La Legge Biagi cè ma non si vede. A più di due anni dalla sua introduzione, è pressoché impossibile avere informazioni precise sugli effetti della legge Biagi, sia per le nuove fattispecie contrattuali introdotte, sia per la Borsa del lavoro, uno strumento comunque ancora in fase embrionale. E però evidente che il mercato del lavoro ereditato dalla stagione di riforme “marginali” è complesso, iniquo e duale. E la “luna di miele” (creazioni di posti di lavoro pur con bassa crescita degli ultimi anni) è finita. E possibile correggere queste distorsioni con poche riforme a costo zero.
Dati comparabili sugli orari di lavoro tra diversi paesi mostrano che gli italiani occupati non lavorano meno dei colleghi europei. Se si lavora poco in Italia è perchè ci sono troppo pochi occupati.
In modo quasi clandestino, il Governo si appresta a recepire la direttiva europea sulle Offerte Pubbliche di Acquisto (Opa). Da quanto è dato sapere sulle proposte in discussione, il rischio è quello di ridurre ulteriormente la contendibilità dei nostri assetti societari.
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