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Luci e ombre dalla scuola

Il decreto legge approvato lunedì dal Consiglio dei ministri rappresenta una chiara inversione di tendenza rispetto a quanto realizzato dai due governi precedenti, Monti e Berlusconi. Aver preso atto che il settore della scuola non poteva essere ulteriormente sacrificato per ragioni di pareggio di bilancio, e che gli insegnanti italiani stanno andando in pensione a ritmi sempre più elevati per ragioni puramente anagrafiche ci sembra un segnale politico importante
Come sempre in questi casi si affiancano luci ed ombre, cui speriamo facciano maggior luce i provvedimenti attuativi. Ci si domanda quali canali di selezione per le immissioni in ruolo verranno utilizzate, visto che già oggi molte graduatorie sono di fatto esaurite. Oppure ci si domanda con quali criteri verranno individuati ordini di scuola e regioni che beneficeranno di queste stabilizzazioni del rapporto di lavoro degli insegnanti. In particolare  con quale criterio verrà individuato dove distribuire gli insegnanti di sostegno, ben sapendo che essi sono relativamente più diffusi nelle regioni meridionali in rapporto alla presenza della disabilità.
Dispiace infine il colpo di spugna fuori tempo massimo sul bonus maturità nella formazione delle graduatorie per le ammissioni alle facoltà a numero chiuso. Non tanto per le modalità di calcolo, tutte ovviamente discutibili, ma per il fatto che per la prima volta si era preso atto di un fallimento sistemico della scuola secondaria, ovverosia perdita della capacità di segnalazione del voto di maturità, e vi si cercava di porre rimedio. Senza nulla togliere al contenuto educativo della relazione tra docente e studente, esiste una dimensione oggettiva della stessa che occorre ripristinare, in quanto si costruisce su di essa la carriera scolastica successiva. Se il voto di maturità avesse un valore oggettivo di comparabilità orizzontale, tra scuole e tra territori, potremmo finalmente fare a meno della serie infinita di test di ammissioni ai corsi universitari, che stanno alimentando l’industria degli estensori di test e dei preparatori allo svolgimento dei test stessi. Possiamo sperare che il test Invalsi in quinta superiore possa risolvere questo problema?

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Spread a confronto

  1. Antonino Di Lorenzo

    Dall’asilo fino alla maturità,conviene riorganizzarsi e seriamente:ce n’é tanto bisogno!
    Per il resto:si potrebbe continuare a perdere tempo.
    Comunque sarebbe preferibile mettervi mano con un nuovo governo monocolore e normale se veramente lo scopo é la riorganizzazione.

  2. johanan_57

    Il numero chiuso nell’accesso alle facoltà è inutile! Sarebbe più giusto ed oggettivo tornare ad un maggior rigore nelle discipline e la selezione sarebbe automatica. I test invalsi applicati agli esami di stato certificherebbero sicuramente il divario di competenze esistente tra gli studenti del nord, centro e sud, e questo vale anche per i neo-laureati visto che i livelli di preparazione iniziali e culturali tra nord e sud rimangono graniticamente a favore dei primi; per poter sperare di cambiare occorrerebbe investire sulla formazione dei docenti, premiare la meritocrazia ed intervenire con importanti risorse economiche nelle zone più degradate del paese, sia in termini di infrastrutture che in quelle organizzative e didattiche.
    Giovanni Rossi Ingegnere e Docente da 30 anni

    • Enrico

      Concordo, il numero chiuso è inutile, anche perchè (questa è la mia impressione) sembra sia stato istituito più per ovviare all’incapacità delle università a gestire un maggior numero di studenti che all’effettiva volontà di selezionare i migliori ( per cosa poi? per dare accesso a quale tempio della conoscenza? Ma avete visto in che stato strutturale sono la maggior parte delle facoltà? Mi ricordo un commento scritto su un muro dei bagni: “al magnifico, manca la carta igienica”).
      Polemiche a parte: il percorso di studio stesso è la selezione migliore; in fondo dalle superiori in poi, la scuola non è più dell’obbligo…

  3. uva63

    Forse un’idea, magari peregrina, ma non più del bonus partorito dal ministero, potrebbe essere quella di legare il voto della maturità ai risultati dei test invalsi. Concedere, cioè, il bonus per il voto dell’esame, agli studenti le cui scuole hanno risultati coerenti con i test.
    In sostanza: buoni voti alla maturità, con buoni risultati della scuola agli Invalsi, i ragazzi prendono il bonus.
    Buoni voti, con pessimi risultati agli Invalsi, niente bonus. La situazione inversa è abbastanza improbabile.
    Pessimi voti, con pessimi risultati agli Invalsi, gli studenti che hanno preso un buon voto, prendono il bonus.
    I casi di grossa discordanza, evidenzierebbero problemi sistemici della scuola, ed il fatto che alcune scuole sul medio termine garantiscano il bonus, altre no, potrebbe generare una corsa, non più al rialzo del voto, quanto ad una maggiore omogeneità delle valutazioni. Forse, un sistema simile renderebbe meno appetibile il cheating (la tendenza all’aiutino), che un sistema legato solo agli Invalsi tenderebbe a generare, ed il voto della maturità sarebbe meno strettamente legato al risultato del test Invalsi del singolo studente.
    Boh, è solo un’idea…

  4. manuela

    Egregio professore, come fa ad affermare che “gli insegnanti stanno andando in pensione a ritmi sempre più elevati per ragioni puramente anagrafiche”? Non ha sentito parlare di una certa riforma Fornero che ci ha condannato a restare in servizio per altri 6 anni, come nel mio caso? Grazie alla piangente signora il numero dei pensionamenti è drasticamente calato, obbligando anche i precari a rimanere in attesa per altri anni perchè i “vecchi” come me non possono andarsene come avrebbero voluto e come sarebbe loro spettato per diritto acquisito.
    Manuela, ex quota96

  5. Raoul Bonfiglioli

    Domanda: ma di quali ritmi sta parlando? Il personale del comparto scuola (naturalmente ancora in servizio “grazie alla riforma Fornero-Monti”), è in assoluto il + vecchio in Europa. Sul piano retributivo e a parità d’orario,…è meglio non fare confronti .
    http://compartoscuola2012.blogspot.it/search?q=docenti+italiani+i+pi%C3%B9+vecchi+in+europa
    http://quota96.wordpress.com/2013/09/15/maestri-che-hanno-fatto-strada/
    http://www.antoniobusato.it/

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