Montagne russe sui mercati finanziari di tutto il mondo, con un’alternanza di giornate nere e rimbalzi. Stavolta l’origine è in Cina, dove i dirigenti di Pechino stanno sperimentando l’introduzione di strumenti di libero mercato nella loro economia. Il tutto accompagnato dal tradizionale dirigismo del regime.
Con un eccesso retorico Barack Obama definisce le sue misure contro il cambiamento climatico come il passo più importante mai compiuto dagli Usa in questa direzione. In realtà si vuole ridurre l’energia generata dal carbone, assecondando cambiamenti già indotti dalla crisi e dalla tecnologia. Bene, comunque, questo piano in vista della prossima conferenza sul clima di Parigi.
Se i voti all’esame di maturità sono stati molto migliori nelle scuole del Sud rispetto a quelle del Centro-Nord, vuol dire che gli studenti delle prime sono più preparati e gli altri più somari? Di sicuro, incrociando i dati con quelli dei test Invalsi e Pisa, saltano fuori rilevanti differenze nel metro di giudizio.
In Italia serve introdurre il salario minimo legale. Ma facciamo che la fissazione del suo livello sia sottratta agli umori della politica. Meglio che il compito sia affidato a una commissione indipendente che tenga conto di vari elementi: dall’effetto disincentivo sulle assunzioni alla sua decurtazione causa tasse e contributi. Comunque utile guardare alla Germania, dove il salario minimo di 8,50 euro all’ora è stato introdotto otto mesi fa. Tra gli effetti certi – sinora – il crollo del numero dei mini-job, i contratti precari tedeschi.
Le politiche del lavoro dei paesi europei nell’ultimo ventennio hanno aumentato la flessibilità sperando che crescesse l’occupazione. Ma ciò non è avvenuto perché la deregulation ha toccato solo qualche settore del mercato del lavoro. Lasciando alcuni super-garantiti e altri nel far west della precarietà.
Un commento di Marcello Esposito a “Droghe leggere: la legalizzazione è un buon affare” di Piero David e Ferdinando Ofria. E la risposta degli autori.
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Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. SAVE THE DATE, dunque, vi aspettiamo!
Autore: Desk Pagina 104 di 195
Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".
Nel secondo trimestre 2015 in Italia si consolida la crescita del Pil. Più lenta e graduale che in passato anche perché lo scenario internazionale – seppure positivo – non è favorevole come allora. Per spingere la ripresa urge approvare e attuare speditamente le riforme in cantiere da troppi mesi.
Anche se inaspettatamente è tornata a crescere, la Grecia sta sicuramente peggio di noi. Il nuovo piano di aiuti in approvazione nei parlamenti europei non risolve i problemi del paese, ma almeno ne evita l’insolvenza. Fra tre anni saremo punto e a capo, in attesa del prossimo salvataggio.
A seguito della proposta di 218 parlamentari si parla di legalizzare la cannabis. Anche sulla base del caso del Colorado, tra le conseguenze ci si potrebbe aspettare un risparmio delle spese per reprimere una diminuita criminalità e introiti fiscali per 5-8 miliardi. Difficile da calcolare il possibile aumento del consumo di droghe leggere.
Risparmi, semplificazione, spoil system, digitalizzazione: sono i (soliti) cardini della riforma della pubblica amministrazione presentata dal ministro Madia. Sarà efficace e – come dichiarato – potrà contribuire al contenimento della spesa pubblica? Lo sapremo una volta emanate le tante deleghe legislative previste.
Sul mercato del lavoro l’esperienza conta. Per capirlo si possono studiare le carriere di coppie di giocatori di calcio (di cui domenica comincia il campionato) nati nello stesso anno, uno all’inizio e l’altro alla fine. Dai dati viene fuori che i giocatori con più esperienza hanno maggiori probabilità di giocare in Serie A rispetto ai loro coetanei meno fortunati.
Sono sempre più i laureati in materia scientifiche nei paesi in via di sviluppo. Per quanto la distribuzione geografica non implichi l’eccellenza accademica, dobbiamo stare attenti a non perdere uno dei punti di forza dei paesi ricchi: la migliore istruzione, spesso punto di forza della capacità di un paese di adottare le tecnologie. Importante quindi la valutazione della qualità della ricerca (Vqr) operata dal ministero dell’Università. Una riflessione su come è stata organizzata la Vqr 2004-2010 consente, ora che ne inizia la seconda fase, di avanzare alcune proposte per un suo ridisegno migliorativo.
