Lavoce.info

Autore: Marzio Galeotti Pagina 5 di 16

galeotti Professore ordinario di Economia politica presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli studi di Milano. Dopo la laurea in Discipline economiche e sociali presso l’Università Bocconi di Milano ha conseguito il dottorato in economia (Ph.D.) presso la New York University di New York. È Direttore della ricerca scientifica della Fondazione Eni Enrico Mattei, dopo essere stato in passato coordinatore del programma di ricerca in modellistica e politica dei cambiamenti climatici. È Fellow del Centre for Research on Geography, Resources, Environment, Energy & Networks (GREEN) dell’Università Luigi Bocconi e Visiting Fellow presso il King Abdullah Petroleum Studies and Research Center (KAPSARC). È Review Editor del capitolo 4 (“Mitigation and development pathways in the near- to mid-term”), Sixth Assessment Report (AR6), IPCC WGIII, 2021. È stato fondatore e primo presidente dell’Associazione italiana degli economisti dell’ambiente e delle risorse naturali, è membro del comitato scientifico del Centro per un futuro sostenibile e della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. È componente del comitato di redazione de lavoce.info.

Se sale il prezzo del carbonio, migliora il clima

Torna a salire il prezzo dei crediti di carbonio sul mercato europeo dei permessi di emissione, il più importante al mondo. È una buona notizia perché è un modo per indurre spostamenti su larga scala verso l’utilizzo di gas naturale e fonti rinnovabili.

Ambiente, un tema caldo per il governo

Il nuovo governo deve affrontare alcune questioni spinose in tema ambientale, soprattutto quando si tratta di infrastrutture di comunicazione o industriali. Per trovare soluzioni adeguate a problemi complessi meglio sarebbe evitare proclami e dogmatismi.

A tutto gas, ma con nuove infrastrutture

L’incidente al gasdotto in Austria ha risvegliato la discussione sull’approvvigionamento e sul prezzo del gas, considerato la fonte di transizione verso la completa decarbonizzazione. Tanto più in Italia, dove gli è stato assegnato un ruolo chiave.

Da Obama a Trump: la finta battaglia del carbone

Con un ordine esecutivo Trump ha cancellato il piano anti-emissioni di Obama. Lo ha fatto per compiacere i suoi elettori negli stati carboniferi. Ma la crisi del carbone è iniziata prima delle misure dell’amministrazione democratica e non finisce ora.

Trump e il clima, tra promesse elettorali e scelte politiche

Gli Stati Uniti si ritirano dall’accordo di Parigi, ma non sono usciti dalla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici. Così l’amministrazione Trump mantiene una promessa elettorale. Senza però invertire la tendenza che porta alla decarbonizzazione. 

Emissioni di CO2 in Italia: bilancio e previsioni

Un allegato al Def fa il punto della situazione sulle emissioni di CO2 e sugli impegni di riduzione presi dall’Italia. Centrati i livelli previsti dal Protocollo di Kyoto, anche per la crisi economica, è più complesso il rispetto degli obiettivi al 2030.

Effetto Trump sul clima

Con un ordine esecutivo Trump inizia a smantellare il contributo Usa alla lotta ai cambiamenti climatici. Il pericolo è un effetto emulazione da parte di altri paesi. Mente, sul fronte interno, il passaggio alle fonti rinnovabili sembra irreversibile.

Tap, la via del gas per una lunga transizione

Il Tap non riuscirà a risolvere la questione della dipendenza europea dal gas russo. E l’investimento è molto ingente. Ma nella transizione verso un’energia libera da fonti fossili, il gas è necessario. Così come le infrastrutture che lo trasportano.

In Puglia proteste contro il bersaglio sbagliato

L’inizio dei lavori per la costruzione del gasdotto Tap ha provocato molte proteste in Puglia, che però non sembrano giustificate. Perché si tratta di una piccola infrastruttura che ha già superato precisi controlli e che porterà benefici ai cittadini.

Sarà la finanza a fermare l’oleodotto della discordia?

Una infrastruttura molto discussa per trasportare un greggio particolarmente inquinante e difficile da estrarre. Che sarebbe utile solo se il prezzo del petrolio aumentasse di molto. Così l’oleodotto Keystone XL, bloccato da Obama e autorizzato da Trump, può rivelarsi un investimento rischioso.

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