Lavoro nuovamente sotto i riflettori. Tanti numeri in cui orientarsi. 15 il giorno del mese di giugno in cui si vota un referendum che vorrebbe estendere alle imprese fino a 15 dipendenti le norme dell’articolo 18. 30 il numero del decreto approvato in prima lettura dal Governo, di attuazione della legge delega sul mercato del lavoro. 2 milioni i contratti di collaborazione coordinata e continuativa che vengono messi fuori legge dal decreto. 1 anno per adeguarsi. 44 il numero dei contratti di lavoro che esisteranno nel nostro paese, se dovesse entrare in vigore il decreto: una enormità. Continua l’ingegneria contrattuale, un processo che non sembra avere fine. Finchè il legislatore rincorrerà il mercato, perderà sempre. Meglio stabilire per legge un minimo di tutele valide per tutti i tipi di lavoro ed estendere gli ammortizzatori sociali, lasciando che il resto venga stabilito dal mercato e dalla contrattazione collettiva. Alcuni rilievi utili per orientarsi nel voto sul referendum. Che effetti ha la soglia dei 15 addetti sulla crescita delle imprese? Piccoli, quasi impercettibili. Ma questo non vuol dire che abbassandola non si distruggano posti di lavoro. Non solo in Italia le imprese più piccole non sono soggette alle normative sui licenziamenti che valgono per le imprese più grandi. E ci sono validi motivi per questa esenzione dell’industria minore.
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