Pedagogisti e scienziati dell’educazione discutono da decenni vantaggi e svantaggi del maestro unico. Ed è vero, come dice Bossi, che “Se c’è un solo insegnante è più facile che si rovini il bambino”. Ma sulla scuola bisogna comunque rifiutare l’immobilismo e intervenire per migliorarla. Tenendo conto del livello qualitativo attuale. Ecco in che modo.
Il provvedimento più rilevante tra quelli contenuti nel decreto legge che riforma la scuola primaria italiana è senza dubbio quello contenuto nellarticolo 4, in cui si prevede che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. In altre parole, si torna al maestro unico e si riduce di tre ore lattività didattica rispetto alle attuali 27 ore settimanali.
La motivazione classica per il maestro unico è stata bene riassunta dal ministro: Un insegnante unico, o comunque prevalente, avrà maggiore attenzione per il bambino che apprende, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica tenendo conto delle diverse attitudini, interessi e capacità individuali. Pedagogisti e scienziati delleducazione discutono da decenni sui pro e contro del maestro unico per il processo di apprendimento, ed il dibattito non finirà mai. Ma cè un aspetto chiaro del problema che il ministro ed il dibattito politico hanno largamente ignorato, e che è stato colto efficacemente dal Ministro Bossi: Se c’è un solo insegnante è più facile che si rovini il bambino, se ci sono più insegnanti almeno qualcuno è buono". Mettere tutte le uova in un solo paniere presenta un rischio grave: un maestro inefficace didatticamente o incapace di motivare rischia di pregiudicare seriamente le basi di apprendimento dei suoi alunni per 5 anni, e tutta la loro vita scolastica futura. Può darsi che il maestro unico abbia le sue ragioni, ma sarebbe importante sapere se esse compensano questa obiezione a nostro avviso fondamentale, tanto più in un sistema come quello italiano dove non è possibile disfarsi dei maestri scadenti.
Laltra ovvia obiezione al maestro unico è la crescente domanda di classi a tempo pieno che proviene dalle famiglie italiane. Su questo il Ministro Gelmini ha rassicurato mamme e papà. Basandosi su una simulazione di Tuttoscuola, il ministro ha affermato che il tempo pieno potrà essere incrementato del 50%, passando dalle attuali 34 mila fino a 50 mila classi. Secondo la simulazione di Tuttoscuola ciò implica una perdita di circa 18 mila unità di personale. Al tempo stesso, però, i media hanno largamente riportato la notizia che i provvedimenti del ministro porterebbero nel complesso a un esubero di 83000 unità. Su questultimo numero si è fatta molta confusione: non è chiaro da dove esso provenga, e se sia stato fatto proprio dal governo (certamente esso non è stato smentito, e i nostri tentativi di ottenere numeri e calcoli dal ministero non hanno sortito effetto) Prendendo per buono dunque il target di 83000 esuberi, ed anche aggiungendo i relativi maestri di inglese, religione e educazione fisica, il salto da 18 a 83 mila è impossibile da ottenere. Il ministro vorrebbe dunque risparmiare, ottenere (forse) 83000 esuberi, ed aumentare le classi a tempo pieno: per essere credibile, sarebbe opportuno che rendesse pubblici i calcoli dietro a dei numeri così apparentemente difficili da conciliare.
Se ci sono parecchi motivi per criticare la riforma Gelmini, questo tuttavia non può essere un alibi per limmobilismo o per unacritica difesa dello status quo. Ad esempio, Veltroni ha dichiarato che [non si capisce perché si dovrebbe] "toccare l’unica parte del sistema formativo italiano che funziona, ossia la scuola elementare. Alberto Campoloni sul sito del Servizio di Informazione Religiosa della CEI ha affermato [
] in un contesto di molteplicità di saperi, la pluralità di maestre e il lavoro d’equipe possono garantire maggiore apprendimento per i bambini. La scuola italiana ha puntato in questa direzione, e proprio al livello elementare ha raccolto consensi e ottimi risultati. Ma allora perché cambiare?").
Queste e altre innumerevoli affermazioni di tenore simile sembrano sottintendere affermazioni diverse, che è bene analizzare individualmente.
1) La scuola elementare italiana ha una performance migliore, rispetto alla media internazionale, delle scuole superiori.
La risposta è probabilmente sì, se non altro perché sappiamo dai dati PISA che la scuola superiore italiana ha una performance disastrosa.
2) La scuola elementare italiana è migliore di quella della maggior parte dei paesi industrializzati.
Lunico modo per rispondere rigorosamente a questa domanda è usare le valutazioni scientifiche internazionali. Tali valutazioni esistono, oltre che per la scuola superiore, anche per la scuola elementare. Nel 2001 lindagine PIRLS ha esaminato la capacità di lettura degli studenti di quarta elementare in 35 paesi, inclusi nel 2003 lindagine TIMMS ha fatto lo stesso per matematica e scienze (su un campione leggermente inferiore di paesi). Gli studenti elementari italiani si collocano sopra la media per capacità di lettura; ma agli ultimi posti fra i paesi industrializzati, in capacità di applicare e di ragionare in matematica.
3) La spesa pubblica italiana sulla scuola elementare è già abbastanza efficiente, non è necessario toccarla.
Come abbiamo visto, la scuola elementare italiana ha una buona performance (certamente migliore di quella PISA) per quanto riguarda la lettura. Anche ignorando i risultati deludenti in matematica, possiamo quindi dire che la spesa pubblica italiana per la scuola elementare è abbastanza efficiente? Non necessariamente: sappiamo che lItalia spende molto di più per studente elementare di molti altri paesi industrializzati. Quindi tenendo conto della spesa, è difficile arrivare ad una conclusione, anche perché non abbiamo indicatori univoci dellefficienza della spesa pubblica.
In conclusione, le poche valutazioni rigorose internazionali non supportano lidea che la scuola elementare italiana sia migliore di quella di molti altri paesi industrializzati. Lidea che essa sia migliorabile semplicemente con lintroduzione del maestro unico non è ovvia come il ministro vorrebbe far credere.
