La riorganizzazione del mondo del lavoro, nel settore pubblico come in quello privato, sarà uno degli effetti di lungo termine della pandemia. Ma davvero lo smart working aiuterà a conciliare lavoro e famiglia? Uno studio ne fa dubitare.
Tag: settore pubblico Pagina 1 di 2
Negli ultimi dieci anni in Italia si è investito poco, soprattutto da parte del settore pubblico. Secondo le stime, la rinuncia è costata al paese 8 punti di Pil. Compensati in parte da export e consumi interni, che sono ora i più colpiti dalla pandemia.
I servizi pubblici “costano” in Italia il 20 per cento del Pil. Misurarne l’efficacia è perciò importante, ma non facile. I divari di qualità ed efficienza tra diverse aree sono ampi. Però un loro miglioramento offre vantaggi potenzialmente rilevanti.
La crisi da Covid ha avuto conseguenze diverse per i diversi settori economici e per i lavoratori che ne fanno parte. Lo shock potrebbe essere permanente e va affrontato con politiche che superino le rigidità sulla riallocazione settoriale del lavoro.
Sull’onda della pandemia e con minori vincoli sul turnover, il governo pianifica nuove assunzioni per rafforzare il pubblico impiego. È però fondamentale capire come attrarre i giovani più capaci e motivati. E come selezionare i profili più adatti.
Nel tentativo di superare l’impasse derivante dal timore dei funzionari pubblici di incorrere in responsabilità per danno erariale, il dl “semplificazione” liberalizza molti comportamenti negligenti. Ma il rischio è di favorire ulteriori sprechi e inefficienze.
Per rispondere alle carenze messe in evidenza anche dall’emergenza sanitaria, il governo si appresta ad assumere nuovo personale pubblico. Dovrebbe farlo con una visione di lungo periodo, che tenga conto degli effetti delle scelte degli ultimi anni.
L’introduzione di indici di performance nei servizi pubblici potrebbe innescare un circolo virtuoso e favorire una cittadinanza consapevole. Una proposta che ha lo scopo di migliorare trasparenza ed efficienza nella Pa e rilanciare lo sviluppo del paese.
Dopo decenni di tagli di bilancio e di riduzione dell’occupazione nella pubblica amministrazione, la pandemia ha ridato un ruolo centrale allo stato. Per migliorare la qualità dei servizi pubblici è però cruciale la fase di reclutamento del personale.