A pagare il conto dello scandalo-calcio sono solo i tifosi. Troppo complesso e incerto intentare cause di responsabilità patrimoniale contro i dirigenti colpevoli degli illeciti sportivi. Ma come evitare che la stessa situazione si ripeta in futuro? Basta inserire apposite clausole nei contratti di lavoro stipulati tra gli amministratori e i club: se la società è punita dalla giustizia sportiva per fatti commessi dai suoi dirigenti, questi versano una penale. Che varia a seconda della sanzione comminata.

Dopo quattro mesi di scandalo del calcio, col cerino in mano siamo rimasti noi tifosi: non solo abbiamo scoperto di aver gioito per titoli conquistati con l’aiuto di pratiche illecite, ma ci toccherà ora soffrire e vedere la squadra del cuore combattere in campi e province che abbiamo sempre snobbato. I giocatori hanno cambiato squadra. Gli ex amministratori delle società, i veri responsabili degli atti illeciti (dal punto della giustizia sportiva) se la sono invece cavata benissimo. Sono sì fuori dal sistema calcio e senza telefonino aziendale, ma non sembra che risponderanno economicamente per il loro comportamento. Mentre le società coinvolte vanno incontro a ingenti danni economici (contratti televisivi persi, stelle in fuga, eccetera), i dirigenti si sono solo dimessi dalle loro cariche, determinando automaticamente l’uscita dall’alveo della giustizia sportiva. Nessuno parla di responsabilità patrimoniale. Non vi è infatti alcuna traccia di iniziative di responsabilità nei confronti degli amministratori. Si tratta, dicono gli esperti di processo civile, di procedimenti particolarmente difficili, e non sarebbe nemmeno chiaro se gli atti dei singoli amministratori potrebbero essere considerati illeciti da un giudice. E poi, dicono sempre gli esperti, se tali iniziative fossero messe in atto, gli amministratori finirebbero per dire che le società stesse erano in realtà al corrente di tutte le telefonate. Insomma, quello della responsabilità patrimoniale degli amministratori sembra essere un vespaio che nessuno vuole aprire.

Una clausola nel contratto

Nel frattempo, abbiamo imparato la sottile, ma importante, differenza tra giustizia sportiva e giustizia civile. Tuttavia, facciamo ancora fatica ad accettare che gli unici a pagare veramente senza aver fatto nulla siano i tifosi.
Abbiamo ormai accettato che i soldi dei biglietti dello stadio e dell’abbonamento alla pay per view non ci saranno mai restituiti, ma vorremmo almeno tutelarci affinché non ci siano altre fregature in futuro. Come possiamo fare? Basterebbe smettere di essere tifosi. Impensabile: è come chiedere a un innamorato di dimenticare la donna amata.
E allora come possiamo evitare che gli amministratori delle nostre società intraprendano pratiche illecite dal punto di vista della giustizia sportiva?
Forse una possibilità esiste: pretendere che i contratti di lavoro stipulati tra le singole società di calcio e gli amministratori contengano apposite penali legate ad atti di illecito sportivo.
In sostanza, il contratto dovrebbe stabilire e contemplare la possibilità che la società venga punita dalla giustizia sportiva per fatti illeciti commessi dagli amministratori. A diverse sanzioni dovrebbero corrispondere diverse penali. Se la squadra del cuore dovesse essere retrocessa per colpa degli amministratori, questi ultimi dovrebbero pagare alla società milioni e milioni di euro. Sono convinto che, una volta sottoscritte queste penali, i vari dirigenti utilizzerebbero il telefonino con molta più cautela. I tifosi continueranno a soffrire, ma la prossima volta, almeno, il conto del cellulare lo pagheranno anche gli amministratori.

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