L’Eba è una autorità europea poco conosciuta, ma che svolge un importante lavoro di armonizzazione delle regole europee in campo bancario. Sarebbe ancora meglio se lavorasse anche alla loro semplificazione. E pure la sua governance andrebbe rivista.
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La questione dei cambiamenti climatici si fa sempre più assillante. La UE punta ad arrivare a un sistema energetico competitivo, sicuro e sostenibile. Ma molto dipenderà dalla composizione del prossimo Parlamento. Qual è la posizione dei partiti italiani?
Con la sua azione di contrasto ai cambiamenti climatici, nel periodo 1990-2017, l’Unione europea è riuscita a crescere e nello stesso tempo a diminuire le emissioni di gas serra. Ma non è detto che gli stessi risultati si possano ottenere anche in futuro.
Il mancato sostegno all’Italia sull’immigrazione è uno degli elementi chiave per capire la disaffezione degli italiani verso l’Europa. Vanno però distinte le responsabilità delle istituzioni comunitarie da quelle, più gravi, degli stati membri.
Si avvicina il rinnovo del Parlamento europeo ed è tempo di bilanci. I dati sulle presenze degli eurodeputati italiani alle votazioni sono tutto sommato buoni, specie rispetto agli altri paesi. Un dato che forse stupisce, ma che dovrebbe essere la normalità
Il divieto alla fusione Siemens-Alstom ha aperto il dibattito sulla politica industriale dell’Europa. Ma il consumatore-lavoratore è meglio difeso se vi sono imprese che creano occupazione sostenibile perché competitive sul mercato globale.
Che risultato otterranno i partiti populisti alle prossime elezioni europee? Molto probabilmente non avranno la maggioranza. Potrebbero però aiutarli il sistema elettorale e la disponibilità ad alleanze “spregiudicate”. Conterà anche l’affluenza alle urne.
L’Ecofin ha preso atto che non vi è convergenza fra i 28 paesi Ue neppure su una versione molto ridotta di web tax. Per l’adeguamento del concetto di stabile organizzazione l’Unione deve trovare un accordo al suo interno e poi portarlo in sede Ocse.
La scarsa armonizzazione delle imposte sul reddito nell’Unione europea ha finito per produrre una competizione fiscale tra ordinamenti, spesso dannosa, per attrarre grandi contribuenti. Ora però gli stati membri cercano di porvi rimedio con due direttive.