In che modo l’Italia può superare almeno temporaneamente il vincolo del 3 per cento sul disavanzo? Non ci sono solo le regole europee da tenere in considerazione, ma anche le reazioni dei mercati finanziari. Tutto si gioca sulla credibilità delle riforme.
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La Bce diventerà presto l’organismo unico di supervisione di gran parte delle banche europee. Ma la ristrutturazione dei sistemi bancari continua a passare per l’intermediazione dei governi nazionali. Serve un meccanismo comune e credibile di liquidazione. E un divieto assoluto di aiuti di Stato.
La Corte costituzionale tedesca non si è limitata a esporre alla Corte di giustizia UE i suoi dubbi sul ruolo e la funzione della Bce e sulla solidarietà europea. Ha espresso una netta visione politica. Dalle risposte che riceverà dipenderanno gli assetti costituzionali dell’Europa del futuro.
La sentenza della Corte costituzionale tedesca apre la porta alle future operazioni Omt. Ma conferma in pieno la linea tedesca sui principi e pone pesanti condizioni, che rischiano di indebolire la “linea-Draghi”.
La decisione della Corte costituzionale tedesca sul programma Omt riconosce la competenza della Corte di giustizia per l’interpretazione del diritto europeo. È l’unica buona notizia. Perché si potrebbe arrivare a un contenzioso fra le due giurisdizioni. L’equilibrismo della Merkel.
Se la Bce dichiarasse di acquistare azioni europee, si avrebbe una riduzione immediata del costo del capitale e all’economia reale arriverebbe la liquidità necessaria per una crescita più forte. Benefici per le banche e condizioni più vantaggiose per l’avvio di piani di privatizzazione.
Il Governo vuole ottenere dall’Europa la clausola di flessibilità sugli investimenti pubblici, indipendentemente dalla qualità dei progetti e dei loro effetti per il paese. È un errore, tanto più in tempi di spending review. Le norme mai applicate sulla valutazione economica degli interventi.
L’integrazione finanziaria nell’area euro diminuisce. E i Governi continuano a fornire aiuti di Stato al sistema bancario nazionale, per evitare che i problemi delle banche si riflettano sul costo del debito pubblico. Le conseguenze sulla crescita.
I lavori pubblici hanno risentito in modo particolare della crisi. Partono solo le opere minori, da avviare rapidamente con le poche risorse disponibili. Si applicano perciò procedure più semplici, ma meno competitive. La strutturale mancanza di trasparenza. I risultati di uno studio sulla Toscana.
L’Ecofin ha raggiunto un compromesso sul meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie. L’onere si sposta dai contribuenti agli azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra i 100mila euro. Con alcune possibili conseguenze sul credito e sulla stabilità del sistema. La soluzione americana.