Ringraziamo i lettori per i commenti.
Concordiamo che gli incentivi maggiori dovrebbero venire dal mercato del lavoro, tuttavia quando il mercato del lavoro non premia il merito può essere utile cercare di fornire incentivi alternativi.
Qualsiasi sistema teso a incentivare docenti e studenti all’ottenimento di risultati migliori può contribuire ad accrescere le competenze generate dal sistema scolastico. Purtroppo, alcuni meccanismi di incentivazione ai docenti, suggeriti dai lettori, sembrano incontrare la resistenza del sistema scolastico.
"Far studiare gratis i migliori senza guardare al reddito" è un meccanismo simile al sistema di incentivi utilizzato nel nostro esperimento.
Siamo d’accordo con gli interventi dei lettori che i sistemi di incentivazione basati sul miglioramento conseguito possono essere oggetto di distorsione e che quindi sono di difficile implementazione. D’altra parte, è difficile motivare gli studenti più deboli, che si sentono già esclusi, con sistemi che premiano la performance assoluta. Mentre questo può essere un problema minore per l’istruzione universitaria, esso è particolarmente rilevante durante le prime fasi del processo formativo, quando l’attenzione verso i soggetti che partono da condizioni più sfavorevoli deve essere maggiore.
In quanto economisti continuiamo a credere che gli incentivi servano. La ricerca da noi condotta mostra che gli studenti la pensano allo stesso modo. Gli incentivi monetari, come altri tipi di incentivi, sono anche utili per segnalare il valore che viene attributo a certi comportamenti.
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Paolo Quattrone
Personalmente, e spero di non essere preso per scortese, credo che l’argomento che gli studenti siano d’accordo con l’utilizzo di incentivi in denaro sia, quanto meno, risibile. Ed il fatto di essere economisti non e’ ragione per discettare di ogni argomento usando sempre lo stesso metodo. Ma veramente credete che si possa educare uno studente con il bastone e la carota? Che educare possa essere ridotto a denaro come al mercato? Che l’approvazione degli studenti sia l’unico parametro da tenere in considerazione nella definizione di un incentivo? Che non siano invece la societa’ (o la famiglia) il cliente della scuola? Non credete che un incentivo in denaro crei individui troppo interessati al danaro piuttosto che al sapere?
GIUSEPPE RALLO
Perdonate l’insistenza, non capisco per quale ragione gli incentivi debbano avvenire al termine del ciclo scolastico. E’ tipico dei ricercatori "diffidare" del sistema scolastico e delle valutazioni da parte dei professori. Per quale ragione un ragazzo/a che arriva a prendere 100 (parliamo di non più di cento studenti per provincia) deve essere messo sullo stesso piano di uno studente che esce con il minimo, il quale grazie ai soldi dei genitori che gli pagano il corso riuscirà a superare i test che, come tutti sanno, non hanno nente a che vedere con i programmi scolastici.