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SE IL BOLLO-AUTO FOSSE DAVVERO EQUO

Il superbollo sulle auto di elevata potenza previsto dalla riforma tributaria è solo un’operazione cosmetica. E un’occasione persa per ripensare seriamente la tassa di circolazione. Che dovrebbe basarsi su quattro fattori: il valore del veicolo, il suo potere inquinante, l’uso di spazio pubblico e l’impatto usurante sul manto stradale. Sarebbe un incentivo alla costruzione di auto che comportano minori costi sociali. E se anche si continuassero a produrre veicoli inquinanti, il prelievo tra gli automobilisti sarebbe ridistribuito in modo socialmente più corretto.

 

L’annunciata riforma tributaria prevede un superbollo sulle auto di elevata potenza, da pagarsi allo Stato in aggiunta alla tassa di circolazione regionale. Si tratta chiaramente di operazione cosmetica per la pubblica opinione. Dato il gettito irrilevante, perché parlarne? Perché è un’altra occasione persa per una riforma seria della tassa di circolazione, nel cui ambito le auto più potenti potranno anche pagare di più rispetto ad oggi, ma in un quadro trasparente e coerente di obiettivi e criteri. Rilancio quindi la proposta di revisione radicale della tassa, già avanzata qualche anno fa e poi incorporata nella proposta di riforma elaborata dal Nens nel 2010. (1) Si tratta di fondere insieme esigenze di gettito e opportunità di far pesare sui proprietari gli effetti esterni del traffico, incentivando per questa via la costruzione di auto il cui uso comporti minori costi sociali. 

QUATTRO FATTORI PER UN BOLLO

Nell’attuale contesto, sono quattro gli aspetti cui il bollo auto dovrebbe fare riferimento: il valore del veicolo, in ossequio al principio della capacità contributiva; il suo potere inquinante, per ovvie esigenze di tutela della qualità dell’aria; l’uso di spazio pubblico, che è risorsa scarsa quasi ovunque, ma in particolare in ambito urbano; infine, sia pure con importanza molto minore, l’impatto usurante sul manto stradale. Si obietterà che inquinamento, occupazione di spazio e impatto sul fondo stradale dipendono dalla circolazione, la quale è già colpita dall’imposta sul carburante. In effetti, un’auto ferma in garage non disturba nessuno. Ma il fatto è che, a parità di consumo di carburante (quale risulta dalla moltiplicazione tra consumo unitario e chilometri percorsi), le auto provocano effetti diversi a seconda delle loro caratteristiche costruttive. Ha senso quindi aggiungere all’imposta sul carburante un’imposta sull’auto.
Come applicarla questa nuova imposta? In una logica di larga approssimazione, inevitabile nella normativa fiscale, il valore può ancora essere colpito attraverso la potenza, che è abbastanza correlata al costo; ed è un riferimento da mantenere stabile, pur sapendo che l’età fa cadere il valore, per non complicare il calcolo e per compensare la crescita del secondo fattore, il potere inquinante, che tende invece ad aumentare con l’invecchiamento del motore e dei filtri. Il potere inquinante è definito dalla nota qualifica europea del veicolo (Euro x). Quanto allo spazio pubblico impegnato, sia nel movimento sia nelle soste, il riferimento naturale è alla superficie, ma meglio sarebbe rifarsi a una superficie corretta, in cui la larghezza pesi di più – ad esempio, il doppio –  della lunghezza. Quanto alla pressione sul manto stradale, ovviamente si considera il peso.
Come mettere insieme queste quattro componenti? E l’applicazione va resa immediata e generale o piuttosto graduale, iniziando con le nuove auto? Sono decisioni discrezionali, ossia politiche nel senso più positivo e pregnante del termine, come lo è quella sul gettito complessivo – inalterato o aumentato o diminuito – che si vuole ottenere dall’intero parco macchine esistente. Non è però difficile, con un po’ di analisi economica e con molto buon senso, trovare soluzioni convincenti. Ciò che qui preme sottolineare è che la complicazione è solo apparente. Si fa infatti riferimento a caratteristiche strutturali e stabili del veicolo, che si possono scrivere sul libretto di circolazione e  che, una volta decisa in sede politica la loro ponderazione, si riducono a un numero che esprime la “base imponibile” dell’auto, analogamente a quanto avviene ora con la potenza. Senza contare che ormai il contribuente si è liberato di ogni problema di calcolo attraverso la telematica: si comunica la targa e si ottiene subito l’imposta da pagare.
Se non ci sono quindi difficoltà tecniche, prima si comincia e meglio è. Così avremo forse in futuro automobili meno inquinanti, meno ingombranti e meno pesanti. E se invece la moda non si farà  sconfiggere dal prezzo, come a volte è da temere, ci sarà sempre la consolazione di avere ridistribuito il prelievo tra gli automobilisti in modo socialmente più corretto.