Il problema di fondo di queste posizioni è che esse sono il frutto di approcci estremamente ideologizzati, il cui apice fu toccato con la riforma Moratti, la quale attribuiva, almeno in teoria, un ruolo di rilievo ad informatica e impresa nella didattica delle elementari. Inevitabilmente, lapproccio estremamente ideologico porta a sottovalutare lunico strumento che può veramente cambiare la nostra scuola: una valutazione seria. E qui non si può ignorare il fatto che sindacati e governi di tutti i colori hanno sempre ostacolato lINVALSI, lagenzia creata per raccogliere dati sui risultati delle varie scuole italiane da utilizzare per valutare il sistema scolastico. I discorsi sul premiare il merito che tutti appoggiano a parole rimarranno sempre chiacchiere fino a quando non si partirà da una seria valutazione delle scuole.
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andrea
"Gli studenti elementari italiani si collocano sopra la media per capacità di lettura; ma agli ultimi posti fra i paesi industrializzati, in capacità di applicare e di ragionare in matematica." Vorrei sottolineare un punto forse sottovalutato dagli esimi autori e cioe` che la lettura dell’italiano e` oggettivamente piu’ facile di quella di moltissime altre lingue. La superiorita` degli studenti italiani, insomma potrebbe non derivare dall’eccellenza didattica, ma dalla maggiore facilita` della prestazione richiesta. Laddove la prestazione richiesta e` invece la stessa per tutti, il pensiero matematico, lo studente italiano si rivela inferiore, in linea con la mediocrita` dei suoi colleghi piu’ grandicelli. E tutto questo a fronte di una spesa per studente e per ora di scuola superiore a quella degli altri paesi! Una vera catastrofe da arginare con urgenza….
Paolo Gabriele
Gentilissimi, mia figlia ha appena finito le elementari, quest’anno andrà in prima media. Ha avuto più maestre: quella di italiano, storia e geografia diplomata magistrale, matematica, scienze e inglese laureata in giurisprudenza in tarda età che si assentava per frequentare i tribunali ai fini della pratica triennale, altre, tranne quella di religione, più o meno parcheggiate alla scuola elementare senza passione per il proprio lavoro e con preconcetti ideologici. Agitando le cosiddette "verifiche" creavano crisi d’ansia nei bambini più responsabili. Un infortunio occorso a scuola invece di scatenare la corsa alla solidarietà ha creato una specie di colpevole piccola vittima con la colpevole copertura del direttore. Se questi sono i risultati vissuti sulla pelle dei piccoli alunni dei plurimaestri, visto il costo, meglio la maestra o il maestro unici. Almeno si saprà di chi è il merito o il demerito della scarsa qualità della scuola elementare italiana. Forse dei bambini e delle relative famiglie?
Luca Cifoni
La cifra di 87.000 (non 83.000) docenti in meno in tre anni, come effetto dei provvedimenti sulla scuola annunciati nel decreto 112, (ma ancora da precisare con regolamenti) è contenuta nella relazione tecnica dello stesso decreto, alla pagine 57-60 del relativo Atto Camera. La vicenda è quindi un po’ buffa perché già quei soli provvedimenti, ancora prima del maestro unico, avrebbero dovuto garantire la decurtazione di personale. Per maggiori dettagli: http://lucacifoni.blogspot.com/2008/09/i-numeri-della-gelmini.html
Sergio
Vorrei solo aggiungere qualche dato tratto dalle indagini Timss e Pirls. Circa la capacità di lettura, l’indagine del 2006 riconosce la buona preparazione degli alunni della scuola elementare italiana, ma assegna il primo posto alla scuola russa, dove il mestro è unico. Circa l’indagine del 2003 su matematica e scienze, gli alunni italiani si situano sopra la media internazionale, ma sono superati da quelli di Belgio, Olanda e Russia, dove c’è il maestro unico.
Michele Donnanno
Sono un insegnante e papà di una bimba di prima elementare. Condivido pienamente la tesi dell’articolo e i suoi argomaenti. E’ da anni che penso che senza una valutazione seria delle scuole, la scuola italiana non abbia futuro.
jole
Il tutto, allora, significa che di maestro ce ne sarà 1 solo. E il maestro di religione, che fine farà?
Cristian Ribichesu
Primo: non è vero che il numero degli insegnanti italiani rispetto alla popolazione scolastica sia molto maggiore rispetto alla media europea ( 9,9 contro 12,2) dato che in questo calcolo non è stato considerato che in altri Paesi europei non compaiono gli insegnanti di sostegno (definiti operatori educativi), non sono compresi gli insegnanti di religione, e che nella media calcolata per l’Italia hanno inserito anche gli insegnanti part-time e gli spezzoni di cattedra, per non parlare del fatto che in Italia esiste una percentuale "importante" di piccoli comuni che non possono vedere la chiusura delle proprie scuole solo perchè in queste gli alunni sono meno (dato che le scuole in questi paesi sono una ricchezza, un centro culturale, e contribuiscono a rallentare il fenomeno dello spopolamento interno). La verità è che nelle situazioni urbane ci sono numerose scuole con trenta alunni per classe. Poi, gli 83000 tagli incidono anche nelle medie e superiori. Terzo, non si specifica nel dettaglio la voce del 97% degli stipendi in personale (quale?) e gli insegnanti italiani sono fra i meno pagati d’Europa.
