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Il Punto

Con la nuova legge elettorale, il governo ha ridisegnato i collegi elettorali, in funzione di tanti criteri socio-demografici. Un esercizio complesso e non neutrale che porta a compattare o dividere gruppi di votanti omogenei. Rispetto al 2013, Lombardia e Molise avranno un deputato in più, a scapito di Trentino-Alto Adige e Veneto.
Un recente rapporto Ue sull’istruzione spiega come si perpetua la disuguaglianza. Gli studenti che vanno male a scuola vengono spesso da famiglie svantaggiate. Mentre, seguiti e aiutati, i figli dei benestanti se la cavano anche se poco brillanti. Lo stesso vale nei percorsi lavorativi. Su questo la politica batte un colpo?
Vero o falso che la causa numero uno dell’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di calcio è la presenza di troppi giocatori stranieri nel campionato di A, come sostengono Salvini e Meloni? Una verifica relativa ad altri 23 paesi con il fact-checking de lavoce.info dice che i due politici dovrebbero essere più prudenti prima di puntare il dito.
In attesa di una sua improbabile vendita, il governo ha fatto salire il prestito ponte ad Alitalia a 900 milioni, cui si aggiungono 80 milioni all’anno per la cassa integrazione di 1600 dipendenti. Gli stessi soldi dei contribuenti potevano essere destinati a comprare il 20 per cento di Air France-Klm o l’intera Norwegian.
Si scoprono truffe ai danni dell’Inps che coinvolgono immigrati. Reati da punire. Che non oscurano il contributo degli stranieri al nostro sistema previdenziale: ricevono 800 milioni di pensioni e versano oltre 10 miliardi all’anno. Predisporre buoni percorsi d’integrazione potrebbe ancora migliorare questo rapporto.
I consumatori meno sprovveduti in fatto di finanza e investimenti sono per lo più maschi, istruiti, con buon reddito e conoscenze linguistiche e informatiche. E tutti gli altri? Occorre dar loro strumenti automatici di tutela passiva. Perché l’ignoranza economica ha un costo salato. Per gli individui e per la società.

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Con la bocciatura ai Mondiali gli stranieri non c’entrano

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Proteggere i lavoratori, non i posti di lavoro*

  1. Giovanni Rossi

    A proposito di come la classe dirigente di questo paese perpetra la disuguaglianza sin dai banchi di scuola; si comincia dalla scuola media per cui se sei figlio di un operaio puoi andare solo nelle scuole tecniche o professionali perché i licei sono riservati ai figli dei professionisti, commercianti e imprenditori; ora negli anni 70 ed 80 anche i figli degli operai hanno potuto accedere alle università e laurearsi perché il costo degli studi era più basso di quello attuale anche se i servizi erano scarsi; nella situazione attuale con il depauperamento delle classi medie ed operaie la forbice si è allargata; si legga al riguardo l’interessante ricerca della fondazione agnelli. La classe politica e quella dirigente in generale, non ha mai mostrato interesse verso la promozione culturale e sociale delle classi meno abbienti; peraltro anche queste ultime, grazie al pagamento dei beni con le rate e le finanziarie hanno sempre speso più di quello che le finanze gli avrebbero permesso, almeno fino alla crisi dell’ultimo decennio

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