Stipendi, una crisi lunga trent’anni

Lavoce in mezz’ora è il nuovo format di divulgazione de lavoce.info. Due volte al mese, in mezz’ora di conversazione, affrontiamo temi centrali per il dibattito pubblico insieme a esperti del settore. In questa terza puntata parliamo con Andrea Garnero, economista del lavoro all’Ocse, redattore de lavoce.info e autore di un recente libro sulla questione salariale.

L’Italia vive una condizione unica tra i paesi Ocse: da oltre trent’anni i salari non crescono, e in termini reali oggi valgono persino meno rispetto al 1991. Un fenomeno che va oltre il tema del “lavoro povero” o della pressione fiscale, e che ha radici profonde: la stagnazione della produttività, le rigidità della contrattazione, un mercato del lavoro sempre più frammentato e la difficoltà delle imprese a valorizzare competenze e qualifiche.

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Stipendi a scuola: c’è chi ci guadagna e chi ci perde

  1. Savino

    C’era una volta la scala mobile, che non generava alcuna spirale inflazionistica e garantiva adeguamento al potere d’acquisto reale, premesso che e’ la domanda che fa il mercato. Con la complicita’ dei sindacati, Craxi (che critico qui sul piano di politiche sbagliate che ha fatto, inutile che la figlia Stefania si offenda perche’ disonoriamo la memoria del padre) la aboli’ e, al referendum che voleva cancellare le sue decisioni, invito’ gli operai ad andare al mare contro i loro interessi. Questa e’ storia ed e’ sottolineatura di politiche dei redditi sbagliate

  2. Vincenzo M

    Non mi convince la lettura sul cuneo fiscale, che sarebbe una percentuale simile a quella di altri paesi europei (Francia, Germania). Se i salari sono di molto inferiori e il cuneo (%) è lo stesso, significa che a parità di salario il cuneo da noi è più alto (dato che la tassazione è progressiva). Insomma, l’incidenza della tassazione è maggiore.
    Sbaglio?
    Grazie molte e complimenti per l’iniziativa

  3. Sam

    Intanto il problema di fondo è che in tre quarti di secolo non si è mai attuato l’art. 39 della Costituzione, con la registrazione dei sindacati.
    Quindi adesso — senza poter valutare l’effettiva rappresentatività delle varie sigle — siamo in una notte in cui tutti i gatti sono bigi, e poi non ci si può lamentare se proliferano i contratti pirata a ribasso sottoscritti da quattro gatti.

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