Andrea Fumagalli
Alcune incongruenze nella riforma Gelmini che dovrebbero essere maggiormente enfatizzate: 1. Il maestro unico in Italia ha funzionato quando si andava a scuola per sei giorni la settimana dalle 8.30 alle 12.30 (24 ore la settimana). A casa c’era poi la mamma casalinga, lavoro di cura non remunerato. Ma si era nel periodo fordista. Oggi tale contesto sociale non esiste più e la famiglia monoreddito è tendenzialmente scomparsa. 24 ore alla settimana, infatti, anche se calcolati su 5 giorni sono incongruenti con il tempo pieno attuale sino alle 16.30. Vogliamo spingere le donne di nuovo a casa, in un paese che ha già il tasso di attività femminile tra i più bassi d’Europa? 2. Sempre più bambini extracomunitari sono presenti (ed è un bene). Ciò significa che il maestro/a deve anche gestire l’eteorgeneità delle classi. Si vuole mettere in discussione un potente strumento di integrazione sociale? Si chiedono i miracoli alle maestre? Il mio sospetto è semplice: si riduce la capacità della scuola pubblica per favorire i privati, che si presenteranno come gli unici in grado di garantire il tempo pieno. Senza parlare dei precari lasciati a casa per ragioni di cassa.
luigi zoppoli
L’atteggiamento di questo governo è davvero singolare per non rendere pubblici i dati su cui lavora. E’ un metodo un pò troppo da deus ex machina fondato sull’indiscutibilità di ogni tesi. Vero che occorre decidere, ma come accade nelle grandi organizzazioni, la ristrutturazione deve essere finalizzata a realizzare un obiettivo definito, noto e condiviso. Altrimenti non funziona e, pur spendendo meno, si continuerà a spendere male a scapito dell’obiettivo. E Dio sa se occorre una scuola degna di questo nome.
Roberto Ciacci
Più che un commento la mia è una domanda. Il maestro unico è previsto per l’intero ciclo dei 5 anni o solamente per i primi due anni (o uno) delle elementari? Da dichiarazioni del ministro pareva vera questa seconda ipotesi.
marco
Trovo che sia abbastanza assurdo ragionare della scuola pubblica italiana basandosi esclusivamente sui dati di costo senza prendere in considerazione invece un aspetto che sicuramente andrebbe approfondito: il valore pedagogico- educativo della scuola e la valutazione degli insegnanti. Certo non si risolverebbe il problema strutturale e profondo della scuola italiana, ma forse si eviterebbe la spiacevole casualità nell’assegnazione dell’insegnante, già evidenziata dal ministro Bossi, "Se c’è un solo insegnante è più facile che si rovini il bambino, se ci sono più insegnanti almeno qualcuno è buono".
decio
Alle elemetari occorre fornire nozioni e metodi di base. Occorre fare bene l’indispensabile. Occorre fare le cose in maniera serena, comprensibile e semplice. Poche cose ma buone. Cose elementeri ma fatte bene. In questo senso meglio 1 maestro. Tutti quelli che si scandalizzano oggi, sono stati educati ed istruiti dal maestro unico.
Bruna Cibrario
Il dato della pessima performance dei nostri studenti in campo scientifico-matematico (a partire gia’ dalle elementari) dovrebbe portare alla conclusione opposta rispetto a quella proposta dal Ministro Gelmini: occorre differenziare la specializzazione degli insegnanti e, piuttosto, puntare su una formazione migliore di quelli dedicati alle lingue ed alle scienze (che evidentemente oggi non risultano essere, mediamente, all’altezza del compito), dotandoli di laboratori e strumenti. La scelta di tornare alla figura del maestro unico appare dettata solo da logiche di risparmio economico: si riduce l’orario a 24 ore, eliminando i rientri pomeridiani e la mensa (che pure aveva anch’essa finalita’ educative), e non si spiega come si rispondera’ alla domanda crescente di tempo pieno (ci sara’ anche qui un ritorno al passato, con la reintroduzione del "dopo-scuola", assistenziale ma non educativo?). Appare retorica la figura del "Maestro di vita", ottocentesco, autorevole e autoritario, maschile (ma in realta’ sappiamo che il 95% degli insegnanti elementari sono donne), "tuttologo" che mal si attaglia ad una realta’ contemporanea in cui le conoscenze sono sempre piu’ multiple e complesse.
alberto
Non riesco a capire perché bisogna che decida sempre un ministro secondo le proprie pulsioni personali. Non si potrebbe fare una sperimentazione? Non si potrebbe permettere di scegliere? Intendo: in un paio di regioni italiane, si potrebbe far coesistere sia il sistema nuovo che il sistema vecchio, e permettere che siano i genitori a scegliere. In questo modo si vede subito dove va la maggioranza. Invece, ogni volta il ministro decide per tutti e tutta l’Italia è costretta a seguirlo.
Mario Venturi
E’ vero che è un problema legato a problemi ideologici; come è vero che si leggono costantemente pareri pro e contro degli addetti. Se comunque tutti condividono (così sembrerebbe) che il problema consta nell’impossibilità di licenziare gli insegnanti non all’altezza del loro compito, perchè non si pretende, con forza, proprio quello? Se finalmente si utilizzase solo il personale necessario, il risparmio potrebbe essere immpiegato per pagare meglio gli insegnanti che lo meritano. Ma è ancora un problema ideologizzato.
giuliano vergnasco
Il ritorno al maestro unico e’ didatticamente inutile, primo perche’ sono aumentate le materie e quindi a quel maestro dovrebbero essere richieste delle doti di "tuttologia" che mal si conciliano con l’approfondimento. Secondo perche’ le classi sono sempre piu’ composte in modo eterogeneo con la presenza di moltissimi stranieri e il maestro dovrebbe anche proporsi come mediatore culturale e questo ci riporta al punto precedente. Terzo proprio questo proliferare di materie e di compiti dovrebbe portare al dilatamento delle ore di lezione non alla loro contrazione. Quarto il tempo pieno come oggi configurato e’ a tutti gli effetti orario di lezione con questa riforma si tornerebbe quindi agli anni ’70 in cui c’era il doposcuola per le famiglie in cui lavoravano entrambi i genitori e i ragazzi erano quindi lasciati alle cure di bidelli o di operatori non qualificati che li occupavano o facendo i compiti oppure in interminabili partite di pallone. L’ultimo aspetto da prendere in considerazione e’ che l’avere gia’ a che fare con diverse figure alle scuole elementari aiutera’ il ragazzo a patire meno il passaggio alla scuola media.
