Migliaia di giovani ricercatori hanno partecipato al bando Sir, una delle poche occasioni di ottenere finanziamenti per la ricerca in Italia. In più, per la prima volta, la procedura per la selezione dei progetti ricalca quella utilizzata dall’Erc. Ma per ora non sembra una storia a lieto fine.
LE NOVITÀ DEL BANDO SIR
Migliaia di giovani ricercatori hanno risposto al bando Sir 2014 del ministero dell’Università e della Ricerca, una delle poche occasioni di progredire nella carriera accademica in Italia per una generazione costretta in un collo di bottiglia che porta i migliori a emigrare. Purtroppo, sembra che la procedura di valutazione si sia ancora una volta arenata.
Siamo specialisti nel cambiare i nomi: nel 2013 si chiamava Firb “Futuro in ricerca” 2013, quest’anno Sir “Scientific Independence of young Researchers”. Si tratta in entrambi i casi dello strumento utilizzato dal ministero dell’Università e della Ricerca per finanziare l’attività dei migliori ricercatori under 40. Il bando, pubblicato a gennaio 2014, contiene alcune novità interessanti riguardo alla modalità di presentazione e di selezione. Per la prima volta, infatti, la procedura ricalca quella utilizzata dall’Erc (Consiglio europeo della ricerca).
Per ottenere una parte dei 47 milioni di euro stanziati dal ministero un giovane coordinatore di ricerca deve dimostrare di avere un ottimo curriculum scientifico, un progetto di ricerca fortemente innovativo e di avere un’istituzione ospite sul territorio italiano disposta a mettergli a disposizione le proprie strutture.
La procedura di selezione, che si svolge interamente in lingua inglese, prevede alcuni passaggi.
Per prima cosa, il ministero nomina tre comitati di selezione, uno per ciascun macrosettore: scienze della vita, scienze fisiche e ingegneria, scienze umanistiche e sociali. I comitati di selezione sono formati da tre componenti, designati all’interno di una rosa di nove nominativi proposti dal consiglio scientifico dell’Erc.
I comitati di selezione assegnano ciascuna domanda di finanziamento a tre revisori anonimi, esperti nella materia del progetto, che valutano la qualità della ricerca e del proponente (altri due comitati distinti valutano l’opportunità etica e il livello di sicurezza dei progetti). Sulla base di queste valutazioni i comitati di selezione collocano i progetti in tre gruppi:
– A. la ricerca può essere raccomandata per il finanziamento
– B. la ricerca può essere oggetto di finanziamento, se ci sono fondi disponibili
– C. la ricerca non può essere considerata per il finanziamento
Tutti i proponenti che rientrano nel gruppo A vengono invitati a un colloquio con il comitato di selezione presso il ministero. Conclusi tutti i colloqui, ogni comitato di selezione procede alla conferma o alla modifica del livello assegnato e all’esame del budget richiesto da ogni progetto e, se necessarie, propone modifiche.
Infine, la classifica viene approvata e pubblicata con decreto ministeriale: da quel momento gli istituti di ricerca ospitanti hanno tre mesi di tempo per attivare i contratti per il coordinatore e i ricercatori coinvolti nel progetto. Secondo il ministero i progetti dovrebbero partire all’inizio del 2015.
Il Sir si presenta quindi come un’occasione unica di carriera in Italia per molti giovani ricercatori. E per questo motivo, il bando ha riscosso un enorme successo: in un comunicato stampa, il ministero ha annunciato che sono stati presentati 5.252 progetti, proposti da coordinatori con un’età media di 33 anni, in maggioranza donne. I risultati sono attesi per l’autunno.
UNA STORIA SENZA LIETO FINE?
Molti brillanti ricercatori, in buona parte precari, sono quindi sulle spine: se il loro progetto verrà approvato, potranno coordinare autonomamente una ricerca in Italia per tre anni. Ovviamente, devono fare i conti con l’incertezza, la probabilità di successo è bassa, attorno al 2-3 per cento a seconda del settore. Progettare il proprio futuro diventa quindi complicato. Ci si deve organizzare per poter lavorare in Italia da inizio 2015 nel caso che il progetto vada a buon fine. Ma tutto sommato è una buona notizia. Nel frattempo, i migliori otterranno probabilmente offerte all’estero, e dunque, anche se dovessero risultare vincitori, potrebbero rinunciare e rimanere fuori, ma la maggior parte sarà ben felice di poter lavorare in una nostra università, anche se con un contratto a termine.