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Un film già visto alla Rai. Il Cda dell’era renziana mette al governo dell’emittente pubblica un discutibile mix di persone competenti e lottizzati della politica. Il nuovo per avanzare davvero richiede una riforma.
In tanti si chiedono come finanziare il bilancio della Ue. Alcuni pensano di cedere una parte dei proventi Iva, altri vogliono una tassa sulle transazioni finanziarie. Ma forse la fiscalità federale potrebbe cominciare con un prelievo sui redditi d’impresa. Con aliquota minima comune a tutti gli stati.
Sul bilancio del comune di Milano pesano gli impegni per la realizzazione della quarta e quinta linea di metropolitana. Non basta adeguare le tariffe e ridurre i mezzi di superficie, ci sarà da metter mano ai costi. Dall’Europa si potrebbe importare la pratica di gare competitive e affidamenti per piccoli lotti di servizio.
Solo cinque mesi per usare i fondi strutturali europei del ciclo di programmazione 2007-2013 mentre le nostre amministrazioni continuano a far fatica per spendere i soldi a disposizione. Ma se anche tutto andasse liscio, quale sarebbe l’impatto dei fondi sull’economia locale? A conti fatti, zero o poco più.
Viaggia su due binari diversi il diritto societario per le imprese tradizionali e per le Pmi innovative. Queste ultime – stimabili fino a 150 mila – si avvalgono di varie deroghe non sempre chiare e fatte su misura. È venuta l’ora di dare maggiore coerenza e generalità a tutto il diritto d’impresa.
Estate torrida e siccità in Val Padana: soffre l’agricoltura e soffrono i consumatori che pagano il rincaro dei prodotti alimentari. Positiva la gestione dell’emergenza idrica del bacino del Po da parte dell’apposita Cabina di regia, che però funziona con regole di 12 anni fa. Il dilemma è sempre: nuove infrastrutture o imparare a gestire l’emergenza?
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Il Financial Times passa nelle mani del gruppo Nikkei, giapponese e globale. Ma l’operazione non è una minaccia alla libertà dell’informazione economica. La nuova proprietà non ha interesse a cambiare la gestione di un giornale che ha prestigio e macina utili. Anche perché con un Ft addomesticato verrebbero fuori nuovi e affamati cani da guardia dell’informazione.
La riforma della scuola approvata dal Parlamento prevede l’assunzione in ruolo di molti insegnanti precari. Quanti esattamente? Dal vortice di cifre si può stimare un totale – in tre fasi – di quasi 103 mila neo-docenti. Con un numero complessivo di aspiranti non lontano da 800mila persone, molte delle quali saranno forse precarie per sempre.
Nei lavori delle commissioni che da un anno stanno predisponendo la riforma del pubblico impiego, si è parlato di pesare il voto di laurea nei concorsi statali. L’emendamento è poi scomparso perché ne era uscita una proposta pasticciata. Sprecata l’occasione di aggiungere un elemento di ragionevole meritocrazia.
Tsipras ottiene il sì del Parlamento di Atene agli amari bocconi di tagli di bilancio e riforme a lungo osteggiate. Intanto sono alle porte le scadenze dei debiti di agosto (5 miliardi), mentre le prospettive dell’economia greca per il 2016 si fanno ancora più fosche. Urge un nuovo programma di aiuti.
Appena nate, le dieci città metropolitane (che hanno sostituito altrettante province) si trovano già a fare i conti con l’assenza di risorse, cioè con l’impossibilità di svolgere il ruolo loro assegnato per legge. Per reperire i fondi, c’è un’alternativa: nuove tasse locali, per esempio sui diritti d’imbarco aeroportuali e portuali.
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Code ai bancomat e fughe di capitali, crediti deteriorati per il 40 per cento del totale e casse piene di titoli pubblici spazzatura: le banche greche sono in ginocchio. Per ricapitalizzarle arriveranno tra 10 e 25 miliardi del piano di salvataggio attraverso l’Esm (European stability mechanism). Il recupero di stabilità del sistema creditizio non è un regalo alle banche ma un sostegno al ritorno del bene più prezioso per la Grecia di oggi, la fiducia. Su questi temi un nuovo intervento nel confronto che abbiamo aperto.
La relazione annuale dell’Inps contiene cinque proposte di riforma. Una riguarda il funzionamento dell’Istituto, quattro i lavoratori anziani nel mercato del lavoro. Reti di protezione per gli over 55 servono, eccome, se non si trasformano in un incentivo a espellerli dalle imprese.
