Non solo tra Nord e Sud, ci sono disuguaglianze economiche anche all’interno del Mezzogiorno continentale. Si possono spiegare con le riforme amministrative napoleoniche, confermando la rilevanza del decentramento amministrativo per lo sviluppo locale.
Categoria: Argomenti Pagina 1 di 1090
- Banche e finanza
- Concorrenza e mercati
- Conti Pubblici
- Disuguaglianze
- Energia e ambiente
- Famiglia
- Fisco
- Gender gap
- Giustizia
- Immigrazione
- Imprese
- Informazione
- Infrastrutture e trasporti
- Internazionale
- Investimenti e innovazione
- Lavoro
- Mezzogiorno
- Moneta e inflazione
- Pensioni
- Povertà
- Sanità
- Scuola, università e ricerca
- Società e cultura
- Stato e istituzioni
- Turismo
- Unione europea

Per lungo tempo l’Europa ha usufruito di una difesa collettiva spendendo poco. L’accordo al vertice Nato sul 5 per cento del Pil per la sicurezza è una vittoria politica di Trump. Ma non garantisce lo sviluppo delle capacità militari che sarebbero necessarie.

In Italia pochi studenti delle superiori conoscono strumenti e benefici del diritto allo studio universitario, in particolare l’esistenza della borsa di studio. Informarli può favorire il proseguimento degli studi, specie di chi ne ha più bisogno.

L’obiettivo del savings and investments account è far crescere la partecipazione dei risparmiatori al mercato dei capitali. Sarà decisiva la proposta della Commissione sul regime di tassazione: la no tax area del modello svedese ha conseguenze sulle entrate.

Le catene globali del valore plasmano ormai l’economia mondiale. Per questo, la guerra commerciale non ha effetti solo sulle scelte delle imprese. Un rallentamento della globalizzazione ha conseguenze di medio periodo ancora più preoccupanti.

La cifra del 5 per cento del Pil per la sicurezza decisa al vertice Nato è stata scelta per compiacere Trump. Per l’Italia significa almeno 33 miliardi in più, da trovare aumentando le tasse o tagliando le spese. Sarà il prologo di una difesa comune europea?

Crisi dei debiti sovrani e pandemia hanno influito sui divari di reddito e di benessere tra territori, in Italia come in Europa. Le direttrici sono però diverse rispetto al passato. Per esempio, da noi le aree deboli non sono più solo quelle meridionali.

La transizione digitale richiede un nuovo patto sociale, in cui le persone possano esercitare responsabilità, creatività e autonomia. Con l’affermarsi del “lavoro personale” servono forme contrattuali capaci di dare tutele e ridurre le disuguaglianze.