Il cambiamento tecnologico percorre tutta la storia dell’umanità. Ma solo dalla rivoluzione industriale in poi l’innovazione si accompagna alla crescita economica. Mokyr, Aghion e Howitt, i premi Nobel dell’Economia 2025, ci hanno spiegato perché.
Chi sono i tre Nobel del 2025
Il cambiamento tecnologico è sotto gli occhi di tutti. L’avvento di Chat-Gpt a novembre 2023 è un esempio clamoroso di innovazione contemporanea. I più anziani di noi ricordano l’avvento di Internet alla fine del secolo scorso e la rivoluzione dell’Ict che ne seguì. L’introduzione dello smartphone a inizio secolo con la famosa “re-invenzione del telefono” di Steve Jobs è un altro ottimo esempio. In realtà, il cambiamento tecnologico è un processo che è sempre esistito nella storia dell’umanità. Ciò che riguarda solo gli ultimi duecento anni è il legame tra innovazione tecnologica e crescita dell’economia. Il premio dell’Economia in memoria di Alfred Nobel è andato nel 2025 a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt per aver compreso quel legame e per averci spiegato – come mai – a partire dalla fine del 1700 l’innovazione tecnologica si è accompagnata a una pressoché costante crescita economica.
Joel Mokyr è uno storico economico. Nella sua vita ha studiato come la crescita si faccia sostenuta quando compaiono una serie di condizioni che erano assenti prima della rivoluzione industriale. Un primo aspetto fondamentale riguarda l’interazione tra scienza e tecnologica e la presenza di condizioni idonee affinché una società sia pronta ad accogliere favorevolmente cambiamenti tecnologici. Aghion e Howitt si sono invece concentrati sulla crescita economica in tempi moderni e sulle sue caratteristiche di “distruzione”. I due studiosi hanno sviluppato una teoria della crescita che avviene grazie a un processo di distruzione creatrice e “furto di leadership” che permette alla crescita di perpetuarsi. La teoria di Aghion e Howitt contiene gli elementi per comprendere come le nuove tecnologie sorpassano quelle esistenti solo quando alcune imprese vincono il processo innovativo a spese di altre.
Gli studi precedenti
L’idea di fondo è che l’innovazione e il cambiamento tecnologico sono alla base della crescita economica. L’intuizione deriva dai lavori di Bob Solow negli anni Sessanta, che mostravano il legame tra crescita e cambiamento della produttività dei fattori grazie a un formidabile esercizio di contabilità aggregata. Anche per questo motivo Solow fu insignito del premio Nobel nel 1986.
La risposta alla domanda su cosa guida esattamente i cambiamenti tecnologici è stata poi introdotta in economia teorica a inizio degli anni Novanta da Paul Romer. In una serie di ricerche, Romer ha spiegato come il fattore ultimo e cruciale per la crescita economica rimane l’esistenza di un input immateriale, definito dall’economista come la creazione di “idee” non rivali, ossia istruzioni logiche fondamentali per creare nuovi prodotti. Queste idee/istruzioni – a differenza dei normali beni economici – possono essere usate contemporaneamente da diversi soggetti. Paul Romer ha ricevuto il premio Nobel nel 2017.
Il contributo di Aghion, Howitt e Mokyr
Agli studi degli anni Novanta mancava però la spiegazione di come mai la crescita economica a un certo punto riesce a prendere il sopravvento. Da millenni l’innovazione percorre la storia economica, senza essere accompagnata dalla crescita. I tre premi Nobel 2025 hanno spiegato come davvero sia in grado di nutrire la crescita in modo continuo e come si possa generare un sistema economico in cui nuovi prodotti e nuovi processi sostengono il cambiamento.
Mokyr ha enfatizzato come l’innovazione tende ad accelerare quando le scoperte scientifiche e le conoscenze degli uomini comuni che vivono di impresa si re-inforzano a vicenda. Ci sono diverse condizioni chiave affinché ciò possa avvenire, anche perché i miglioramenti teorici e filosofici sono andati avanti per migliaia di anni tra periodi di stagnazione e brevi momenti di grande dinamismo. Ma non hanno generato crescita. Con la rivoluzione industriale le cose sono cambiate. Al centro della rivoluzione industriale vi è il legame tra scienza e tecnologia applicata. L’illuminismo è stato un grandissimo fattore di stimolo alla scienza, ma non fu sufficiente a generare crescita economica. Questo perché diversi gruppi conservatori bloccavano il processo di adozione delle scoperte. Mokyr sostiene che la tolleranza intellettuale per le innovazioni di fine Settecento sia stata davvero un fattore determinante: esisteva, in alcuni luoghi, una società in grado di abbracciare il cambiamento. Ed è uno dei motivi chiave per cui la rivoluzione industriale avvenne in Inghilterra.
Mentre Mokyr studiava la storia, Aghion e Howitt guardavano alla crescita moderna. Hanno creato un modello formale e matematico per capire come avviene l’innovazione. Al centro della scena ci sono gli imprenditori/innovatori che cercano di sottrarre la leadership del mercato alle imprese esistenti. Mentre la teoria di Romer mostrava che l’innovazione tecnologica era complementare a quella esistente, Aghion e Howitt hanno studiato il caso in cui i nuovi prodotti riescono a sostituire quelli esistenti semplicemente perché sono “migliori” di quelli più vecchi. Il modello di Aghion e Howitt è diventato la base di partenza per tutta l’economia della crescita e dell’innovazione. Le verifiche empiriche sono state innumerevoli.
Il fatto che la crescita abbia resistito per duecento anni non può garantire che il processo continuerà per i prossimi decenni. Non si può – e non si deve – darla per scontata e le condizioni elencate sopra devono sempre essere valide. In Italia – purtroppo – la crescita è assente da almeno un quarto di secolo, ma questo è un altro tema e un altro problema, che non riguarda i meriti di Mokyr, Aghion e Howitt.
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