Donati Giuseppe
I numeri sulla riduzione del personale nella scuola sono presentati in una tabella della relazione tecnica al D.L. 112/08 scaricabile al seguente indirizzo: http://www.tesoro.it/doc-finanza-pubblica/mf/2009/index.asp
enki
Concordo con gli autori dell’articolo: un serio sistema di valutazione di scuole e circoli didattici (e degli insegnanti) è fondamentale. Sarebbe ora che i sindacati se ne rendano conto: la meritocrazia va a vantaggio degli alunni e anche della "categoria" degli insegnanti, che così acquisirebbe maggior prestigio agli occhi dell’opinione pubblica (e dei genitori..) Sono di Torino, e credo che qui le classi siano tutte col tempo pieno e col "modulo". Il tempo pieno credo di aver capito che non venga "toccato" dal decreto, comunque verte su due insegnanti ed impegna gli alunni per 40 ore a settimana. Mi sembra quindi, che abbia sia i pro dell’insegnate unico che quelli dell’equipe. Il modulo è un pasticcio che non conosco bene e che a mio avviso è meglio eliminare in favore del tempo pieno. Comunque dato importante è la carenza degli alunni italiani in matematica e nelle materie scientifiche. A questo problema nessuno propone soluzioni. Il maestro unico non la è, un isegnante che si occupi solo di matematica e scienze può essere la soluzione solo se queste materie le capisce e le sa insegnare.
Rosy Opessi
Mia figlia ha concluso la quinta elementare e, pur svoltasi in una scuola pubblica considerata fra le più serie e tradizionali di Milano, la sua esperienza mi pare significativa. Con lei, abbiamo sperimentato nello stesso tempo gli effetti delleccellenza e quelli dellinadeguatezza, quelli della presenza dei due maestri di riferimento (italiano e matematica) che non legano tra loro e quelli dellassenza di specialisti dove servirebbero (inglese, ed. fisica). Il Maestro di italiano ha lavorato con energia, passione e competenza, completando il ciclo nonostante avesse i requisiti per la pensione. Ha coinvolto tutti gli alunni spronando ciascuno a dare il proprio massimo. Loro, che lo hanno seguito e rispettato, lo ricorderanno sempre con amore. In matematica, dopo il primo biennio senza insegnante di ruolo, è stata invece assegnata una maestra che ha presto evidenziato grosse difficoltà sia nella gestione della classe che nel rapporto con i genitori. La materia, poco amata, veniva insegnata con rigidità, svilendo i bambini meno veloci, cui negava ulteriori spiegazioni facendoli sentire inadeguati verso i misteri dalla matematica. E se il maestro unico fosse stata lei?
Bruno Stucchi
Qui la pedagogia non c’entra nulla, inutile nasconderlo. Il dato fondamentale e’ che il Ministero (in)competente ancora oggi non e’ in grado di dire con certezza quanti sono i suoi dipendenti (800000? 900000?) Negli scorsi anni tutti i governi, di qualsiasi orientamento, hanno usato la scuola come ammortizzatore sociale per piazzare un po’ di precari, che insegnassero il riciclaggio delle pile o canti d’osteria del XVI secolo. E ora si parla di metodi didattici, di sperimentazione, ecc. ecc.? Ma dai!
amsicora
Tre brevissime note: 1- se un maestro dei tre del team è incapace non si può e non si deve licenziarlo sic et simpliciter? 2- le proposte della destra vengono spesso criticate perché "ideologiche". Ma ogni progetto legislativo è di per se ideologico, in quanto rispecchia una determinata visione del mondo (ad esempio le leggi scolastiche della sinistra erano 50% permissivismo comunista all’americana e 50% egalitarismo comunista alla bulgara). 3- per la prima volta su lavoce.info leggo un apprezzamento di affermazioni di leghisti e vescovi…
anna consonni
1. Il rapporto PISA, (approccio quantitativo, benchmarking e best practices), ha dignità oracolare. Mai sulla stampa una critica ai criteri di questo studio, sebbene la fonte delle variazioni osservate non possa essere chiaramente individuata né siano certi i legami casuali. Pur riconoscendo alcune evidenze, l’esperienza mi fa guardare con perplessità al rapporto OCSE. 3. LINVALSI è solo un tentativo di valutazione. Le critiche possono essere molte: dalla costruzione dei test alle modalità e al periodo di somministrazione. Basterebbero esami di fine ciclo organizzati secondo criteri nazionali e commissioni accentrate per raggiungere gli stessi risultati con minore spesa. 4. La presenza di tre maestri a livello elementare è, secondo me, indifendibile dal punto di vista pedagogico. Un solo maestro per i livelli di specializzazione richiesta basta e avanza. Unico argomento solido: se il maestro è impreparato, umorale o stanco, gli altri due riducono il problema. Propongo la soluzione francese: il maestro e la composizione delle classi cambino ogni anno. I tre maestri hanno ragione occupazionale. Si pensi piuttosto a prolungare il tempo scolastico per favorire il lavoro femminile.
GIUSEPPE
La Ministra (o chi le fa da suggeritore) mette insieme due dati che c’entrano come il cavolo a merenda. Se io dico che il bilancio della scuola per il 97% è spesa del personale, e lo voglio diminuire, mi sembra corretto comunicare la percentuale che voglio raggiungere: 90%, 80%, 50% etc. Come sa benissimo qualsiasi analista di bilancio. Se invece dico che ne devo licenziare 87.000, sic et sempliciter, non ha nessun senso. Non si capisce, o forse si, perchè in Italia non ci sia un giornalista che ponga queste domande e soprattutto chieda alla Ministra quali altre voci di bilancio ha il Ministero dell’Istruzione, a parte il personale, visto e considerato che la costruzione e manutenzione degli edifici, il bonus libri, gli affitti e tutto il resto sono a carico degli enti locali?
Rosalia Toller
Non mi pare di individuare alcun elemento di analisi seria e alcun progetto di ampio respiro dietro al ritorno del maestro unico alle elementari e alle altre "innovazioni" decise dall’attule governo. Di certo la Gelmini si muove con Tremonti alle calcagna, cioè con un imperativo assoluto di riduzione della spesa del settore nell’arco di un triennio, in linea con un concetto di scuola aziendalistico che non può stare in piedi. Una cosa abbastanza certa, a mio parere, è che si vuole tornare ad una scuola di stampo "tradizionalista", dove gli alunni sono una sorta di vaso da riempire di nozioni (il leggere, lo scrivere, il far di conto…) e dove ogni approccio laboratoriale a attivo va a farsi friggere. In un’era di saperi complessi e globalizzati difficili da decodificare. Credo che le migliori performances logico matematiche nelle elementari di altri paesi europei non si debbano attribuire al maestro unico, ma alle maggiori risorse economiche disponibili per attività di laboratorio dove il gruppo classe si scinde spesso per lavorare in sottogruppi e nelle quali intervengono operatori diversi dagli insegnanti ma comunque interni al contesto scolastico.