È pronto il nuovo disegno dei collegi elettorali previsti dall’Italicum. Il governo può modificarlo prima dell’emanazione del decreto legislativo compiendo magari – come purtroppo succede – qualche forzatura. Speriamo di no, perché il lavoro fatto dai tecnici ubbidisce a una varietà di criteri sufficientemente neutri.
Si chiamano “margin loan” i principali responsabili della bolla del mercato azionario cinese che ha cominciato a sgonfiarsi dopo dodici mesi di Toro. Sono acquisti a leva, prendendo a prestito liquidità garantita con depositi o con azioni. Della bolla c’è però anche una possibile spiegazione politica …
Crescono criminalità informatica e hackeraggi e si affinano le misure di protezione. Riconoscimento facciale, lettura delle impronte e del tracciato cardiaco, scansione vocale, identificazione dell’occhio e persino dell’orecchio sostituiranno le password. Qui il futuro – non troppo lontano – è biometrico.
Il popolo greco ha detto no a un nuovo programma di aiuti con condizioni troppo vessatorie. Ma così Atene è in default e la Bce non potrà più offrire liquidità di emergenza alle sue banche. Per uscire dalla trappola l’Europa potrebbe farsi carico dei debiti greci con Fmi e Bce con il fondo salva-stati (Esm). L’allungamento a dieci anni della scadenza minima del debito consentirebbe di impostare le vere riforme di cui ha bisogno la Grecia. Serve una svolta che trasformi un paese abituato a vivere al di sopra dei propri mezzi in un sistema economico-sociale capace di usare al meglio le sue opportunità.
Sotto le macerie del referendum e della crisi rimane in ogni caso l’inadeguatezza della politica europea dei parametri. Aiuterebbe un colpo d’ala di politica fiscale federale che aumenti gli investimenti pubblici o tagli le tasse in tutta Europa archiviando i deliri algebrici degli ultimi anni. Oggi le scelte dell’Europa e della Grecia non sono tra euro e dracma, tra democrazia e autocrazia, ma tra – tutto sommato – limitati sacrifici distribuiti fra tutti i paesi e grandi sacrifici per i greci oggi e – chissà – per noi domani.
Nella sua seconda relazione annuale, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni – Ivass, ora sotto il cappello Banca d’Italia – menziona i problemi spinosi del settore (a partire dalla scarsa concorrenza nella Rc-auto) ma non propone come aggredirli. Almeno la bassa penetrazione delle polizze contro i disastri naturali potrebbe essere affrontata con la partnership tra pubblico e privato: in Francia ha funzionato.
Nonostante le quote rosa, sono solo due su dieci le donne nei cda delle società quotate italiane. Va meglio nel resto d’Europa e peggio negli Usa. Dove, però, da un commissario dell’autorità di vigilanza sui mercati parte una battaglia per una distribuzione più equa dei ruoli dirigenziali nelle imprese tra generi e tra gruppi etnici.
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Alle prese con il devastante tira-e-molla con la Grecia, i politici europei e il Fmi dimenticano la lezione del decennio perduto dell’America Latina negli anni ’80. A paesi in default fu inizialmente imposta un’austerità troppo dura. Ma poi arrivò il Piano Brady con il quale banche creditrici e stati sovrani si accordarono sulla riduzione del debito richiesta per ripartire. Impossibile però – come ci racconta una lettera da Atene – una svolta prima dello svolgimento del referendum indetto da Tsipras con una mossa spregiudicata e avventata. Rimane un cruciale problema di democrazia in Europa, dove i ministri delle finanze dell’area euro decidono la sorte di un intero popolo con una legittimità molto dubbia. Che ci voglia una riforma della governance della Ue lo dice anche il rapporto dei “cinque presidenti”. Ma – irrisolto il problema greco – non si può riformare un bel niente, a partire dall’Unione monetaria.
Con l’annunciata fusione tra Linate-Malpensa (controllati dalla Sea) e Orio al Serio nascerà una posizione dominante negli aeroporti lombardi. Con benefici per la redditività degli enti pubblici azionisti di maggioranza e forse a discapito dei cittadini. Per privatizzare i quattro aeroporti di Londra si scelse una strada diversa. Da cui si potrebbe imparare.
È alle battute finali la riforma del catasto. Con una grossa contraddizione: vuole ristabilire l’equità del prelievo fiscale sugli immobili e allo stesso tempo impone l’invarianza di gettito a livello locale. Creando iniquità tra comuni. Ci sarebbe più redistribuzione se l’invarianza di gettito fosse stabilita a livello nazionale.
