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Autore: Simone Pellegrino

pellegrino Simone Pellegrino è professore associato di Scienza delle finanze presso il Dipartimento di Scienze Economico-sociali e Matematico-statistiche (ESOMAS) dell’Università di Torino. In precedenza è stato ricercatore presso la medesima Università. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in finanza pubblica presso l’Università di Pavia e il Master in public economics presso la University of York (UK). I suoi interessi di ricerca vertono prevalentemente su tematiche relative all’imposizione fiscale, alla costruzione di modelli di micro-simulazione tax-benefit e all’analisi dell’effetto redistributivo delle imposte.

L’IRPEF DI BERLUSCONI PREMIA I REDDITI PIU’ ALTI

La proposta del presidente del Consiglio di portare a due le aliquote dell’Irpef è stata subito abbandonata per la situazione dei conti pubblici, che non consente oggi una riforma tale da ridurre il gettito dell’imposta di un punto e mezzo di Pil. Ma se l’ipotesi non fosse stata riposta nel cassetto chi se ne sarebbe avvantaggiato? Soprattutto i contribuenti a reddito medio-alto. Perché già ora metà dei contribuenti ricade nell’aliquota del 23 per cento. E perché il primo scaglione sarebbe troppo ampio per salvaguardare l’effetto redistributivo del nostro sistema tributario.

SI FA PRESTO A DIRE BONUS

Social card e bonus sembrano ben centrati a favore delle famiglie più povere. Le due misure consentono di ridurre la disuguaglianza in modo apprezzabile: l’indice di Gini del reddito disponibile familiare equivalente passa da 30,99 a 30,59. Ed è il Sud a trarne maggior beneficio. Il bonus appare però come una inutile e temporanea duplicazione dell’assegno al nucleo familiare. Mentre la social card da sola non può essere una adeguata forma di contrasto alle povertà più gravi. La risposta migliore resta il reddito minimo di inserimento.

QUANTO E’ REDISTRIBUTIVA LA FINANZIARIA 2008? POCO

Nella legge finanziaria 2008 c’è un sostegno alle famiglie numerose. Ma l’effetto redistributivo della manovra è modesto. Perché lo sconto sull’Ici è generalizzato, senza legame col reddito complessivo Irpef dei proprietari. Intanto l’Irpef negli ultimi anni sta assumendo una struttura nuova: da una parte tecnicamente più complessa (forse troppo per essere comprensibile da parte del contribuente) e dall’altra un po’ più attenta ai fenomeni di povertà e ai limiti intrinseci di una imposta personale sul reddito.

CHI GUADAGNA DALLA MANOVRA

Se l’obiettivo è rendere più equa la distribuzione dei redditi, nella manovra finanziaria per il 2008 non mancano le zone d’ombra. Sicuramente positivi gli effetti redistributivi delle misure a favore degli incapienti, ovvero contribuenti che generalmente non possono beneficiare degli sgravi d’imposta, anche se limitata per il 2007. Ma dal 2008 si introducono benefici permanenti per affitti e Ici che si concentrano su una parte più alta della distribuzione dei redditi e riducono l’impatto positivo sui veri poveri.

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