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Calcoli da pallottoliere?

Continuano ad arrivare brutte notizie sui conti pubblici. Malgrado le continue rassicurazioni fornite dall’esecutivo, nel giro di pochi giorni sono state varate due manovre correttive: una relativa all’anno in corso e una, annunciata solo oggi, relativa al 2006.  Non erano infondati quindi i nostri calcoli e i nostri timori; in particolare quando avevamo ripetutamente segnalato come nel  tendenziale fossero occultate entrate di natura temporanea per diversi miliardi.

Domande sulla Finanziaria

Dopo la pubblicazione di tutti i documenti di bilancio la copertura della manovra di finanza pubblica per il 2006 continua ad apparire debole. Intanto, si parla di un possibile intervento correttivo sul 2005, per rimediare al mancato realizzarsi delle misure previste dalla Finanziaria dello scorso anno. E’ un problema che potrebbe ripresentarsi anche nel 2006. In particolare suscitano interrogativi le entrate da vendite di immobili, la regolazione dei flussi di Tesoreria, il co-finanziamento dei progetti comunitari, la lotta all’evasione e la riforma della riscossione.

Il giro del bilancio in ottanta ore

La Finanziaria dovrebbe ridurre il disavanzo di 11,5 miliardi. E’ una cifra insufficiente e che comunque difficilmente sarà realizzata, poiché contemporaneamente si destinano altri 11 miliardi a nuove spese e agevolazioni fiscali, la cui copertura è tutto fuorché solida. Sarebbe meglio, per una volta, abbandonare la retorica della Finanziaria per lo sviluppo e limitarsi a una correzione reale del disavanzo.

Fuga da Finantraz

Speriamo che Antonio Fazio, rientrato anticipatamente in Italia, prenda atto dei danni che sta arrecando allÂ’immagine del paese. Sarebbe anche un modo per finalmente spostare l’attenzione generale sulle vere cause dell’instabilità politica che ha portato alle dimissioni del ministro Siniscalco. Il Governo ha perso il controllo dei conti pubblici. Il nuovo ministro ha cinque giorni di tempo per varare una Finanziaria che non potrà più essere elettorale. E l’opposizione deve dare segnali forti su come intende riguadagnare controllo dei conti pubblici nella prossima legislatura.

E il guardiano dei conti si ritrovò solo

Proponiamo ai lettori de lavoce il testo integrale dell’articolo di Roberto Perotti pubblicato, in data 23 Settembre 2005, su Il sole 24 ore.

Un’economia con meno Stato

Se le possibilità di misure una tantum si sono ridotte e se l’elasticità del sistema fiscale è diminuita, come si può correggere il disequilibrio nei conti pubblici italiani? Questa è la domanda fondamentale per il governo di oggi e per quelli del futuro, non importa se di destra o di sinistra. Se non ci sono molti spazi per ridurre la spesa pubblica, la sola via di uscita è una manovra per aumentare la pressione fiscale. Ma forse sarebbe meglio seguire l’esempio di altri paesi e ridisegnare il ruolo del settore pubblico nell’economia. Riducendolo.

Un rimbalzo superiore alle aspettative

L’economia italiana registra un forte rimbalzo nel secondo trimestre, E’ una buona notizia; rimangono però fondati motivi di preoccupazione sulla solidità della ripresa economica nei prossimi trimestri.

Tre domande sul DPEF

L’analisi delle previsioni della spesa pubblica contenute nel DPEF fa sorgere una serie di interrogativi. Nel caso di interessi, investimenti e dipendenti pubblici alcune ipotesi discutibili hanno l’effetto di migliorare il saldo nel 2006, sul quale verremo giudicati in sede europea. Se le cifre si rivelassero ottimistiche il vero onere dell’aggiustamento si sposterebbe al 2007 e agli anni successivi. Un chiarimento è quindi essenziale.

Un Dpef da depressioneÂ… psicologica

Il documento di programmazione economica e finanziaria rivela una preoccupante mancanza di idee da parte di chi ha guidato il paese negli ultimi cinque anni. E conferma che chi andrà al Governo dopo le prossime elezioni dovrà occuparsi innanzitutto di rimettere in ordine i conti pubblici. Ma governare sotto vincoli di bilancio stringenti può anche offrire la spinta politica per attuare le necessarie riforme strutturali. Si tratta di mettere alle corde chi ha posizioni di rendita, usando proprio quel vincolo. Soprattutto, basta avere le idee chiare e volerlo fare.

La finanza pubblica nel 2005: Cassandra aveva ragione

In attesa del testo finale del DPEF, circola una bozza che propone un quadro di finanza pubblica molto peggiore di quello proposto anche pochi mesi fa. Nell’ultimo anno lavoce.info è intervenuta spesso su questi temi, illustrandoli e denunciando che ci si stava avviando lungo una china pericolosa. Abbiamo assunto il ruolo delle Cassandre, ma era difficile fare altrimenti. Oggi, le cifre del DPEF purtroppo ci danno ragione. Riproponiamo gli articoli sui conti pubblici apparsi sul sito in questi mesi.

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