LIstat ha pubblicato il dato del Pil 2010: +1,2 per cento rispetto al 2009. Nelle stime preliminari del Pil, pubblicate il 15 febbraio, lIstat registrava una crescita del 1,1 per cento rispetto al 2009, anno in cui il Pil italiano era sceso del 5,0 per cento sul 2008.
Si tratta di una revisione al rialzo di uno 0,1 per cento? Non proprio. LIstat ha semplicemente rivisto il dato dellanno precedente. Il Pil del 2009 è sceso, sul 2008 non del 5 per cento, ma del 5,2 per cento. Lo stesso livello di Pil del 2010 si applica dunque a un più basso livello del Pil 2009. Per questo la crescita risulta maggiore.
Ricordiamo che in tempi di grandi crisi è fondamentale tenere come riferimento i livelli a cui eravamo prima della recessione: il nostro Pil è ancora dello 5,2 per cento più basso rispetto al primo trimestre 2008.
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andrea
Un altro caso emblematico della scarsa serietà con cui sono commentati i dati è quello del commercio estero. E’ vero, la variazione tendenziale nel IV trimestre 2010 è stata del 19,6%, in continuo rialzo nel corso dell’anno, ma il totale 2010 (337 mld) è decisamente inferiore al livello pre-crisi (369 mld). In compenso le importazioni sono arrivate nel 2010 a 365 mld, rispetto a 382 mld nel 2008. Sono diminuite bolletta energetica e importazioni di beni strumentali (necessari per assicurare gli investimenti), in compenso gli italiani hanno importato nel 2010 beni di consumo per 5 mld in più che nel 2008. Varrebbe la pena saperne di più, dato che il reddito rimane del 5% inferiore.
francesco scacciati
Il trend dell’economia reale (nel senso di quella vera) in occidente era in calo già pirima del crack del 2008 da almeno un decennio. Il boom dell’economia virtuale (nel senso di quella di carta o elettronica) aveva nascosto questo dato, con grande giubilio dei mainstreamisti. Il ramo crescente della V (o del W, non si sa ancora bene) sarà più corto di quello decrescente, perchè andrà a riagganciarsi al trend sempre decrescente dell’economia reale, che nel frattempo sarà calata per ancora un quadriennio (2008 – 2012), perchè nessuno se ne è occupato. Tranne forse, ma nemmeo troppo, Obama: non certo i brontosauri che governano l’economia europea.
giusqui
Se guardiamo al livello del Pil i due Autori hanno ragione: il dato é convergente con la stima precedente che dava il prodotto a – 5,0% nel 2009 e in recupero dell’1% nel 2010. La nuova stima quindi non segnala alcuna novità rispetto ad un andamento ciclico dimesso, e che potremmo definire ancora recessivo o tutt’al più stagnante. Quello che però conta di più dal punto di vista della congiuntura, a mio modesto avviso, è il tasso di variazione: in pur lieve accelerazione rispetto alle attese. Del tutto inadeguato comunque a far ritenere l’economia italiana fuori pericolo.
ciro daniele
Non capisco come ci si possa appassionare a variazioni e correzioni dello zero virgola. Il Pil è un pentolone in cui entrano (con un peso rilevante) poste puramente virtuali, che non hanno nulla a che fare con l’economia reale, come i "fitti imputati" (che sarebbero quelli che i proprietari di case pagano a se stessi per il fatto di abitare nella propria abitazione) o le "variazioni delle scorte e discrepanze statistiche" (che sarebbe il valore delle merci rimaste in magazzino… e che quindi è difficile considerare una vera "ricchezza"). Tanto per informazione, nel 2010 proprio le scorte avrebbero fatto "crescere" il Pil di 0,7 punti percentuali su 1,2. E noi, su questi numeri, pretendiamo di valutare le politiche economiche e di fondare modelli sofisticati che spieghino quello che sta succedendo e che accadrà nei prossimi anni?
BOLLI PASQUALE
L’economia italiana viaggia in mare aperto senza destinazione e sotto la spinta capricciosa dei venti che provengono improvvisi e forti da tutte le direzioni. La rotta è senza destino e senza porto. Siamo,quindi,avvitati in una spirale senza uscite. Il Governo non ha più il controllo del timone e per motivi personali e per le spinte che provengono da soccoritori diversi che chiedono ricompense per il salvataggio. Intanto le imprese chiudono, i giovani sono sempre più senza futuro, le famiglie disagiate aumentano ed i numerosi migranti bussano fiduciosi alle nostre porte. La nostra società che avverte un crescente senso di smarrimento, di ansia e di angoscia, non consuma ed il mercato ne è sofferente. La politica economica, non ha strategie ed obiettivi, perché è assente.Il sistema finanziario è fuori controllo. Affermare che i conti sono in ordine è come dire prendere il giro gli sprovveduti, perché il debito pubblico viaggia alla velocità della luce. Che ci dobbiamo aspettare, in queste condizioni per farci passare la fame? Illudiamoci di essere a tavola alla Cena di Emmaus del Caravaggio,affrescata alle pareti delle nostre case, con la tecnica del trompe-l’oeil.