I rischi del cripto mercantilismo statunitense sono gravi per l’Unione europea e ancor più per i paesi suoi partner commerciali. Per contrastarli, va formulata una strategia alternativa, costruita su un’infrastruttura pubblica basata sull’euro digitale.
Due approcci diversi al denaro digitale
L’ascesa del denaro digitale offre opportunità e sfide. L’Unione europea e gli Stati Uniti adottano approcci profondamente diversi verso le nuove forme di moneta emessa utilizzando la blockchain. L’amministrazione Trump ha scelto di dare priorità alle stablecoin di enti privati, mentre in Europa procede il percorso per l’adozione dell’euro digitale. Qui vogliamo analizzare i rischi della politica “cripto mercantilista” statunitense sulle stablecoin per l’Europa e per l’euro.
Le stablecoin sono criptovalute convertibili alla pari in moneta avente corso legale. Sono garantite dalla qualità degli investimenti dell’emittente. Promuovendone l’uso globale, gli Stati Uniti cercano di rafforzare il dominio del dollaro a livello mondiale, soprattutto attraverso gli investimenti denominati nella moneta Usa da parte degli emittenti e rafforzandone l’uso internazionale per i pagamenti effettuati con stablecoin.
Il rischio di “dollarizzazione digitale”
Il predominio delle stablecoin denominate in dollari ha tre rischi principali. Il primo è per la stabilità finanziaria, in quanto gli emittenti sono soggetti a run mentre il sistema bancario tradizionale rischia la disintermediazione. In secondo luogo, le stablecoin denominate in dollari – se adottate in massa – possono portare a una “dollarizzazione digitale” dell’area dell’euro. Ciò creerebbe rischi di cambio per le famiglie e le imprese europee e restringerebbe la possibilità di trasmettere la politica monetaria europea. Il terzo pericolo è che l’ampia circolazione di stablecoin denominate in dollari limiti gravemente la sovranità monetaria di paesi terzi partner commerciali dell’Ue, riducendo il ruolo internazionale dell’euro.
Il quadro giuridico europeo e quello Usa
Per valutare l’impatto di questi rischi è necessario analizzare il quadro giuridico applicabile alle stablecoin. In Europa, dal 2024 è in vigore il Market in Crypto Asset Regulation (MiCAR). A sua volta, il Senato degli Stati Uniti ha approvato il Genius Act, ora in attesa di voto alla Camera.
L’analisi comparata delle due legislazioni evidenzia che il MiCAR dà priorità alla protezione degli investitori e alla stabilità del sistema finanziario e monetario dell’Unione europea. Al contrario, il Genius Act dà priorità all’innovazione, focalizzandosi sul ruolo del settore privato e sfruttando la posizione dominante delle grandi aziende tecnologiche statunitensi nel commercio online e nei social media.
Di fronte alla strategia aggressiva del legislatore statunitense, il MiCAR prevede garanzie stringenti per prevenire la dollarizzazione digitale dell’economia europea. In particolare, l’emissione di stablecoin non denominate in euro può essere limitata da un parere della Banca centrale europea, ove quest’ultima ravvisi rischi significativi per la sovranità monetaria e la trasmissione della politica monetaria. È fondamentale che la Bce monitori tali rischi e sia pronta ad agire per evitarli.
L’area euro sembra dunque protetta dal MiCAR, al costo di un limitato incentivo all’innovazione nell’industria cripto. Non è così, invece, per altri paesi con un basso livello di inclusione finanziaria e con valute più instabili. Questi paesi si troveranno a fronteggiare gravi rischi per la loro sovranità monetaria e stabilità finanziaria portati dalla “dollarizzazione digitale”. Una larga adozione delle stablecoin denominate in dollari rafforzerebbe ulteriormente la supremazia del dollaro come valuta di riserva. Infatti, l’internazionalizzazione di una valuta è strettamente legata al suo ruolo nelle transazioni commerciali. Questo ridurrebbe dunque l’attrattività dell’euro come valuta di riserva.
La strategia da seguire
Di fronte a queste dinamiche, è importante che l’Unione europea non abbia un atteggiamento di mera attesa, ma che formuli una strategia alternativa costruita su un’infrastruttura pubblica basata sull’euro digitale. Infatti, l’Unione europea commetterebbe un grave errore strategico cercando di competere con gli Stati Uniti nel campo delle stablecoin private, indebolendo le tutele del MiCAR. Al contrario, l’Ue è chiamata a un salto di qualità, rendendosi promotrice di un multilateralismo dei pagamenti, facendo leva sul progetto dell’euro digitale. In questo modo, potrà trarre vantaggio da un uso più diffuso dell’euro nelle transazioni commerciali internazionali, aiutando al contempo i paesi terzi a contrastare la dollarizzazione digitale. A tal fine è necessario garantire l’interoperabilità delle monete digitali emesse da banche centrali e dei sistemi di pagamento transfrontalieri.
I pericoli posti dal cripto mercantilismo statunitense sono gravi non solo per l’Unione europea, ma ancor più per i suoi partner commerciali. Per contrastarli, l’Ue dovrà guidare e coordinare i progetti internazionali per l’offerta di moneta digitale pubblica emessa dalle banche centrali e di sistemi di pagamento veloci, efficienti e interoperabili. Ciò comprende la condivisione di informazioni, standard di comunicazione coerenti, standard comuni in materia di antiriciclaggio e approcci normativi comuni per facilitare i pagamenti transfrontalieri.
* Una versione in lingua inglese di questo articolo è apparsa su VoxEU. Il contributo si basa su un report pubblicato dall’autore assieme a Jens van ‘t Klooster ed Eric Monnet per il Parlamento europeo. La versione integrale è consultabile qui.
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Kim ALLAMANDOLA
Diciamola altrimenti: la sfiducia nelle istituzioni formali è tale per cui società fantasma nelle isole Vergini sono ritenute meno indegne di fiducia. Ai margini SE l’euro digitale sarà https://ich.taler.net/t/ngi-taler-roadmap/ ovvero software libero, operato direttamente dalla BCE senza commissioni che sono il fulcro dell’odio contro il denaro elettronico perché pochi giganti parassiti mungono dai più per cui 100€ scambiati 100 volte diventano zero, beh allora l’Euro digitale avrà un futuro.
Altrimenti che sia Solana (TPS comparabili a Visa) o BTC/Lightning ci sarà da aver meno sfiducia in software sparso per il globo che non in qualche cleptocrazia privata. Il danno reputazionale che la crisi ha prodotto nelle istituzioni correnti è incolmabile.