Ringrazio Luigi Oliveri per il suo articolo Meglio potenziare i servizi pubblici all’impiego, in quanto permette di approfondire un tema da me esposto. Prima di soffermarmi sulle proposte alternative dellautore, ritengo necessario fare alcune precisazioni riguardo la mia proposta.
Categoria: Unione europea Pagina 57 di 99
Le politiche monetarie non convenzionali perseguite dalle banche centrali in questi anni hanno portato a una dilatazione e a una modifica della struttura dei loro bilanci. Prima della crisi, lo stato patrimoniale consolidato dell’Eurosistema ammontava a 913 miliardi, oggi è di oltre tremila miliardi. Se crescono i depositi che le banche detengono presso la Bce, è però falso che ciò dimostri la volontà di non prestare i soldi ad altre banche o al sistema economico. Il rialzo degli utili e il ruolo insostituibile nella stabilizzazione delle turbolenze dei mercati.
Oggi i Centri per l’impiego non riescono a soddisfare tutte le richieste di chi è alla ricerca di un lavoro, con risultati ben inferiori a quelli dei servizi pubblici inglesi o tedeschi. Per migliorare il servizio di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, sarebbe opportuno adottare strategie presenti ad esempio nel Regno Unito. Qui l’attività di intermediazione è interamente delegata all’attore privato, sulla base di gare di appalto o convenzioni, in modo da aumentare le chance occupazionali dei disoccupati più svantaggiati.
La riforma del lavoro in Spagna abbassa i costi del licenziamento per motivi economici o senza giusta causa. Sono modifiche ragionevoli, anche se con immediate conseguenze sociali negative. Nel medio termine dovrebbero avvantaggiare donne e giovani. Faranno anche aumentare il contenzioso. E dunque l’incertezza per il datore di lavore, nemica di nuove assunzioni. Non si interviene però in alcun modo sui contratti di lavoro temporaneo. In ogni caso, la riforma va affiancata da una vigorosa politica in difesa della concorrenza, per ridurre i prezzi sui mercati meno competitivi.
Secondo il piano approvato lunedì, il vero contributo alla riduzione del debito greco dovrebbe venire dai creditori privati: ma le banche aderiranno alla “insolvenza mascherata”? La Troika si installa permanentemente ad Atene: servirà a raggiungere gli obiettivi prefissati? Sono pesanti interrogativi, che gettano un’ombra su un accordo presentato come un successo del’Europa.
La riforma del mercato del lavoro varata in Spagna, pur non risolvendo tutti i problemi, può contribuire a porre fine alla distruzione dei posti di lavoro e favorire la creazione di nuova occupazione. Perché dà la priorità agli accordi a livello di impresa, permette riduzioni temporanee dell’orario di lavoro e facilita la flessibilità interna. A patto, però, che il parlamento spagnolo intervenga introducendo alcuni cruciali cambiamenti. E che il governo riesca a spiegare ai cittadini i contenuti e i fini della riforma.
I recenti discorsi di Angela Merkel e di Mario Monti mostrano l’intento convergente di due governi chiave dell’Unione europea di condurre l’eurozona verso un diverso assetto istituzionale di governo dell’economia, imperniato su Commissione, Consiglio deliberante a maggioranza e Parlamento europeo come pilastro di democrazia. È un passaggio tutt’altro che agevole, ma certamente possibile: in parte entro la cornice istituzionale esistente, con il ricorso alla cooperazione rafforzata; in parte con una futura riforma dei Trattati.
Le stime preliminari della crescita del Pil del quarto trimestre certificano che l’economia europea è probabilmente entrata in recessione nel quarto trimestre 2011. Di sicuro, lo sono già Italia, Spagna, Portogallo e Grecia insieme a Belgio e Olanda. Il governo Monti è intervenuto con dure misure che forse hanno in parte contribuito nel brevissimo termine a peggiorare la recessione, ma raddrizzano una situazione che avrebbe portato al default. Ed è più chiaro perché Mario Draghi abbia inondato di liquidità i mercati monetari e finanziari europei prima di Natale.