Al via una nuova architettura delle politiche attive per il lavoro, che finora non hanno dato prova di grande efficienza. Sarà la volta buona con l’Agenzia che accentra competenze prima disperse sul territorio? Potremo misurarne il successo guardando a come funzionerà l’assegno di ricollocazione per la categoria di disoccupati che cercano lavoro da sei mesi.
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La crisi ha mandato in frantumi il modello di sviluppo europeo, basato su crescita e welfare per tutti con alta tassazione e alta redistribuzione. I paesi Ue sono oggi incapaci di scongiurare il rischio povertà di una grossa parte della loro popolazione. E ciò vale per chi non è cresciuto (Italia e Spagna) ma anche per chi è riuscito a crescere (Regno Unito, Germania e Svezia). Con la punta più drammatica in Grecia. Che, anche questa settimana, è sull’orlo del default. Nel frattempo a Bruxelles l’inevitabile salvataggio viene rinviato mentre i mercati per ora credono che – grazie alla Bce – tutto vada a posto con limitati costi di aggiustamento.
Ha senso – seppure con alcuni limiti – la proposta della Commissione europea di ripartire il numero dei richiedenti asilo tra i vari paesi dell’Unione in base a dimensione e forza economica. Ma, contrariamente alla disinformazione seminata dai politici italiani, non dobbiamo pensare che dovremo ospitarne meno. Anzi, saranno di più.
Appena reintrodotto, va in soffitta il reato di falso in bilancio. La nuova formulazione della norma ammette di riportare cifre sballate se soggette a valutazione degli amministratori. Tana libera tutti. Eppure tra lasciare impunita una frode e mandare in galera chi fa un errore ci sarebbe una ragionevole via di mezzo.
Tra il 2012 e il 2013 il traffico sulle autostrade è diminuito oltre il 10 per cento. Non così i profitti delle società concessionarie al riparo dal rischio operativo grazie alle revisioni tariffarie da parte dello stato. Ora questo Bengodi dei concessionari rischia di essere esteso alle infrastrutture ferroviarie. Per una direttiva europea.
Emanuele Ranci Ortigosa commenta l’intervento di Massimo Bordignon e Francesco Daveri “Consulta: i custodi del diritto. E del rovescio”
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Migliorano i numeri di occupazione e disoccupazione. Bene, ma vanno letti con cautela. Quando – come è accaduto nei primi mesi del 2015 – l’occupazione cresce più del Pil, vuol dire che sta scendendo il prodotto per addetto. E una produttività del lavoro in calo è di solito sintomo di crescita poco duratura.
Con una sentenza il tribunale di Milano ha messo fuorilegge Uberpop. Per la gioia dei tassisti che hanno pagato cara la licenza. E con buona pace dei principi di concorrenza e di garanzia di accesso a un servizio pubblico per i consumatori. Eppure le soluzioni per venire incontro agli interessi di tutti ci sono.
In giugno i presidenti delle cinque maggiori istituzioni europee presenteranno un documento su come riformare e rafforzare la Ue. Urge trovare forme flessibili di convivenza tra i paesi dell’Eurozona e quelli che vedono l’Europa solo come un mercato unico. Il rischio è che si deleghi tutto a una Bce che tutto non può fare. Chissà se questo documento includerà anche la proposta di creare un ammortizzatore sociale europeo. Una vecchia idea di cui si parla in questi giorni a Bruxelles. Di nuovo in auge per l’incapacità di alcuni governi nazionali di stabilizzare i redditi durante la crisi.
Ancor più della disuguaglianza dei redditi, frena lo sviluppo delle società la disuguaglianza della ricchezza. Anche di questi temi si è parlato al Festival dell’Economia, appena concluso, dedicato alla “Mobilità sociale”. Misurare bene l’entità e l’evoluzione della disuguaglianza è però difficile e richiede sforzi e denari pubblici.
Rimane alta l’evasione fiscale sugli affitti delle case. Per ricuperare gettito e (forse) equità si potrebbe ripensare la tassazione di tutti gli immobili d’abitazione attribuendogli un certo rendimento minimo e tassando l’extra-reddito presunto e il guadagno in conto capitale.
Un commento di Marco Causi e Antonio Misiani, deputati del Pd, all’articolo di Raffaele Lungarella “Prestito vitalizio ipotecario: perché lo chiedono in pochi”. E una replica dell’autore.
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