La crisi del sistema bancario americano sembra rientrata, e con essa il pericolo di contagio internazionale. Restano però tre debolezze delle banche regionali Usa, che possono ridurne la redditività e, in qualche caso, metterne a rischio la sopravvivenza.
Autore: Rony Hamaui Pagina 4 di 16
Rony Hamaui laureato all'Università Commerciale L. Bocconi e Master of Science alla London School of Economics. È professore a contratto presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente di Intesa Sanpaolo ForValue. È consigliere del CDEC e del LSE-Alumni. E’ stato direttore Generale di Mediocredito e AD di Mediofactoring. Ha ricoperto numerosi incarichi presso il gruppo Intesa Sanpaolo; e’ stato responsabile del Servizio studi della Banca Commerciale Italiana nonché professore a contratto presso l' Università di Bergamo e l' Università Bocconi. Ha lavorato presso l'Istituto per la Ricerca Sociale. È autore di numerosi articoli scientifici e ha scritto e curato diversi libri riguardanti gli intermediari e i mercati finanziari internazionali nonché la finanza islamica.
La bufera che ha investito il sistema bancario americano ed europeo non sembra placarsi. Le ragioni vanno ricercate nella difficoltà di gestire la politica monetaria in un contesto di alta inflazione e in una situazione rapidamente cambiata per le banche.
Negli ultimi anni l’economia israeliana ha avuto una straordinaria crescita, con bassa inflazione. Ora però le riforme istituzionali proposte dal governo rischiano di far precipitare in una seria crisi un paese polarizzato e dalle forti disuguaglianze.
Da più di due anni l’Unione Europea emette una discreta quantità di “Eu Bonds”. Non hanno assunto però le caratteristiche di un free risk asset e i loro tassi d’interesse sono superiori non solo a quelli tedeschi, ma anche a quelli francesi e spagnoli.
L’inflazione ha forti conseguenze su consumi, redditi e ricchezza degli individui. Eppure, l’opinione pubblica e i politici si concentrano solo sull’aumento dei prezzi di pochi beni, come la benzina. E guardano con sospetto l’azione delle banche centrali.
Le banche centrali dei paesi avanzati registreranno probabilmente forti perdite nei prossimi anni. Sono la conseguenza delle politiche monetarie non convenzionali adottate a partire dalla crisi finanziaria. Come la banca d’Italia affronterà la situazione.
Il fallimento di Ftx non ha messo a nudo solo l’assenza di una regolamentazione adeguata. Ha anche posto in discussione tre pilastri fondamentali del sogno delle criptovalute: la decentralizzazione degli scambi e dei controlli e l’assenza dello stato.
Tre anni di irresistibile ascesa e poi un crollo altrettanto rovinoso: si chiude così la vicenda di Ftx, il mercato delle criptovalute. Lascia vari insegnamenti sui danni causati dall’assenza di regolazione e dai conflitti di interesse della politica.
L’inflazione rimane alta negli Stati Uniti e continua a crescere in Europa e in tanti altri paesi. Forse nei prossimi mesi cominceranno a rallentare i prezzi delle materie prime energetiche e alimentari, ma le banche centrali non cambieranno politica.
Tradizionalmente, negli Stati Uniti il partito del presidente perde voti e seggi alle elezioni di Midterm. In questa tornata, poi, con l’inflazione in crescita e il rischio di una grave recessione, è la situazione economica a preoccupare gli americani.