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Così il settore pubblico diventa un acceleratore di sviluppo*

L’introduzione di indici di performance nei servizi pubblici potrebbe innescare un circolo virtuoso e favorire una cittadinanza consapevole. Una proposta che ha lo scopo di migliorare trasparenza ed efficienza nella Pa e rilanciare lo sviluppo del paese.

Settore pubblico da ripensare

Sulla necessità di ripensare il settore pubblico c’è stato di recente un rinnovato impegno politico in sede Ocse. L’impegno riflette l’urgenza di trasformare gli apparati statali affinché diventino un volano per lo sviluppo. In Italia, il “decreto semplificazioni” del luglio 2020, pur con alcune criticità, ha introdotto incentivi alla digitalizzazione e alla semplificazione dei servizi pubblici. Il loro livello di efficienza rimane tra gli ultimi in Europa e ciò ha un impatto negativo sulla produttività delle aziende nel territorio, come dimostrato da un recente studio.

Il ritardo nell’efficientamento del settore pubblico potrebbe essere dovuto a una scarsa responsabilizzazione dei vertici a capo degli enti erogatori: mancherebbe, infatti, un metro chiaro, oggettivo e affidabile che faciliti la discriminazione di una gestione pubblica virtuosa da una insufficiente. In un contesto di spinta alla trasparenza nella pubblica amministrazione, l’esplicita indicazione di indici di performance nella gestione e nell’erogazione dei servizi potrebbe indurre anche una maggiore efficienza nell’operatore pubblico.

Un indicatore di performance per la Pa

In alcune Asl venete si è deciso di riportare l’indicazione del prezzo della prestazione sanitaria in calce al referto medico: è un esempio di rilascio di informazioni relative al costo di un servizio pubblico erogato al cittadino. Questo tipo di meccanismo potrebbe essere esteso a tutta la pubblica amministrazione e potrebbe prevedere l’aggiunta di valori di riferimento, come medie regionali e nazionali, per evidenziare eventuali disparità tra diverse realtà locali e tipologie di utente.

Affinché il cittadino venga indotto alla comparazione sistematica del servizio che riceve con i livelli di riferimento, è necessario che l’indicatore sia di immediata comprensione. In questo modo, si contribuirebbe a portare al centro del dibattito politico elementi di valutazione oggettivi e attendibili. Ad esempio, l’impresa che richiede l’accesso alla cassa integrazione riceverebbe una notifica dove sono indicati tempi e costi del servizio, offrendo, altresì, un paragone con le medie regionali, nazionali ed europee.

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La misurazione dell’indicatore deve essere continuativa nel tempo: questo permetterebbe di valutare quanto un’amministrazione si sia spesa per colmare eventuali inefficienze in specifici settori. Se la ripartizione dei fondi per l’efficientamento della Pa fosse in parte legata a variazioni positive nel tempo dei diversi livelli di efficienza di partenza, si può presumere che gli enti con quelli iniziali più bassi possano avere maggiori incentivi a migliorare la loro performance.

La costruzione degli indicatori dovrebbe basarsi su quanto già a disposizione degli enti pubblici, i quali dovrebbero convergere verso una condivisione di dati amministrativi per permetterne una più efficace elaborazione. A questo fine, un portale web dedicato, con una raccolta degli indici divisi per area e per i vari livelli amministrativi, potrebbe facilitare l’accessibilità e la circolazione delle informazioni. L’effettiva implementazione rimarrebbe a carico delle amministrazioni nei vari livelli per garantire maggiore prossimità all’erogazione.

I canali dello sviluppo

L’obiettivo di contrasto alle inefficienze verrebbe raggiunto attraverso due canali principali. In primo luogo, i cittadini, le aziende e i vari gruppi di interesse verrebbero spinti all’attività di lobby e di monitoraggio nei confronti di amministrazioni inefficienti sulla base di un più ampio bagaglio di informazioni, soprattutto a livello locale dove il rapporto cittadino-istituzione è più stretto. A questo riguardo, risulta fondamentale giustificare e comunicare in maniera corretta l’intervento, al fine di contribuire alla formazione di una cittadinanza proattiva.

In secondo luogo, gli indicatori permetterebbero di disegnare incentivi economici efficaci per le amministrazioni tramite finanziamenti per l’efficientamento della Pa legati al miglioramento degli indicatori nel tempo. La raccolta di dati su qualità ed efficienza nel settore pubblico permetterebbe inoltre una migliore comprensione del ruolo dell’amministrazione pubblica nella promozione dello sviluppo economico a livello territoriale, individuando tempestivamente inefficienze e diffondendo le migliori pratiche tra enti locali e regionali.

In conclusione, l’elaborazione di specifici parametri di efficienza per la Pa favorirebbe la consapevolezza degli utenti, responsabilizzerebbe le istituzioni e contribuirebbe a ridurre le inefficienze pubbliche, alimentando il clima di fiducia necessario all’attività economica e allo sviluppo del sistema paese.

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* La proposta degli autori si è aggiudicata il concorso di idee lanciato a luglio ed è stata premiata nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento.

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  1. Savino

    Chi sbaglia deve pagare di tasca propria

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