Contrasto ed emersione del lavoro nero sono possibili. Basta sapere come farlo. La digitalizzazione si configura come una risorsa fondamentale perché consente di velocizzare i processi e rende possibili azioni congiunte mirate a specifici settori.
Autore: Cristina Specchi
Laureata in Economia e Politica Economica presso l’Università di Bologna. È rappresentante degli studenti presso il CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) e ANDISU (Associazione Nazionale degli organismi per il Diritto allo Studio Universitario). I suoi interessi sono relativi all’istruzione universitaria e relative diseguaglianze, al diritto allo studio e welfare studentesco al fine di comprendere gli strumenti utili alla rimozione dei potenziali ostacoli economici e sociali nell’accesso alla
formazione.
Il lavoro nero costa ai contribuenti italiani 37 miliardi di euro. Le tasse evase danneggiano lo stato e si traducono in un carico maggiore per chi le imposte le paga. Politiche contro il sommerso possono essere utili anche in un’ottica redistributiva.
La riforma degli Its è legge. Prevede la loro espansione, con possibili sovrapposizioni con le lauree professionalizzanti offerte dagli atenei. Ridefinizione della governance e diritto allo studio sono elementi critici da affrontare nei decreti attuativi.
Cresce il numero degli studenti fuori-sede nelle università del Nord. L’insufficienza dei posti alloggio è forse il più importante discrimine nell’accesso all’istruzione terziaria. Il contributo affitto potrebbe essere una parziale soluzione.
Tornano a crescere i finanziamenti per il diritto allo studio universitario. Ma per migliorare l’efficacia del sistema è necessario applicare i Lep in modo da ridurre le disuguaglianze di accesso nei territori. E il Pnrr può essere l’occasione giusta.