Franco Vecchiatti
Il 7 Settembre il Sole 24 ore ha pubblicato un articolo riguardante una ricerca sulla scuola italiana commissionata dal club Ambrosetti.. Lo schema presentato permette di vedere che la scuola italiana, per dirla con Trilussa e la sua storia del pollo, andrebbe analizzata nella sua complessità e non con le statistiche. La scuola del nord-est (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino e Friuli) è seconda tra i Paesi occidentali solo alla Finlandia, e precede tutte le altre nazioni. Vedendo le differenze di risultati nella scuola italiana, certificata dalle indagini internazionali OCSE e Pisa, diventa incomprensibile capire i provvedimenti sostanziali del Ministro. Nulla da eccepire, anzi pieno accordo, sulla severità, sulleducazione costituzionale, sui voti, ma come è possibile proporre le stesse soluzioni nella scuola del nord-est, seconda del mondo occidentale, e nel sud, le cui performances sono preoccupanti? Sarebbe come un proprietario di casa, con una parte della stessa moderna, funzionale e ben attrezzata, e una parte invece degradata decidesse di intervenire togliendo a tutta la casa limpianto di riscaldamento, quello elettrico e sanitario. Una assurdità totale.
francesco piccione
Ciò che desola nell’attuale proposta di modifica della scuola elementare è la totale assenza di analisi della scuola attuale. l’idea di fondo sottesa alla proposta in oggetto è che alla elementari si debba imparare a leggere, scrivere e fare di conto. questa visione della scuola elementare denota una totale assenza della complessità dell’insegnamento elementare. complessità che conoscono i genitori che devono aiutare i figli a fare i compiti! certo che le scuole elementari devono insegnare a leggere, scrivere e fare di conto ma devono insegnare una miriade di altre cose che formano parte integrante del bagaglio di apprendimento di uno scolaro. rispetto a tutto ciò il maestro unico è inadeguato. cosa ancora più inquietate è l’idea che si mantenga il tempo pieno, pur con il maestro unico. Vuol dire togliere ore di insegnamento di materie teoriche per sostituirle con attività pratiche. vuol dire, quindi, privare gli studenti di opportunità di apprendimento, come ha già fatto la riforma moratti. opportunità che penalizzano soprattutto coloro che partono da condizioni culturali e famigliari più svantaggiate. meglio fare più matematica che ceramica
Marco Ullasci
Condivido le osservazioni sul metodo espresse dall’autore, ma non sono abbastanza rilevanti da compensare l’indubbio vantaggio di evitare l’insabbiamento del tentativo di cambiamento. Mi lasciano molto perplessi i commenti sulla necessita’ di piu’ insegnanti per coprire le molte competenze: stiamo parlando delle elementari, non ci vuole la laurea in matematica per insegnare quello che serve in matematica e questo vale per la maggior parte delle competenze. Per le nuove tecnologie: chiunque abbia un bambino in casa ha verificato personalmente che, senza bisogno di spiegazioni particolari, il bambino il piu’ delle volte in quell’ambito bagna agevolmente il naso agli altri adulti, gruppo in cui rientrano anche gli insegnanti. Quello che realmente ci vuole e’: a) che l’insegnante faccia il proprio lavoro con passione, solo cosi’ i bambini ameranno lo studio ed apprenderanno con maggior facilita’ b) che gli insegnanti incapaci o privi di voglia non stiano a fare danni in aula fino alla data della pensione.
Letizia Ciancio
Inutile ragionare per ideologie: come sottolineato bene dall’articolo, in generale il sistema del maestro unico è troppo rigido quando non supportato da un adeguato coerente sistema di valutazione degli insegnanti e del rendimento; senza contare eventuali incompatibilità caratteriali… Lancio quindi un’idea: sono stata educata in una scuola francese ed ho avuto il maestro unico, ma diverso per ogni anno delle elementari. A me pare la soluzione ideale perché da un lato dà quella continuità didattica/metodica/relazionale che si richiede per quel dato anno, e dall’altro rende flessibile il sistema quinquennale nella gestione della relazione maestro/bambino. Ricordo ancora i nomi delle maestre per ogni classe, che negli anni sono rimaste sempre le stesse, chi per la 1a, chi per la 2a e così via. Ricordo anche che non vedevo l’ora di arrivare in 5a perché mi piaceva molto la maestra che vi avrei trovato! 🙂 Insomma, l’insegnante avrà modo di specializzarsi nell’educazione di un’età specifica (e tra bambini le differenze di un solo anno sono abissali!), e l’alunno avrà l’opportunità di conoscere una nuova maestra ogni anno. Naturalmente le /i maestri dovranno essere coerenti tra loro.
decio
il Sig.Francesco Piccione riferisce che lo scolaro deve imparare "miriade di altre cose che formano parte integrante del bagaglio di apprendimento di uno scolaro". Sinceramente non conosco i programmi, ma uno Stato serio non può pretendere che "la miriade" di cui sopra sia relativa a bimbi di 8-10 anni, semplicemente perchè a loro non rimarebbe nulla. Il cervello di tutti noi è limitato: tante nozioni entrano, tante ne escono: è la scienza che lo dice. Se, quindi, un bimbo deve imparare, meglio impari poche cose ma fatte bene, che rimangono per tutta la vita. E poi, lasciamoli anche giocare e sviluppare la loro creativita.
giorgio simon
Sono genitore di una figlia in terza elementare a tempo pieno e volevo fare due considerazioni: 1 – mia figlia sa più di me alla stessa età (con maestro unico) nel senso che le cose che sa le apprende con metodologia migliore e più critica. Ad esempio lo stesso problema matematico deve svolgerlo con più metodologie logiche. Inoltre fa, nel senso che fa esperienze di più cose (inglese, informatica, sicurezza, ambiente) impossibili per un singolo insegnante. 2 – In una classe "multisociale" il tempo pieno aiuta a superare difficoltà di gestione di apprendimento che sarebbero altrimenti affidate alle famiglia perpetuando le differenze sociali e culturali nei bambini. Questa è la mia esperienza.
