«Voi avete idea di come si fanno le statistiche dal lato dell’Istat sul metodo Eurostat? Con un campione con mille telefonate. Ti chiamano a casa e ti dicono: ” Sei disoccupato?” …” Vai a quel paese!” … Risposta (registrata dall’Istat, n.d.r.): “MOLTO DISOCCUPATO”».
Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti all’Assemblea annuale della Confcommercio – 24 giugno 2009.
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mauro
La questione è semplice. O il ministro Tremonti non ha la più pallida idea di come l’Istat attraverso l’indagine sulle forze di lavoro rileva la disoccupazione, circostanza che porrebbe seri dubbi sulla sua serietà e il ruolo che ricopre, oppure lo sa perfettamente e ha usato il servizio pubblico della Rai come amplificatore per denigrare l’Istat e con esso l’Eurostat. Rimane oscuro il motivo: privatizzazione, smembramento attraverso il grimaldello del federalismo, tentativo di esercitare un un più stretto controllo politico? Certo è che se la politica vuole fondare la sua azione e perseguire il consenso sulla menzogna ci attende un triste e cupo futuro. Il motivo più plausibile dietro questo bieco attacco ad un altro apparato dello Stato (l’Istat è un ente di ricerca che fa parte delle Amministrazioni pubbliche) si può solamente ricondurre alla serietà con la quale vengono invece rilevati i dati sul mercato del lavoro. Evidentemente i quasi 2 milioni di disoccupati del primo trimestre 2009 non sono stati graditi da un Governo che, oltre a non aver approntato misure serie e strutturali, dichiara che la crisi è ormai alle spalle, negando brutalmente la realtà dei fatti.
francesca della Ratta
Ringrazio molto lavoce.info per la segnalazione. Mi colpisce e mi allarma il silenzio complessivo della politica e della stampa sulla vicenda. A parte la Bonino e qualche sindacato sembra che nessuno abbia ascoltato le dichiarazioni di Tremonti (ma vari amici mi hanno fatto battute su come produciamo i dati). Eppure credo che la minaccia di "chiudere la bocca" a chi parla della crisi sia rivolta anche all’Istat stesso. Mi aspetterei un po’ più di allarme da parte della politica e della comunità scientifica: una statistica pubblica indipendente è una delle garanzie della democrazia.
Elio Orio
La manipolazione delle informazioni è il più classico dei metodi utilizzati dalle dittature di ogni luogo e tempo. Stanno cercando di farci credere che la crisi è solo frutto del pessimismo e che i dati negativi sono falsi. In realtà tutto va bene. Non abbiamo più soldi, ma dobbiamo continuare a consumare come sempre. Quando capiremo che si tratta di una dittatura, certo diversa da quella del passo dell’oca o del saluto romano, ma identica nella sostanza. Dicono che hanno il consenso: vero, ma anche il fascismo lo aveva e non era una democrazia. Il voto è stato reso vano dal controllo mediatico e da leggi elettorali ad uso del premier. La magistratura sbeffeggiata e imbavagliata. Tagliati i fondi a cultura, ricerca, istruzione, per evitare troppe teste pensanti. Signori, svegliamoci prima che sia troppo tardi.
De Filippo Teresa
Penso che il nostro ministro Tremonti, abbia sparato a zero sulle rilevazioni istat, non perchè non sappia come si effettua tale indagine, troppo grossolana e pacchiana la sua boutade. Penso invece che sia legata alla nomina del nuovo presidente dell’stituto, e ovviamenete possiamo tutti immaginare quanti siano gli interessati alla poltrona e quali guerre ci siano. Suggerirei invece al ministro di porre attenzione alla definizione "eurostat" di occupato.
Massimiliano
Non credo neppure io che il ministro non conosca le modalità di rilevazione dell’ISTAT, sarebbe veramente uno sprovveduto! La battuta degna di Zelig non riflette le attuali modalità di rilevazione, ma forse un auspicio su come dovrebbero essere fatte le indagini in futuro, con gran risparmio di risorse pubbliche, magari sostituendo a "molto disoccupato", "molto occupato". Anzi forse non andrebbero fatte del tutto, tanto la disoccupazione non esiste, è un’invezione dei media.
falco
Ma hanno cambiato da poco il sistema delle rilevazioni statistiche? Quando c’era Prodi il Ministro le snocciolava continuamente, considerandole non solo attendibili, ma, addirittura, veritiere.
Antonio Aghilar
Che gli Avvocati non vadano d’accordo con i numeri non è una novità… Tuttavia, credo che simili dichiarazioni dovrebbero suscitare un’ondata di indignazione molto maggiore…L’avvocato Tremonti, evidentemente, oltre ad ignorare le tecniche di rilevazione dell’ISTAT ignora anche l’Inferenza Statistica in sé…ed il rigore dei suoi risultati…E’ una vergogna! Il Ministro dell’Economia di un Paese del G8 che fa dichiarazioni da "circo mediatico", calpestando non solo il lavoro di centinaia di persone ma mettendo in discussione persino la statistica matematica e con essa, ovviamente, le fondamenta stessa della scienza economica, che in quanto scienza empirica, sulla statistica si fonda…A questo punto la domanda è: cui prodest? Il Ministro vuole forse "dimostrare" (certo, attacato com’è al "metodo scientifico"…) che in Italia "va tutto bene"? Tutti cialtroni, insomma? E Lui? Incredibile: sarebbe davvero un gran ridere..se non fosse che, a ben guardare, simili dichiarazioni sono la prova provata di quanto in basso sia caduto il nostro Paese a livello di preparazione e credibilità della sua Classe Dirigente (o Casta Dominante?).
