Dopo una serie di aumenti iniziata in primavera, la fiducia delle famiglie e delle imprese italiane è di nuovo in calo. È un campanello d’allarme da considerare con attenzione perché potrebbe minare una ripresa ancora fragile. Fibrillazioni politiche e la necessità di un Governo in grado di agire.
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Non è semplice orientarsi nel settore senza pace delle imposte sulla casa. Anche il disegno di Legge di stabilità contiene novità importanti sul tema, sia per le tasche dei contribuenti sia per i bilanci dei comuni. Ecco chi ci guadagna e chi ci perde tra famiglie, imprese, prime e seconde case.
Nella Legge di stabilità le norme sul pubblico impiego valgono circa 1,5 miliardi. Misure ormai abusate, come blocco del turn over e della contrattazione, permettono di contenere la spesa. Mancano però gli interventi per una maggiore efficienza del lavoro. Liquidazioni e tetto alle retribuzioni.
La Legge di stabilità potrebbe essere incostituzionale: ci allontana dal bilancio in pareggio e non aiuta a rilanciare l’economia. Prova provata che i vincoli a politiche espansive non vengono dall’Europa, ma da scelte della classe politica.
È una legge per la stabilità del solo Governo. Una cura omeopatica per un malato grave, l’economia italiana. Ci sarebbero gli estremi di una denuncia per omissione di soccorso.
Anche sul credito, la Legge di stabilità presenta incertezze e contraddizioni, pur andando nella giusta direzione. Corregge l’anomalia della deducibilità delle perdite su crediti, ma non incrementa a sufficienza l’incentivo alla ricapitalizzazione delle imprese. E aumenta la patrimoniale sui titoli.
La “manovrina” vende patrimonio pubblico per ridurre il disavanzo, anziché per abbassare il debito. È un grave precedente, che la Ragioneria non dovrebbe certificare. Speriamo in una manovra ben diversa, che riduca in modo consistente il cuneo fiscale.
L’Italia è obbligata a crescere. Altrimenti l’aspettativa che il nostro debito pubblico sia insostenibile potrebbe presto auto-avverarsi. Anche il ricorso all’Esm prefigurerebbe scenari drammatici. La stabilità del Governo deve essere utilizzata per le riforme strutturali.
Nel tentativo di evitare la sanzione per i gravi reati economici per cui è stato condannato, Berlusconi ha aperto la crisi del Governo Letta. Con altissimi rischi, soprattutto per i titoli del debito pubblico e per le banche. Urgente dare segnali di stabilità: tenuta dei conti 2013 e legge elettorale.
Nella nota di aggiornamento del Def la crescita dell’economia italiana prevista per il 2014-2017 è in ciascun anno superiore di mezzo punto percentuale a quella indicata dal Fondo monetario. Ma basterà questo per convincere gli investitori esteri a continuare a comprare il nostro debito pubblico?