Marcella Sernini
Ritengo che la cosa migliore sia il maestro unico nelle prime due classi. Successivamente può andare bene i 2/3 insegnanti per una più articolata offerta formativa. Sono sempre stata di questa opinione sin da quando è stato introdotto il gruppo di insegnanti. Ma occorrerebbe un vero coordinamento tra gli insegnanti che incidono su di una stessa classe, questo è spesso più formale che reale.
francesco piccione
la miriade di cose che i bambini devono imparare fin dalle elementari non sono nozioni, ma: concetti, modi di apprendere, imparare ad imparare. Tutte cose che esulano dall’essenziale che proviene dal maestro unico. Non va neppure bene che i bambini abbiano un approccio troppo approfondito con le nuove tecnologie. Le sanno far funzionare, ma non sanno come funzionano. Nessuno ha mai visto in mano ad un bambino un libretto di istruzioni. Sviluppano una modalità di apprendimento che non è corretta. E’, altresì, evidente che i bambini devono avere un loro spazio per giocare. C’è da chiedersi, però, per questo debba confliggere con il corretto apprendimento, che non deve essere trasformato in un supplizio ma dovrebbe restare qualcosa di gioioso e giocoso. Il bambino dovrebbe mantenere il piacere di apprendere e farlo utilizzando tecniche simili a quelle del gioco. In questo modo la scuola elementare sarebbe formativa, costruttiva e divertente.
piccio
Ma cosa ci vorrà ad insegnare a dei bambini? Io quasi quasi ci mando la badante di mia suocera a insegnare qualcosa ai miei figli…così risparmio.
maurizio angelini
Se uno è entrato negli ultimi dieci anni in una qualsiasi classe di scuola elementare italiana, specialmente se collocata in una città, capisce subito che uno/a da solo non ce la fa. Ci sono venti bambini mediamente, due o tre almeno bambini stranieri, i piccoli possiedono conoscenze ed abilità pregresse molto diffuse essenzialmente legate al possesso familiare di computer e audiovisivi, che vanno coltivate, precisate, sviluppate; almeno due rientri pomeridiani sono necessari per far fronte agli orari di lavoro dei due genitori. Tutto questo è incompatibile con 24 ore settimanali affidate ad una unica persona. Dato che i bambini, come dice Gelmini, hanno bisogno di solidi punti di riferimento e dato che il mondo è fatto di maschi e di femmine, diamogli piuttosto- obbligatoriamente- un maestro ed una maestra, ma a 1150 Euro iniziali e a 1800 finali levatevelo dalla testa.
Maestro Arduino
Che ci vuole. La Scuola Elementare italiana è l’unica che sta al passo con le scuole migliori del mondo! (Si vedano i vari rapporti OCSE, PISA,) Eppure ogni nuovo ministro, prende provvedimenti quasi esclusivamente per la Scuola Primaria e per gli esami di maturità. Tutti si dimenticano della vecchia Scuola Media, per non parlare del caos delle Superiori o dell’Università. Bene, si dice il neoeletto ministro! Bisogna riformare la Scuola in Italia? Cominciamo dal basso e poi a salire su su fino all’Università. Ma poi ci si ferma al primo gradino e non si va mai avanti.
fradiavolo
Fate attenzione alle ore che ridurranno, gli insegnanti lavorano "a modulo" cioè tre insegnanti su due classi per 22 ore ciascuno sulle due classi, ciò significa 33 ore frontali non 27, questo significa una riduzione di almeno 9 ore, quasi due giorni, andate a controllare bene perchè la perdita è maggiore (corrisponde alle ore di insegnamento medio dell’italiano a settimana) e se aumenteranno l’orario del maestro unico significa perdere quel falso risparmio (falso perchè c’è un’altra strada indicata dalla corte dei conti ben due volte a due diversi governi!).
Sergio
Secondo me come al solito, quando si fanno le riforme non si prende mai in considerazione l’aspetto pratico delle cose. Anche solo pensandoci un secondo mi è balzata alla mete una controindicazione al maestro unico: se l’insengante si deve assentare per malattia, per maternità ecc la classe da lui seguita si trova totalmente sola. Non è secondo me un aspetto trascurabile visto che la maggior parte degli insegnanti elementari sono donne. I ragazzi perderebbero il punto di riferimento e dovrebbero cominciare da capo. Diversamente, con più insegnanti questo rischio di dover restaurare un rapporto con un insegnante è ripartito su più persone. saluti Sergio
Salvatore
Sono una ragazzo di 20 anni che si appresta ad affrontare il secondo anno di università e, per quello che ho visto fino ad ora nella mia carriera scolastica, ritengo che la riforma dovrebbe essere attuata non sulla scuola elementare ma sulla scuola media. La scuola media italiana, a mio avviso, presenta un livello molto basso di qualità che nono permette agli studenti di affrontare nel migliore dei modi la scuola superiore. La carenza della scuola media italiana è riscontrabile sia nelle materie classiche che in quelle scientifiche ma soprattutto nelle materie che, nel periodo in cui ci troviamo, dorebbero assumere una maggiore importanza (lingue straniere ed informatica), Per quanto concerne la riforma Gelmini non mi trovo d’accordo sul maestro unico sia perchè impedisce al bambino di sapersi relazionare con vari docenti, cosa che gli potrebbe precludere la carriera scolastica, sia perchè vi è il rischio che il docente focalizzi la sua attenzione su un determinato gruppo di materie impedendo al bambino un apprendimento approfondito di tutte le materie.
francesco
Per comprendere l’efficienza ed efficacia del nuovo modulo elementare, tanto paventato e tanto oneroso, che ci fa essere all’avanguardia nel panorama europeo, è sufficiente andare a parlare solo una volta con le 3 o quattro insegnanti. Maestra di inglese, uno si aspetta che ad un "’ ‘morning how are you?" abbia una minima risposta. Nulla! A sua detta è stata integrata nella classe di inglese senza sapere l’inglese.Mette le casette.Parliamo di informtica con quella di informatica. Vuoto cosmico.Per fortuna che alla fine c’è quella di Italiano e quella di matematica.Ah dimenticavo,quella di laboratorio era a teatro,opera di Goldoni. Ovviamente si deve tenere aggiornata, è talmente elementare!