Sembrerebbe quindi una storia a lieto fine se non fosse che più di un candidato, negli ultimi giorni, ha mandato una mail all’indirizzo sir@miur.it per capire come procede la valutazione. Il testo delle mail è più o meno questo:
“Buongiorno,
Vorrei sapere se si hanno notizie circa le commissioni e circa la tempistica per avere i risultati almeno della prima fase di valutazione”.
La risposta del ministero è stata una doccia fredda per tutti coloro che hanno scritto: “L’Erc non ha ancora fornito la rosa di nominativi tra cui il ministero è chiamato a designare i comitati di selezione”.
Questo vuole dire che non esistono ancora neppure le commissioni che devono gestire la valutazione dei progetti. Non è difficile capire cosa succederà ora: slitteranno tutti i tempi e con questi la possibilità di vincitori e non di progettare il proprio futuro. I migliori troveranno alternative all’estero e non torneranno, probabilmente neanche se risultassero vincitori. Se vogliamo cambiare qualcosa per il futuro della nostra ricerca, accelerare la procedura del Sir è una priorità.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Marco Antoniotti
Ma è compito dell’Erc entrare nelle procedure nazionali di valutazione? Mi sembra anche ragionevole che all’Erc non siano così “responsive”. Detto questo, sarebbe molto divertente che l’Erc “valutasse” le procedure nazionali di “valutazione”. Ad esempio dal punto di vista della burocrazia generata. (Lo so: vivo in una dimensione parallela).
peppe
L’erc è stato chiamato in causa dal Miur non so se a sua insaputa, in ogni caso fornire 27 nomi di esperti non mi sembra un’impresa impossibile.
Mario Milani
I punti piu gravi sono 2. 1. non essendoci bandi per ricercatori over 40 molti partecipano ai sir scrivendo il progetto e poi trovano il candidato adatto che lo presenta. 2. non esistono finanziamenti per creare dei nuovi laboratori (che richiederebbero risorse infinitamente maggiori di quelle del sir): i “giovani” rimangono per sempre legati al barone di turno che possiede laboratori e strumenti.
Federica
Io già da mesi, quotidianamente, controllo la mia pagina sperando di trovare qualche novità. Solo oggi, grazie a questo blog, vengo a sapere qual è la situazione, il Miur non fornisce alcun tipo di aggiornamento. Che dire? Leggere che non sono ancora state nominate le commissioni mi stravolge ed in tutto ciò, il solito “speriamo bene” è l’unica cosa che mi rimane da dire (a mo’ di consolazione, più che di vero sprono) con un velo, neanche troppo sottile, di amarezza e tristezza per l’ennesima cosa gestita “all’italiana” -purtroppo- intuendo già come andrà a finire tutto questo teatrino.
Matteo
Ci sono novita’?
Marco
Io ho sentito dire che, siccome l’ERC non ha nominato i commissari, la prima selezione non verrà effettuata e ci sarà una sola fase di scrematura, gestita da commissari italiani. Inoltre i tempi sono destinati ad allungarsi. In pratica si profila il solito magna magna all’italiana in cui i fondi vengono spartiti fra pochi gruppi politicamente influenti. Qualcuno ha avuto notizie simili?
Paola
Purtroppo condivido le note di amarezza dei colleghi sul web. Sentirsi dire da parenti e amici: “Ma davvero credi di vincere senza raccomandazione?” è una sconfitta apriori. La consapevolezza di risiedere in un paese che non garantisce l’uguaglianza dei cittadini è una triste realtà che a 38 anni devi accettare. Si combatte ogni giorno una guerra senza bombe, senza missili, senza apparenti vittime, ma anche senza un “cessate il fuoco” che dia respiro alla tua anima delusa. Nel frattempo si consuma una strage ben più profonda, quella della legalità e del progresso scientifico che paghiamo tutti in mille modi, a cominciare dalla spazzatura sotto casa per finire alla fuga dei cervelli. Il lato positivo? Forse questo bando serve proprio a raggiungere quella consapevolezza che mi permetterà di smettere di soffrire. In fondo, se non sono nata in una famiglia di politici non è colpa mia! E poi c’è di peggio….la striscia di Gaza.