“Veloce come Mennea”. Per chi è cresciuto negli anni ’70 in Italia non ci poteva essere complimento più grande, se si parlava di rapidità. Il termine di paragone assoluto. Pietro Mennea, morto ieri a 60 anni, era il Bolt di quegli anni. Record del mondo sui 200 metri nel 1979 a Città del Messico con un tempo, 19’’72, che avrebbe resistito per quasi 20 anni. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca l’anno dopo, sempre sui 200 metri. Mennea era però diversissimo da Bolt. Un fisico “normale”, del tutto sprovvisto degli enormi muscoli che hanno i velocisti di oggi.
Autore: Fausto Panunzi Pagina 6 di 15
Ha conseguito il PhD presso il Massachusetts Institute of Technology. Attualmente insegna Economia Politica presso l'Università Bocconi. In precedenza ha insegnato presso l'Università di Bologna, l'Università di Pavia, Lecturer all´University College London, Research Fellow presso IDEI (Toulouse ) e IGIER. Le sue aree di interesse scientifico sono la teoria dell'impresa, finanza d'impresa e teoria dei contratti. Redattore de lavoce.info.
La fine della crisi ancora non si vede e il presidente della Fsa propone di stampare moneta per finanziare politiche fiscali espansive, rompendo un tabù. La sua efficacia non è garantita e i rischi non sono trascurabili. Il solo fatto che se ne discuta è un segnale della gravità della situazione.
Quali sono le ragioni che portano alla creazione di bolle nei mercati finanziari? E quali sono gli strumenti più idonei per prevenirne la nascita? Sembrano considerazioni prive di attualità, ma uno dei membri del Board of Governors della Fed la pensa diversamente. I titoli da monitorare.
Sembrava una battaglia persa. E forse lo è. O forse no. No, non sto parlando della campagna elettorale di Berlusconi, ma del calcio a Natale. Meglio, a Santo Stefano. Ormai da tanti anni la Premier League ha la sua giornata più seguita il 26 dicembre, nel Boxing Day. E anche quest’anno dalle 4 di pomeriggio fino alle 11 di sera gli spettatori di tutto il mondo potranno guardare Manchester United, Chelsea, Liverpool e tutte le altre squadre inglesi giocare. La serie A sarà invece, come al solito, chiusa per ferie. I calciatori del nostro campionato più importante saranno in larga maggioranza a prendere il sole in resort situati in isole tropicali. Ma, ecco la novità, la serie B scenderà regolarmente in campo per la 21° giornata di campionato.
L’austerità fiscale è la medicina che porterà l’Europa fuori dalla crisi? Non ci crede Mario Seminerio e nel suo libro La cura letale spiega perché, attraverso un’analisi puntuale, in un linguaggio chiaro e accessibile a tutti. È il contributo di un opinionista non accademico al dibattito sulla crisi. Particolarmente apprezzabile perché sui media, vecchi e nuovi, a volte spopolano tesi accattivanti, ma del tutto prive di fondamento teorico e empirico. Mentre non sempre gli economisti riescono a trasportare in quelle discussioni la loro autorevolezza accademica.
Ci vuole coraggio per scrivere un “Manifesto capitalista” di questi tempi. Lo ha fatto Luigi Zingales, con un libro appena uscito per Rizzoli. Nella prima parte propone un’approfondita analisi delle ragioni della mancanza di popolarità di cui gode oggi il capitalismo. E siccome pensare di fermare la globalizzazione o il progresso tecnico è inutile, nella seconda parte individua i fattori che potrebbero rovesciare questa tendenza. Insieme agli attori del cambiamento: donne, giovani e immigrati, cioè gli esclusi dai privilegi che il sistema economico odierno concede.
Si può guarire, in alcuni casi, da una crisi di debito accumulando altro debito, suggerisce il Nobel Paul Krugman. Che invoca una politica fiscale espansiva come unico strumento possibile per creare domanda e generare occupazione quando il settore privato ha un indebitamento eccessivo. Il costo si scaricherà sui contribuenti e se la spesa pubblica verrà utilizzata in modo produttivo, le generazioni future avranno più debito, ma anche più asset. In Italia, però, la ricetta non può funzionare. Ecco perché.
Quale sarà il paese che vincerà più medaglie? Quante ne conquisterà l’Italia? A queste domande cerca di rispondere una studentessa della Tuck Business School grazie a un modello che utilizza variabili economiche, demografiche e legato a performance passate. Secondo lo studio saranno 26 le medaglie azzurre, in linea con le previsioni del Coni, e più di tutte ne vinceranno gli Stati Uniti, mentre la Cina avrà il maggior numero di ori.
L’ultimo caso è il passaggio di Ibrahimovic e Thiago Silva dal Milan al Psg. Ma sono ormai diverse le stelle del calcio vendute da squadre italiane in nome del fair play finanziario, una sorta di fiscal compact del calcio, imposto dalla Uefa per ridurre drasticamente le enormi perdite dei club. Ma ai tifosi sembra che valga solo per le squadre del nostro campionato, visto che altri continuano a spendere e a garantire ingaggi milionari. È possibile che la regola sia aggirabile. Le società italiane, però, rimangono troppo legate ai ricavi dai diritti televisivi.
Al fischio di inizio la quattordicesima edizione degli Europei, di calcio con la Spagna campione in carica. Vincerà anche quest’anno? Secondo i bookmaker, sì. E alcuni statistici austriaci confermano, assegnandole le maggiori probabilità di vittoria, con il 25,8 per cento. Segue la Germania con il 22,2 per cento. Sarebbe la prima nazione ad aggiudicarsi tre edizioni consecutive di Mondiali ed Europei. Ma questa è una competizione tradizionalmente aperta alle sorprese. Lasciando così qualche residua speranza anche all’Italia.