Vince
Sparare a zero sul Ministro è piuttosto facile e divertente. Ma a me il fatto che una delle principali informazioni economiche sia ottenuta in questo modo (quello vero, non i mille garibaldini) non piace proprio. E’ la sua attendibilità a essere in discussione, non il lavoro enorme dei colleghi, intendiamoci. Già il 12% non risponde (che è tanto in termini assoluti, non m’interessano i confronti). Poi, in Italia quante sarebbero le rimanenti famiglie che sono propense a rispondere davvero la verità sulla loro personale situazione a un tizio mai visto che si permette di chiamare a casa? Il fatto è che queste stime (stime, scienziati, quindi soggette a errori e facilmente manipolabili, volendo essere cattivi) continuano a essere un punto di riferimento. Mentre mi sembra più sensato spostarsi definitivamente su altre variabili più oggettive basate sui dati occupazionali. L’Italia mostrerebbe la sua faccia reale, senza più dubbi, che, Tremonti a parte, ci sono, eccome.
Luciano Messori
Mi sembra che non ci sia niente di nuovo nell’uscita del Ministro Tremonti sull’indagine sulle forze di lavoro dell’ISTAT. Qualche anno fa il precedente governo Berlusconi attaccò lo stesso Istituto sulla rilevazione del tasso di inflazione. Quello che colpisce è che un Ministro della Repubblica diffonda coscientemente notizie inesatte (non posso credere che non conosca le vere modalità di lavoro dell’ISTAT) allo scopo di manipolare l’opinione pubblica approfittando della scarsa diffusione della cultura statistica nel nostro paese.
Aram Megighian
Il Professor (Ordinario) Tremonti non ha fatto che interpretare l’oramai noto atteggiamento antiscientifico del Governo Berlusconi e del centrodestra in generale. Sono noti infatti i buffi tentativi di ignorare o valutare con supponenza quanto viene detto dagli studiosi (riscaldamento globale, influenza suina, recessione economica…), in un ambito che ricalca l’analogo atteggiamento tenuto dall’Amministrazione Bush. Viene generalmente gettato discredito sulle analisi degli studiosi trattati con sufficienza quand’anche con disprezzo. Io credo che, solo per appartenere all’Eurostat, i criteri utilizzati dall’Istat siano corretti e quantomeno discussi tra i vari enti di rilevazione statistica nazionale. Ma, nel caso, mi pongo la domanda (e la pongo a Tremonti): solo ora non Le aggrada la rilevazione dell’Istat ? E quando tutti (realmente) denunciavano indiscriminati aumenti di prezzi all’entrata dell’Euro (valutato spesso uguale a 1000 lire), non rilevati dall’Istat, i criteri di analisi andavano bene?
GABRIELE
Sono stanco di sentire continuamente questi rappresentanti del governo criticare tutti gli organismi nazionali ed internazionali che fanno previsioni sulla nostra economia. In particolare Tremonti e Berlusconi, che da anni vendono solo fumo, ingannano anche i loro elettori che credevano, votandoli continuamente, avrebbero risolto i tanti problemi che affliggono il nostro paese. Forse un giorno si accorgeranno con chi hanno a che fare. Infine finiamola di dire che se Berlusconi vince è perché, anche se in parte è anche vero, non c’e una forte opposizione: la verità è che in questo paese in tanti non hanno le informazioni giuste.
Nemo
ROMA, 1 luglio (Reuters) – Per evitare riflessi negativi sui consumi sarebbe meglio differire e concentrare la diffusione dei dati Istat sull’andamento dell’economia ogni 3 mesi. Il suggerimento è stato dato dal ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, intervenendo al convegno sul made in Italy promosso dal Comitato Leonardo. I dati "forniti quotidianamente possono fare danno allo sviluppo del nostro paese. Se l’Istat decidesse di dare le statistiche ogni tre mesi e tutte insieme sarebbe meglio che fare lo spezzatino", ha detto il ministro. Scajola ha poi aggiunto che "quello che é noto é il perpetuarsi di dati vecchi e continui che per i cittadini sono un bollettino di allarme. C’é chi irride quando si parla di questo tema, ma l’atteggiamento psicologico é un utile componente da tenere presente e che non significa avere un atteggiamento irresponsabile". Più in generale, parlando della difficoltà di fare stime corrette, anche per chi governa, il ministro ha stigmatizzato il comportamento di "quei Soloni che attraverso istituzioni private danno ancora altri dati".
per lavoce.info
Rimando a questo articolo.
aurelio basile
Con un governo così che attacca essa stessa le istituzioni, abbiamo toccato il fondo. Il governo non farà nessuna riforma utile al paese, ormai è chiaro. Comincio a pensare che si tratta della riedizione del governo 2001-2006.
luigi zoppoli
Le ragnatele su cui alcuni si arrampicano per trattare il tema essendo fuori tema, sono miserevoli. Nessuno e dico e sottolineo nessuno sulla faccia della terra utilizza le miserevoli e, nel caso specifico ignoranti affermazioni dei ministri a cominciare dal primo. Dappertutto hanno scoperto che gli untori che costoro richiamano erano una solenne cavolata. Chissà se qualcuno riuscirà a farlo capire anche a costoro. E purtroppo sarebbe inutile anche questo.
Azzurra
Sembrerebbe proprio che il giudizio sull’attendibilità dei dati dipenda da interessi politici del momento. Ieri a margine di un convegno Cnel il ministro del Welfare Maurizio Sacconi riferendosi sulla perdita disoccupazione ha detto: “contano i dati Istat… Tutto il resto sono azzardate elaborazioni”.