(1) Il Mattino di Padova, “Suv, un prelievo ridistribuito”, 15.6.2006: Nens, “Prospettive di riforma tributaria in Italia”, ottobre 2010, p. 9.

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13 commenti

  1. Paolo

    Interessante l’articolo. Aggiungo qualche considerazione:
    1. Se si vogliono colpire i mezzi più vecchi, in quanto più inquinanti, si colpiscono persone che probabilmente non si possono permettere di acquistare un mezzo più nuovo, e così si diminuiscono anche le sue capacità economiche, e di conseguenza il rinnovo del parco auto.
    2. A me sembra che dovrebbe pesare di più la percorrenza, fra i vari fattori individuati, poiché in fondo più circoli, più fai aumentare i costi per la collettività, indipendentemente dal tipo di mezzo. Perciò si potrebbe trasferire sui carburanti tutto o gran parte del bollo.
    3. Nel caso in cui si potesse trasferire sui carburanti il bollo, diminuirebbero drasticamente i costi di riscossione per la Pubblica Amministrazione, e i costi dell’utente per pagare, anche se ne avrebbero un danno i riscossori (Poste, ACI, Agenzie automobilistiche). Ma forse il beneficio netto sarebbe positivo per la collettività.

  2. progitto

    Il potere inquinante di un auto non peggiora nel tempo visto che è controllato in sede di collaudo, se in questa sede non viene trovato adeguato alla normativa Euro-X di riferimento il proprietario dovrà agire sul mezzo prima di poter nuovamente circolare.

  3. Bruno

    Aumentando di circa 10 cent al litro il prezzo dei carburanti si può sopprimere totalmente il “bollo” che frutta circa 4 Miliardi/anno al fisco. I vantaggi sono:
    1. Risparmi sull’esazione del “bollo” (povera ACI!)
    2. Impossibilità di evasione Equità, paga chi inquina/consuma di più.
    3. Con la verde a 1,7 euro si scatenerebbero comportamenti virtuosi a catena: meno inquinamento, meno importazioni di petrolio, miglioramento bilancia commerciale, meno spese per la salute provocate da inquinamento, carpooling, piedino-leggero, auto più risparmiose, razionalità in aumento.
    Andrebbero anche rivisti i pedaggi autostradali, rapportati all’orario e al peso del veicolo e non al numero di assi (In Francia le moto pagano la metà delle auto). Un camion dovrebbe pagare venti volte quello che paga una vettura. (pesa venti volte di più) e non solo 2,5 volte.

  4. Luigi

    L’Aci saprebbe benissimo quante sono. Stiamo parlando di più di 300 cv!!!

  5. Fradetti

    C’è anche da ricordare che una automobile non inquina soltanto durante la sua vita ma ha anche un grande impatto nel momento in cui la si rottama. All’interno di una riforma bisognerebbe anche introdurre forme di riduzione del bollo con l’avanzare dell’età della macchina.

    Questo verrebbe visto come un danno dall’industria automobilistica, ma se si vuole pensare all’impatto delle auto il produrne meno equivale a meno inquinamento.

  6. Paolo Manasse

    Segnalo il recente paper "Pounds that Kill: The External Costs of Vehicle Weight" di Michael Anderson, Maximilian Auffhammer, NBER 2011 in cui gli autori, alla luce degli elevati costi in termini di mortalità associati ad alcini veicolo, come suv, propongono una tassazione basata su peso e chilometraggio (ne parlo sul mio blog). A me sembra ragionevole, lei che ne pensa?

  7. Andrea Torricelli

    Tra i parametri di tassazione delle auto viene indicato il consumo dello spazio pubblico. Apporto al tema questa considerazione urbanistica: la legge prevede uno standard di parcheggi privati di pertinenza delle abitazioni, ma se l’industria sviluppa i suoi piani sulla linea suv o altre di analogo ingombro, buona parte di questi parcheggi diventeranno inutilizzabili per il loro scopo. E’ un’imperfezione della legge sullo standard dei parcheggi che forse si potrebbe recuperare con una tassazione apposita integrativa degli oneri di urbanizzazione.

