Il censimento cinese fotografa una popolazione che invecchia rapidamente: una condizione da paese avanzato per un’economia per molti versi ancora in via di sviluppo. Un quadro demografico che rischia di causare problemi economici rilevanti.
Autore: Irene Solmone Pagina 2 di 4
Dottoranda in Economics presso l’Università Bocconi, interessata a genere, immigrazione e economia dello sviluppo. È stata Research assistant e podcast anchor per lavoce.info, research assistant per il Centro Studi Luca d’Agliano, e project manager all’Università Bicocca.
Secondo il Global Gender Gap Report 2021, per colmare il divario di genere nel mondo saranno necessari 135,6 anni. E nel 2020 la crisi pandemica ha rallentato o interrotto i progressi verso la parità di genere in molti paesi, portando in alcuni casi anche a un peggioramento.
Dal 2015 l’Italia ha speso più di un miliardo tra fondi propri o comunitari per fermare gli sbarchi nel Mediterraneo. È una politica condivisa in Europa, ma restano dubbi sulla sua efficacia. L’approccio delle politiche migratorie andrebbe ripensato.
La pandemia ha completamente stravolto l’andamento dell’economia mondiale, ma non tutti i settori hanno subito lo stesso impatto. Ora la sfida è riadattare la produzione economica e il mercato del lavoro alle nuove condizioni.
Il governo cinese ha annunciato di aver eradicato la povertà assoluta nel paese. I metodi utilizzati per raggiungere i risultati lasciano però spazio alle critiche, a partire dal dislocamento forzato. Ora la sfida è su rischi di ricadute e disuguaglianze.