Andrea Soranzo
Vorrei sapere se chi ha scritto questo pacato articolo sulla controriforma Gelmini ha figli in età da elementari e se, in caso affermativo, deciderà di mandare i suoi figli alla scuola pubblica piuttosto che a quella privata. Preferisce avere l’insegnante di matematica laureata in matematica o diplomata alle magistrali? L’insegnante di inglese madrelingua o quella che sa l’inglese delle superiori… Il punto è abbastanza elementare e nell’articolo decisamente non viene colto questa riforma coglie due piccioni con una fava: 1- Taglia i costi della scuola pubblica e magari questo a voi economisti piace assai 2- Riduce in brandelli la scuola pubblica già lacerata da tagli e riforme sgangherate del passato.
matteo manfredi
Piuttosto che risparmiare sul numero degli insegnanti, mantenendo ferme il numero delle scuole (mezze vuote, mal tenute) con tutto quello che significa in termini di aumento del personale non docente e servizi, non sarebbe meglio accorpare le scuole di piccole dimensioni e mantenere il numero degli insegnanti invariati? Ieri sera l’on. Berlusconi ha detto che comunque l’insegnante unico verrebbe affiancato da un insegnante di inglese e per il tempo prolungato da altri docenti che con questa riforma rimangono "a disposizione". Non sarebbe meglio impostare una riforma di più ampio respiro?
ilBabbaleo
Non riesco ad afferare i termini del problema e lascio qualche considerazione in ordine sparso. La speranza probabilistica che su tre maestri almeno uno sia buono denuncia una sfiducia di fondo nell’iter formativo e nella selezione del personale insegnante. Personalmente credo che a livello di insegnamento elementare l’unica figura veramente specialistica possa essere solo l’insegnante di lingua. Per quanto ricordo dalla media superiore, almeno nella mia esperienza, esisteva un bellissimo libro di Geometria, il Cateni-Fortini, adottato praticamente in tutte le scuole, e praticamente usato nella migliore delle ipotesi come breviario di teoremi da mandare a memoria: mai fatti esercizi di Geometria! Quando ci si avventurava negli esercizi del libro d’Algebra, il classicissimo Palatini-Faggioli giunto ai miei tempi alla ennesima edizione, non era raro trovarne degli irrisolvibili per presunti errori di stampa (cosa difficile da credere all’ennesima edizione). Questa era la considerazione della Matematica. Sarebbe curioso sapere a cosa si pensa quando si parla di Informatica: smanettare con Windows o programmare. Io credo la prima: a voi le conclusioni. Impresa alle elementari: boh!
zompalifossi
La scuola ormai è un peso: per gli studenti, abituati da famiglia e società al tutto, subito e con poco impegno; per le famiglie, non in grado di seguire i figli per mancanza di tempo (ormai si lavora in due) e volontà; per la società in genere, ormai strutturata con regole non scritte, ma assolutamente ferre, tali da svuotare di senso i valori dell’impegno e della preparazione alla base della scuola; per la politica, quella della peggior specie, ormai dilagante, che da decenni ci guida allegramente verso il baratro, per la quale la scuola è una spesa da comprimere e non un investimento basilare per il futuro economico e democratico di un paese; per gli stessi insegnanti, sempre più a disagio e disorientati tra disapprovazione sociale e frustrazione economica e professionale. L’Alitalia invece, nonostante tutto, evoca ancora la "bella vita", la "Milano da bere" di craxiana memoria, la cicala che non vuol essere formica. Perché allora meravigliarsi se le vicende Alitalia fanno più notizia di quelle degli insegnanti?!
Claudia
Attenzione ai dati, essi nascono neutrali, ma possono essere ribaltati e letti attraverso le più svariate interpretazioni. Nello specifico non bisogna sottovalutare che quando si fanno comparazioni fra i costi della scuola italiana e quelle europee esiste una variabile molto pesante che non viene MAI evidenziata: la scuola elementare italiana comprende nelle sue spese quelle sostenute per gli alunni diversamente abili e per la scolarizzazione degli stranieri. Negli altri paesi (vedi Paesi Scandinavi) per questi alunni esistono delle classi differenziate e il loro costo pesa sulla spesa sociale e non su quella scolastica. A questo punto la domanda è:Si vuole arrivare a differenziare le classi, o si cerca di perseguire la strada dellintegrazione sin dalla scuola primaria?. Gradirei che la risposta a questa domanda avvenisse dopo unattenta riflessione e la considerazione che chiunque di noi potrebbe essere nella condizione di sentirsi emarginato!
giovanni
Così si vuole rendere ignoranti i cittadini italiani del futuro in modo da poterli gestire a proprio piacimento.
ignis
I nostri bambini di sei anni adranno a scuola dalle 8.30 alle 12.30 per un totale di 24 ore settimanali di lezione (20 con la mamma-maestra, due con l’insegnante di religione, due con l’insegnante di inglese e un’ora per l’educazione fisica). In venti ore questa super-maestra-tata con una classe di 25 angioletti (se va bene), chiusi in un’aula che a malapena ne contiene 20, dovrà far apprendere ai bambini i programmi curricolari. Penso che le vere mamme si debbano preparare. Lasciare il lavoro per poter prendere i bambini alle 12.30 e seguire i bambini a casa per i compiti. Tutto ciò che non si fa a scuola verrà forse dato come compiti per casa? Mamme preparatevi a tornare in un tempo in cui non c’era la lavatrice, il televisore e la maestra era una sola e picchiava anche. Che bello! Un’ultima considerazione: nel numero degli insegnanti delle scuole europee o americane non c’è l’insegnante di nessuna religione.