  8. Sordi Giosuè

    Sono in accordo con quanto detto da Bruno, nel senso che basterebbe aumentare il costo della benzina/gasolio, ecc. tanto quanto basta a coprire il gettito complessivo del bollo auto, che poi andrebbe distribuito tra le varie regioni, essendo il bollo una tassa regionale. Non è giusto che uno che usa poco la macchina paghi quanto uno che la usa "troppo", anche se ci sono dei casi, come quelli costretti all’ uso dell’ auto per motivi di lavoro, che andrebbero un attimo pesati. Infatti ci sono delle situazioni in cui le persone non hanno alternative al mezzo automobile in quanto nelle loro zone manca il TPL. A costoro andrebbe data la possibilità di detrarre il costo del viaggio.

  9. bruno

    Si potrebbe valorizzare il suolo pubblico, come si fa già per i dehors di esercizi commerciali. Di tutti i "rettangoli" per le auto disegnati sulle strade e non già a "parcheggio pagante" almeno la metà andrebbe affittata ai privati. Per 30, 50 o cento euro al mese (in funzione delle zone e della città) il cittadino vede scritto il numero di targa del suo (suoi) veicolo nel rettangolo e acquisisce il suo posto macchina garantito sul suolo pubblico. (magari protetto da un lucchetto) Le amministrazioni locali potrebbero incassare fior di milioni ad un costo minimo. P.S. Le motociclette gratis! (io sono motociclista!)

  10. Michele

    Articolo esilarante. Sono preoccupato per l’auto del Dr. Muraro: non gli mai cambiato i filtri! Controlli perché potrebbe rimanere a piedi in ogni momento! Scherzi a parte, se la fiscalità deve essere cosa seria non capisco tanta complicazione. Chi ha un’auto ha già pagato IVA pari al 20% al momento dell’acquisto e quindi in proporzione al valore; paga le accise sulla base dei consumi e quindi dell’uso e dell’efficienza generale del veicolo e quindi dell’inquinamento prodotto! Paga le revisioni biennali obbligatorie etc. A questo punto non capisco perché la semplice proprietà dell’ auto debba essere un presupposto di una ulteriore imposta! Di cui tra l’altro sarebbe utile conoscere il gettito al NETTO dei costi di riscossione, controllo, contenzioso etc etc!  Perché non tassare altre proprietà? Cavalli, opere d’arte, il cane, piscine, il caminetto a casa, che è anche più inquinante! L’unica cosa da fare è recuperare un po’ di pragmatismo, abolire questa imposta assuda, recuperare il gettito netto aumentando le accise sui carburanti e impiegare le risorse dedicate alla riscossione, controllo etc. ad attività più produttive.

  11. luigi

    Eliminare il bollo trasferendolo sui carburanti, assicurare la patente, non i veicoli.

  12. david

    L’intento dell’articolo era quello di dare un senso al bollo facendo pagare in base ad una serie di parametri, pero’ sono d’accordo che il bollo va tolto, prima di tutto per togliere un impicco, agli automobilisti e allo stato, e far pagare maggiormente tutti i carburanti di origine fossile in modo da recuperare il gettito. Il fatto di far pagare maggiormente le auto piu’ pesanti e potenti si ottiene parzialmente anche aumentando i carburanti. La tassa sull’inquinamento è legata alla impossibilità di circolare in alcuni giorni. La tassa sulla superfice occupata esiste già, soprattutto dove il valore della superfice è maggiore, e sono i costi per il parcheggio, ma magari andrebbero ridotti di dimensioni i parcheggi e creati dei parcheggi piu’ cari per macchine ingombranti.Sono daccordo con chi è intervenuto prima di me per assicurare la patente e non il mezzo! Vorrei fare un’ulteriore proposta: un notevole aumento sui carburanti, anche a costo di raddoppiarli, e contemporaneamente ridurre le tasse di altro tipo in modo da mantenere una fiscalità invariata e favorire le scelte migliori per l’ambiente e la salute.

  13. carlo

    E’ meglio far pagare il bollo auto sul carburante . Piu uso l’ auto piu’ pago , chi usa poco la macchina ( anziani donne ecc. ) consumera’ poco carburante e anche la strada spendera’ meno .

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