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Categoria: Unione europea Pagina 78 di 101

IL TRATTATO CHE VISSE TRE VOLTE

L’ultimo Consiglio europeo è stato un successo diplomatico perché gli Stati membri sono riusciti nella notevole impresa di far rivivere il Trattato di Lisbona, sepolto prima dai referendum francese e olandese e poi da quello irlandese. A ben vedere non è stato difficile: gli irlandesi avevano rifiutato ciò che il Trattato non chiedeva e ora gli Stati hanno concesso ciò che il Trattato già concede. Due gli insegnamenti: non ci sono altri spazi di manovra sugli assetti politico-istituzionali dell’Unione. E in questo campo i referendum non sono solo sbagliati, sono inutili.

DI PAESE IN PAESE CONTRO LA CRISI

I piani d’azione anti-crisi dei governi europei si focalizziamo ora sul sostegno all’economia reale. Alcuni Stati preferiscono indirizzare più risorse agli investimenti pubblici, mentre altri limitano la pressione fiscale nel breve-medio periodo, per rafforzare il potere d’acquisto dei consumatori. Il fine è lo stesso: accorciare i tempi di uscita dalla crisi ed evitare una lunga recessione. Molto però dipenderà dalla risposta che sapranno dare gli operatori economici. Analizziamo le misure di Francia, Regno Unito, Spagna e Germania.

NON E’ SOLO UN COSTO IL PACCHETTO CLIMA

La distruzione dell’ambiente e della natura è secondo i sondaggi una delle principali preoccupazioni degli italiani. Ma ai livelli più alti delle istituzioni e della nomenclatura economica si continua ad avversare il pacchetto clima europeo, adottando l’ottica parziale dei suoi costi, senza il minimo riferimento ai benefici attesi. Certo, non facilmente quantificabili. Anche perché si tratta di una manovra complessa, con molteplici obiettivi, dalla lotta ai cambiamenti climatici all’indipendenza energetica. Un peccato non parteciparvi.

QUEL CAPITALE CHE MANCA AL SUD ITALIA

Perché la Spagna ha ridotto nel tempo le ampie differenze regionali che la caratterizzavano, mentre in Italia non ci siamo riusciti? Se invece che al Pil procapite, guardiamo alla nozione di capitale sociale, scopriamo che il Sud e il Nord della Spagna sono sempre stati più omogenei. Ed è proprio la maggiore omogeneità che ha probabilmente consentito il recupero. Ha creato le condizioni perché potessero dispiegare i loro effetti gli altri fattori di convergenza: istruzione, investimenti in infrastrutture e tasso di criminalità.

SALARI PIU’ ALTI PER LA LOCOMOTIVA GERMANIA

La Germania affronta meglio di altri paesi la crisi finanziaria: non deve fare i conti con una bolla immobiliare né con famiglie troppo indebitate. La cogestione ha permesso alle imprese tedesche di ristrutturarsi e il paese ha fondato la sua più recente crescita su moderazione salariale ed esportazioni. Il rovescio della medaglia sono i consumi privati bassissimi. Il governo tedesco deve perciò intervenire con misure incisive e rapide per sostenere la domanda interna. Servono aumenti dei salari, ma anche politiche di bilancio permanenti, indirizzate alle famiglie più povere.

PAESI CHE SALVANO LE BANCHE

Continua l’analisi degli interventi dei governi europei a sostegno dell’economia. E’ la volta dei piani di salvataggio delle banche predisposti da Svezia, Danimarca, Portogallo, Grecia e Olanda. Tutti in linea con le indicazioni Ecofin, ma anche con qualche novità. All’appello manca l’Italia: ai primi decreti, tuttora privi delle norme di attuazione, non sono ancora seguite nuove misure, peraltro più volte annunciate.

PAESE PER PAESE COME SI SALVANO LE BANCHE

Tutti i governi europei adottano misure per preservare la stabilità del sistema finanziario. L’obiettivo prioritario è quello di rafforzare il sistema bancario attraverso la presenza diretta dello Stato. Ogni paese, però, segue la propria strada. In dettaglio, le caratteristiche dei diversi interventi in Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda e Spagna.

NEL FUTURO DELLE BANCHE UN RITORNO AL PASSATO

Solo un intervento concertato dei paesi dell’Unione Europea ha salvato dal collasso il sistema bancario europeo, messo in difficoltà da capitalizzazioni non sempre adeguate. La situazione è diversa da paese a paese, ma nel prossimo futuro il settore finanziario si dovrà progressivamente ritirare entro i confini del sistema bancario in senso stretto. E anche in questo ambito si tornerà alle attività tradizionali della raccolta di depositi, protetti da garanzie pubbliche, e dei prestiti al settore reale: imprese, famiglie. La situazione dell’Italia.

QUALE LEGGE PER LE EUROPEE

La legge elettorale per il parlamento europeo dovrebbe garantire una rappresentanza universale e al contempo efficace in una complessa dinamica politica in cui si incrociano la dimensione di appartenenza partitica con quella nazionale. L’attuale sistema italiano assicura il massimo della universalità nella scelta, ma in termini di efficacia lascia a desiderare. Va dunque rivisto. La lista bloccata, abbinata a collegi su base regionale, è stata adottata da molti paesi. Potrebbe funzionare anche da noi, se accompagnata da un adeguato meccanismo di selezione dei candidati.

I DON CHISCIOTTE DEI NUMERI: I PRESUPPOSTI

Lo scontro in atto tra il governo italiano e la Commissione europea sul pacchetto clima non sembra essere una questione di numeri. Non ci sono infatti numeri fasulli né numeri veri. Ci sono scenari alternativi, come è prassi in questo genere di analisi. E la Commissione sembra avere considerato quello più ragionevole, mentre il nostro governo fa riferimento al più funzionale alla sua tesi, quella di rinegoziare i termini dell’accordo e di prendere tempo. Una tesi politica. E i numeri da tutti citati enfatizzano i costi, ma non tengono adeguato conto dei benefici. Episodio 2: La disputa in atto.

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