Maestro
Berlusconi è un revisionista, viaggia a marcia indietro e per ottenere questo ha bisogno di "un popolo ignorante e più facile da dominare". Io ho cominciato a insegnare come maestro unico con i voti, gli esami alla seconda e quinta classe. C’erano anche gli esami di riparazione a settembre, per recuperare ciò che i maestri unici non riuscivano a far apprendere, ed era poco (leggere, scrivere e far di conto). Ora che sono alla soglia della pensione mi si chiede di operare nuovamente come maestro unico, per me non ci sono problemi, conosco l’inglese, sono esperto d’informatica, suono diversi strumenti musicali, dipingo quadri e faccio sport (sono relativamente giovane perchè ho cominciato ad insegnare a 19 anni), ma guardando i miei colleghi dico: "Povera scuola primaria!".
ornella f
D”accordo il maestro unico, ma con lo stesso nemero di alunni, gli stessi genitori e gli stessi programmi di 40 anni fa.
gabriella
Da quando il ministro Gelmini ha deciso di restituire dignità ai docenti della scuola primaria sto pensando a un modo "dignitoso" per comunicare ai genitori dei miei alunni che, essendo relativamente più giovane e con meno punti delle mie colleghe, dal prossimo anno rischio di diventare soprannumeraria; quindi dovrò lasciare la classe e, forse, tornare a fare la supplente: mi sento "dignitosamente" discriminata.
io
Ma la scuola deve essere funzionale ai bambini o allo stipendio degli insegnanti?
rossetto marilisa
Sono contraria a questa riforma. Con il sistema ora vigente lo studente è già preparato per scuola media ad avere diversi insegnanti. Inoltre preferisco avere un insegnante ben preparato in una materia che insegnerà allo studente. Mi sembra che con la riforma Gelmini si faccia un passo indietro invece che avanti….
Adriana Maria Coccarello
La soluzione prospettata da Bossi pare intesa a tutelare comunque il posto di lavoro al maestro inadeguato al quale sarà consentito di "rovinare" solo un terzo (sperando nella adeguatezza dei 2 colleghi che lo affiancano!) del capitale umano ed intellettivo a lui affidato. La migliore performance degli scolari italiani nella lettura, rispetto agli scolari di altre nazionalità, non è indice di una maggiore efficacia didattica, ma è semplicemente la conseguenza della peculiarità della lingua italiana, rispetto alle altre lingue europee, costituita dalla aderenza di "fonemi" e "grafemi", ovvero "l’italiano si parla come si scrive". Un bimbo italiano alla fine della prima classe sa leggere e scrivere; per i bambini francesi. inglesi, ecc. i tempi sono ovviamenti più lunghi. I dati sullo sviluppo della capacità di calcolo e sull’apprendimento della matematica sono sicuramente più significativi.
alessandra
La necessità di valutare il lavoro dei docenti. Come?certo non come si è fatto per valutare la qualità di scuole e/o università, mi riferisco al geniale strumento secondo il quale la migliore scuola era quella che sfornava più "centisti" e la migliore università quella che sfornava più laureati… basta un pò di buon senso per capire l’assurdità di tale criterio. anche per valutare gli insegnanti non ci sarebbe bisogno di quiz o di cose strane; basterebbe pensare che: 1) gli insegnanti sono costantemente valutati dagli alunni, 2) molti insegnanti hanno fatto da tutor per i laureati delle sissis e anche questi potrebbero avere un’idea sul lavoro che si fa in classe, 3) gli ispettori, che sinceramente non so bene cosa facciano, potrebbero periodicamente entrare nelle classi e assistere alle lezioni, 4) i presidi, prima che diventassero manager,avevano anche questo compito, non tutti e non sempre,ma qualcuno entrava in classe. Il problema quindi non è tanto come valutare quanto come intervenire nel caso ci si trovi davanti ad un docente che non lavora o che lavora male. in questo caso si potrebbe trovare un modo per agevolare l’esodo di insegnanti non validi.
Lorenzo
Come mai non cita i dati OCSE?
chiara
Perché la religione non viene fatta in chiesa, come si fa per la preparazione alla comunione e alla cresima? Si potrebbero insegnare più ore di inglese (stesse ore di italiano) e di informatica come fanno nei maggiori stati europei. perche’ non trattare l’inglese come una lingua madre? Così dovrebbe essere, altro che tre maestri su due classi, ce ne vorrebbero quattro per formare veramente i bambini (più inglese, più informatica, più matematica) altro che tagliare! Si vergognino i politici che non tagliano niente dei loro costosi privilegi e vogliono tagliare preparato personale come se fosse uno "scarto". Eppure sono loro che hanno ideato la laurea lunga, a numero chiuso, per formare i maestri di domani. Ma quando insegneranno? un anno prima di andare in pensione?
giorgio tassinari
I dati dell’ultima indagine TIMSS, diffusi il 9 dicembre, mostrano che il punteggio medio in matematica è 507 (media 500), 16mo posto su 36. In scienze il punteggio è 535, 10mo posto al mondo su 59. In lettura il dato PIRLSS 2006 è 551, quinto posto al mondo su 40.
sartori federica
Ammesso che tutto cio’ che accade abbia un senso, perché non pensare di aumentare il numero di classi, mantenendo il posto di lavoro di alcuni maestri, e ridurre il numero di alunni per classe in modo da poterli seguire meglio, capire le loro esigenze in maniera più approfondita? 27 sono tanti…
fra
Concordo pienamente sui molti dubbi relativi al maestro unico, da addetta ai lavori e da madre che si scontra da 5 anni con l’impossibilità di rimuovere dalla classe maestre scadenti su tutti i piani, dal didattico al relazionale al personale. Fortunatamente, nel nostro caso, le altre figure didattiche tamponano, pur non eccellendo, ai danni della collega. Da ignorante mi chiedo inoltre: come si concilia la riduzione oraria a 24 ore con la possibilità di svolgere comunque le materie introdotte 5 anni fa (e non smentite) come inglese e informatica già dalla prima?
maria insegnante elementare pedagogista
Squadra vincente non si cambia! Perché penalizzare la scuola elementare italiana la più valida in europa?In America invece la scuola e l’istruzione non si toccano.Anzi si incrementano! Si vuol forse creare in Italia un popolo di ignoranti? Esistono molti fannulloni nella pubblica amministrazione che non operano con il delicato materiale umano (i bambini) come gli insegnanti.