga se la probabilità di ottenere la certificazione IG per un prodotto locale sia influenzata dal luogo di nascita dei membri del consiglio regionale. Concentrandoci sul settore vitivinicolo italiano, analizziamo dati a livello comunale che vanno dal 2000 al 2020 per esplorare la relazione tra il luogo di nascita dei politici regionali e la certificazione IG. Il processo di certificazione inizia, infatti, con la richiesta da parte di un gruppo di produttori e attori locali alle istituzioni locali di competenza, e solo dopo il loro parere positivo la domanda passa agli organi europei (figura 1).

Figura 1 – Il processo di certificazione

I risultati mostrano che i comuni di origine dei legislatori regionali hanno una probabilità maggiore di ottenere la certificazione IG. L’effetto è più pronunciato nelle regioni con istituzioni formali più deboli, dove le reti informali esercitano una maggiore influenza. Utilizzando i dati provinciali di Institutional Quality Index (Iqi) emerge infatti che è più forte nelle aree a più alta corruzione, dove c’è meno efficacia del settore pubblico e dove c’è meno capitale sociale. Queste evidenze gettano luce sul ruolo dei meccanismi istituzionali e delle reti informali nella definizione delle politiche, specialmente in regioni con minore qualità istituzionale.

I rischi sulla credibilità del sistema

I risultati del nostro studio possono avere importanti implicazioni per i decisori politici e contribuiscono alla letteratura sulle politiche territoriali e sui vincoli politici. L’esistenza di interessi politici ed elettorali sul processo decisionale delle IG mina l’efficacia della certificazione per almeno due ragioni. La prima è che i politici regionali nel prediligere le richieste IG dei comuni dove sono nati, a discapito di altre, penalizzano di fatto potenziali IG che sarebbe più opportuno tutelare. La seconda è che in futuro vi è il rischio di concedere troppe IG, compromettendo il ruolo di differenziazione qualitativa della certificazione. In altre parole, se troppi territori hanno un’IG, c’è la possibilità che nessuno venga più considerato di alta qualità. Il fenomeno è già abbastanza evidente in Italia, dove ogni comune è compreso in almeno una regione IG di origine (food o wine).

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Analizzando i meccanismi dietro la certificazione IG, il nostro studio sottolinea la necessità di riflettere sull’interferenza politica nell’attuazione delle politiche per garantire l’efficacia delle iniziative territoriali. La sfida sarà tanto più cruciale nel prossimo futuro per il crescente ruolo che la riforma del sistema IG approvata all’inizio del 2024 ha dato ad attori locali e organizzazioni di produttori, attribuendo loro, almeno in parte, l’autorità decisionale.

La nostra analisi si concentra principalmente sulle conseguenze in un contesto specifico, ma la più ampia rilevanza del favoritismo della politica è un tema di crescente importanza in vari paesi e settori.

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