I PROVVEDIMENTI
In materia di lavoro, il provvedimento principale del governo è stata unestensione del principio della deroga degli ammortizzatori sociali. Attraverso gli ammortizzatori in deroga, il governo individua di volta in volta i settori, i lavoratori e le imprese che possono accedere alle indennità. Le deroghe saranno finanziate per un ammontare stimato dal governo fino a 8 miliardi di euro in due anni, da recuperare da un accordo con le Regioni concluso nei primi mesi dellanno.
È stata anche introdotta una forma di ammortizzatori sociali per i lavoratori a progetto mono-committenti, quei lavoratori che hanno un solo datore di lavoro. L’ammortizzatore corrisponde a non più del venti per cento della loro retribuzione con un massimale pari a 2.600 euro.
Il governo ha detassato gli straordinari nel maggio del 2008 (per poi cancellare la norma qualche mese dopo) e si è impegnato a detassare gli incrementi di salario legati a incrementi di produttività nellambito dellaccordo sulla riforma del modello contrattuale. L’accordo è opera delle parti sociali e non del governo.
GLI EFFETTI
Èmolto difficile stimare gli effetti degli ammortizzatori sociali in deroga, anche perché sono uno strumento largamente discrezionale. In aggiunta, ciascuna Regione dovrà attuare gli accordi attraverso apposite leggi regionali. Si sente parlare spesso della possibilità di usare, da parte delle Regioni interessate, i fondi sociali europei per finanziare gli ammortizzatori in deroga, ma in molti casi i provvedimenti legislativi regionali non sono ancora stati definiti.
La detassazione degli straordinari è una misura durata troppo poco per avere effetti significativi. Una indagine di Banca dItalia segnalava il rischio di riduzioni nelle assunzioni proprio mentre esplodeva la crisi. Anche da qui la decisione di annullare il provvedimento.
La detassazione dei premi di produttività, per diventare pienamente esecutiva, dovrà aspettare i rinnovi contrattuali, dove peraltro vi è il problema della mancata sottoscrizione del nuovo modello contrattuale da parte della Cgil.
OCCASIONI MANCATE
Il governo non ha introdotto un sussidio unico per tutti i lavoratori precari e non ha affrontato la questione del contratto unico di lavoro, nonostante le aperture della Confindustria e, ultimamente, anche di importanti esponenti della Cgil.
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sergio locuste
Sono un consulente del lavoro e quindi di parte. IlSole 24 ore ha pubblicato che le aziende risparmieranno circa 5 mio di euro per le utili semplificazioni sugli adempimenti – grazie alla telematica – Non ho visto un passaggio di Mister Brunetta, che diceva grazie a questa categoria che si sobbarca il 70% del lavoro di INPS; INAIL DPL ora mandiamo più ispettori in giro per recurare il sommerso, noi nel frattempo siamo vittime della Zucchetti/Inaz/ecc che per ogni piccola modifica ci chiedono più canoni e aumenti….senza servizi. Se facciamo anche qui leggi per privilegiare associazioni di categoria e monopoli…la disoccupazione aumenta…approfindite l’argomento avrete delle belle sorprese Grazie
Loredana
Vorrei una spiegazione in merito ai corsi di formazione, organizzati dalle Agenzie per il Lavoro, destinato ai disoccupati con il rilascio di unindennità al sostegno al reddito. I destinatari devono essere disoccupati da almeno 45gg (2009) e devono aver lavorato nel 2008 almeno 78giorni con contratto di somministrazione (ex-interinale). Inoltre, per ottenere questindennità occorre seguire almeno il 70% del corso. Vi pongo alcune domande: Perché è destinato solo ad alcune categorie di lavoratori? Perché è gestito dalle Agenzie per il Lavoro? Da dove vengono questi soldi? Le Agenzie per il Lavoro cosa ci guadagnano? Secondo voi, è corretto destinare unindennità di sostegno al reddito in questo modo? Non pensate anche voi che questi corsi non servono a riqualificare un lavoratore, in quanto di durata troppo breve (40 ore) e dai contenuti discutibili (in rete si può trovare: corso di 40 ore di baby sitter, di addetta call center, addetta segreteria, ecc..)?
pdc
Non dimenticherei il fatto che uno dei primi provvedimenti del governo è stato quello di abolire la riforma che impediva la pratica ricattatoria di far firmare al lavoratore una lettera di dimissioni “in bianco” prima dell’assunzione.