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E la Finlandia abbatte un altro soffitto di cristallo

Nel 2019 due donne sono arrivate al vertice della Commissione e della Bce. Un’altra, molto giovane, è diventata primo ministro in Finlandia. In un paese con una lunga storia di parità di genere dovrà comunque affrontare contraddizioni non ancora risolte.

L’Europa delle donne che contano

Il 2019 è stato decisamente un anno importante per la rappresentanza politica delle donne europee.

La nona legislatura (2019-2024) del Parlamento europeo ha la più alta presenza femminile dei decenni passati con il 40 per cento degli eurodeputati. Nel 1979 la proporzione era il 15,2 per cento e nella scorsa legislatura era salita al 36,4 per cento. Non solo: quest’anno, per la prima volta, due delle istituzioni chiave dell’Europa vedono due donne al comando: Ursula von der Leyen come nuova presidente della Commissione europea e Christine Lagarde alla guida della Banca centrale europea. La prima ha ampie esperienze di governo nel suo paese di provenienza e la seconda in organismi internazionali.

In questa atmosfera decisamente promettente per le donne, Sanna Marin, a 34 anni, è diventata la più giovane primo ministro del mondo, la più giovane anche nella storia del suo paese. Sanna Marin si insedia con una coalizione formata da cinque partiti, tutti guidati da donne, quattro delle quali hanno meno di 35 anni. Tra gli obiettivi dei loro programmi politici figurano l’inclusione sociale, l’occupazione giovanile, la crescita economica.

Primati e contraddizioni della Finlandia

Ma l’età e il genere non sono le uniche caratteristiche che definiscono il nuovo primo ministro finlandese. Nonostante la giovane età, Sanna Marin ha molta competenza politica, acquisita in vari anni di impegno, che le ha permesso di aiutare il suo partito a vincere le elezioni contro una formazione di estrema destra molto forte, con obiettivi chiaramente anti-immigrazione. Sanna Marin ha partecipato alla vita politica del paese dal 2006, nella Social Democratic Youth, è stata un membro del Parlamento dal 2015 e ministro dei Trasporti nel governo precedente.

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Dalle dichiarazioni alla stampa emerge che, per Sanna Marin, la sua giovane età o il suo genere non sono di cruciale importanza. Ha dichiarato invece di essere stata molto motivata nelle sue scelte dalle origini di partenza della sua famiglia molto svantaggiate economicamente, che l’hanno resa molto sensibile a obiettivi egualitari. La sua storia familiare le ha fatto apprezzare un welfare state che le ha permesso di raggiungere un’ottima istruzione. Anche crescere in una famiglia con “due madri” l’ha spronata a perseguire principi e obiettivi di eguaglianza dei diritti umani

D’altronde, in Finlandia la partecipazione politica ed economica delle donne non è una novità, ma la continuazione di una lunga storia di parità di genere. Come emerge dagli ultimi dati del Global Gender Gap Report, rapporto internazionale sui vari aspetti dei divari nell’economia (salari, partecipazione e leadership), su salute, istruzione e partecipazione e rappresentanza politica, la Finlandia è tra i primi quattro paesi – assieme con Islanda, Svezia e Danimarca. In termini educativi, poi, è uno dei paesi di eccellenza nelle competenze matematiche, ma anche uno dei pochi in cui le ragazze eguagliano i ragazzi.

Questi confronti però non includono dati su un’altra dimensione cruciale della condizione delle donne: la violenza di genere. La Finlandia – così come gli altri paesi nordeuropei – è uno di quelli in cui si registra il maggior numero di violenze (domestica e non) contro le donne. La contraddizione è stata definita dall’Harvard Politics Review il “paradosso nordico”.

Secondo i dati, più del 30 per cento delle donne nei paesi nordici ha subito violenza domestica, mentre il tasso medio dei paesi dell’Unione Europea è del 22 per cento. La contraddizione può essere dovuta a una maggior consapevolezza, in questi contesti più aperti ed equi, per cui le donne denunciano più di frequente le aggressioni che subiscono. Un’altra possibile spiegazione è la maggiore esposizione al rischio nei paesi nei quali le donne sono più presenti nei luoghi di lavoro.

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Ci possono essere dunque contraddizioni tra uguaglianza di genere in qualche modo imposta dall’alto, attraverso una serie di cambiamenti legislativi, e il reale cambiamento degli uomini del paese. Una recente relazione del Consiglio d’Europa ha richiamato la Finlandia, facendo notare come le sanzioni penali per i reati sessuali nel suo sistema giudiziario siano “molto basse” rispetto agli standard del resto d’Europa.

Sanna Marin governa perciò in un contesto in cui molti obiettivi dell’emancipazione femminile e dell’uguaglianza economica sono stati raggiunti, ma altri fenomeni denotano contraddizioni gravi e non risolte. Dovrà affrontare dunque sfide importanti sia all’interno – perché il suo partito ha vinto con un margine limitato contro il partito dei finlandesi euroscettici e conservatori – sia all’esterno – perché la presidenza del Consiglio dell’Unione europea della Finlandia avrà il compito di integrare le priorità dell’agenda strategica 2019-2024, compresi temi “difficili” come le azioni per il clima, la sicurezza, l’inclusione.

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  1. Catullo

    La spiegazione molto più banale è che i finlandesi quando bevono possono diventare violenti la violenza sulle donne rientra nella violenza che c’è in quelle società solo che quella tra uomini non fa notizia.

  2. Gianpiero Dalla Zuanna

    E’ difficile pensare che la maggior violenza di genere in Finlandia sia dovuta solo alla maggior disponibilità a denunciare. Purtroppo infatti in quel paese il tasso di omicidi femminili è il triplo rispetto all’Italia, e uno dei più alti d’Europa. Il “paradosso nordico” attende ancora una valida spiegazione.

    https://popolazioneestoria.it/article/view/926

  3. Mirko Zanette

    Sanzioni molto basse… i paesi nordici hanno una tradizione legislativa che dà fiducia ai criminali, puntando più sulla loro correzione che repressione. Pro e contro, dipende dalla mentalità della gente del posto, e funziona bene. Il consiglio d’europa non si dovrebbe impicciare di questa cose.

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